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CronacaReggio Calabria

Omicidio di Bianco: ascoltati i primi due testimoni

Sono stati ascoltati nella mattinata del 17 febbraio, davanti al giudice Amelia Monteleone, con a latere Mariano Robertiello, presso la Corte d’Assise del tribunale di Locri, i primi due testimoni per l’omicidio del 70enne Gesufatto Chinè. La vittima era stata rinvenuta priva di vita all’esterno della propria abitazione, presso le case popolari Alluvionate di Bianco, proprio il 17 febbraio dello scorso anno. Accusato dell’omicidio dell’uomo il 24enne Francesco Spatafora, che oggi si trova all’interno dell’Istituto Penitenziario Casa Circondariale di Catanzaro. I due testimoni, il Maresciallo capo Alberto Tripodo e il Tenente Lorenzo Pallotta del Nucleo Operativo della Compagnia di Bianco, su specifiche domande rivolte a loro dal Pubblico Ministero Marzia Currao, hanno rappresentato la scena del crimine e, successivamente, l’attività investigativa che si è svolta dal momento in cui sono sopraggiunti sul luogo dell’omicidio, dopo aver ricevuto la chiamata di un famigliare della vittima. In particolare, il Maresciallo Capo Tripodo ha raccontato come inizialmente si fosse ipotizzato che potesse trattarsi di un caso di suicidio, ma la situazione è apparsa subito completamente diversa. Secondo quanto riportato da entrambi i testimoni, infatti, la ferita alla gola della vittima era particolarmente profonda e la distanza dal corpo delle armi del delitto, ovvero due coltelli da cucina, pari ad almeno due metri, hanno reso evidente che si trattasse di un omicidio. Il Maresciallo Capo ha poi specificato che, in seguito alle fasi preliminari di accertamento indirizzate nell’area delle case popolari, effettuate tramite varie perquisizioni, sono stati rinvenuti alcuni oggetti, sia all’interno di un sacco dell’immondizia situato nel cortile adiacente l’ingresso, sia presso l’abitazione del giovane. Tra questi elementi sono emersi alcuni coltelli e svariati indumenti che, dopo essere stati opportunamente esaminati dal personale specializzato, si è accertato essere intrisi di sostanze ematiche. Il coinvolgimento nella vicenda da parte di Spatafora si è riscontrato subito dopo il ritrovamento del materiale probatorio quando, a causa della reazione fortemente animata dei vicini di casa presenti sul luogo, indotta dalla quasi totale ammissione di colpevolezza del giovane, si è reso necessario il trasferimento in caserma e qui, il 24enne, dopo essere stato interrogato insieme ai suoi famigliari, ha dichiarato di essere il responsabile del gesto omicida. Il Tenente Pallotta, durante la deposizione, ricostruendo il profilo personale di Spatafora, ha specificato essere un soggetto sul quale è stata acquisita una documentazione di natura giudiziaria e sanitaria dalla quale è emersa un’indole comportamentale particolarmente aggressiva. Il giovane era stato infatti trasferito più volte in diverse strutture terapeutiche dopo atti violenti nei confronti della madre e del suo compagno e, in seguito, durante la permanenza presso una di queste comunità, sono stati riscontrati episodi di aggressione nei confronti di alcuni ospiti. Il Tenente ha poi parlato di un possibile coinvolgimento da parte della madre del giovane per un sospetto tentativo di occultamento del materiale collegato all’omicidio e il ritrovamento di un paio di pantofole e di un pigiama femminile, contenenti tracce ematiche rinvenute successivamente dal Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina. In aula era presente anche Antonio Furfari in qualità di legale di un famigliare della vittima, costituitosi parte civile. Durante la prossima udienza, che si terrà venerdì 24 febbraio, saranno ascoltati altri due testimoni, il Maresciallo Capo Luca Satriano e il medico legale Pietro Tarzia.


GRF

Raffaella Centaro

Nata a Bianco, paese del “Bello del mare” e cresciuta tra il profumo inebriante dei gelsomini e del bergamotto. Attenta osservatrice, introspettiva e particolarmente curiosa per tutto ciò che la circonda. Appassionata di storia, arte, libri e viaggi. A tre anni leggeva il quotidiano sul divano, a casa dei nonni. Ama la cultura antica, in particolar modo la letteratura greca e latina e le lingue straniere, interesse nato al Liceo Classico e proseguito con gli studi letterari, filologici e linguistici. È Incline allo sport e ha una particolare passione per la danza. Ama la penna perché “Scrivere rende liberi”.

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