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«Il più grande di tutti»: Paolo Borgognone ci racconta il suo Elvis Presley

Torniamo a parlare di Io, Elvis, biografia di Elvis Presley scritta, per Diarkos editore, dal giornalista e scrittore Paolo Borgognone e ne parliamo rivolgendo qualche domanda sulla figura dell’iconico artista direttamente al suo autore.
Cosa ha rappresentato per te scrivere la biografia del re del rock n’roll?
Presley è stato uno dei più grandi, se non il più grande di tutti. Altri hanno battuto record di vendite, influenzato mode e contribuito a cambiare il mondo. Ma tutto questo non sarebbe potuto accadere senza Elvis. Studiare la sua vita è stato emozionante, soprattutto perché, oltre al personaggio, attraverso questo lavoro, si scoprono molte risposte, tante storie dentro la storia. È un bel viaggio per chi legge ma anche per chi scrive.
Nel 1954 Elvis registrò That’s All Right Mama. Ti va di raccontarci qualche aneddoto?
C’è ne sarebbero decine. Parliamo del fatto che durante la registrazione del 45 giri le cose non andavano proprio bene. In realtà non era stato deciso cosa incidere e le prove erano insoddisfacenti. Poi Elvis si aggrappò al microfono e prese a cantare That’s All Right Mama, ma in un modo che nessuno aveva mai sentito prima. E trascinò con se i musicisti creando quell’atmosfera unica che fece breccia nel pubblico di tutto il mondo. Era nato un mito.
In 24 anni di carriera Elvis ha pubblicato 61 dischi, ma quali sono le tre sue canzoni che ami maggiormente?
La scelta è difficile, sono così tante e tutte belle. Scegliamo That’s All Right Mama perché è quella che ha dato il via a tutto. Poi direi I Can’t Help Falling in Love with You, bellissima, struggente, romantica. Perfetta per innamorarsi. Infine If I Can Dream. La incise nel 1968, pochi mesi dopo la morte di Martin Luther King Jr. e rappresenta un tributo al leader afroamericano scomparso. Un Elvis cresciuto, coraggioso, consapevole. Ma naturalmente i capolavori sono tanti: ognuno può scegliere i suoi preferiti.
Presley è considerato il primo teen idol della storia. A regalargli grande notorietà, soprattutto tra i giovanissimi, il suo inimitabile movimento di bacino, che gli fruttò il soprannome di The Pelvis. Se avessi potuto intervistarlo cosa gli avresti chiesto?
Di quesiti ce ne sarebbero milioni, ovviamente. Probabilmente gli avrei domandato se si fosse reso conto di aver letteralmente cambiato il mondo, dando voce a milioni di giovani la cui parola, fino ad allora, non era mai stata ascoltata. Sarei curioso, come credo tutti, di sapere cosa si potesse provare a essere Elvis.
“Elvis left the Building”: con questa frase, che di solito segnava la fine dei suoi concerti, il 16 agosto 1977 fu annunciata la sua morte, a 42 anni. Fu trovato a terra, nel bagno di Graceland, la sua reggia di Memphis, dopo aver fatto i conti con un inesorabile declino fisico e artistico. Tu che idea ti sei fatto di lui come persona e come personaggio?
Elvis era un ragazzo timidissimo, che parlava sempre con occhi e voce bassi. Poi, sul palco, si scatenava, diventava una tigre, capace di trascinare il pubblico con sé. Mai come in questo caso c’era una cesura tra la persona che appariva sulle scene e quella privata, molto legata a valori tradizionali, alla famiglia, alla mamma che aveva perso tropo presto. Ed era anche estremamente religioso, un aspetto meno noto ma importante per capirne la personalità.
Le misteriose circostanze sul suo decesso, unite all’inconfondibile aspetto e alla musica senza tempo, continuano ad alimentarne il mito. Come mai è ancora così amato?
Da un punto di vista musicale perché non si contano i musicisti che hanno dichiarato di dovergli tutto e per l’indiscutibile fascino delle canzoni che interpretava. Da un punto di vista personale, credo che in tanti apprezzino le sue qualità: la modestia, la serietà, la passione che metteva in ogni cosa. Oltre al fascino, che non guasta. Per questo ancora oggi ha legioni di fan in ogni angolo del pianeta.
Che malattia ha avuto Elvis?
Tante e nessuna. Purtroppo durante il periodo in cui era militare, tra il 1958 e il 1960, era stato introdotto all’uso di pillole per combattere la stanchezza e ne era diventato dipendente. Non era né un tossico né un alcolista, ma questo punto debole delle pillole (eccitanti e calmanti) finì per renderlo debole. Con l’età, poi, sopraggiunse anche la pinguedine e quindi altri problemi, che alla fine lo hanno stroncato nel fiore degli anni.
Quanti concerti ha fatto?
Stabilire un numero esatto è difficilissimo. Le fonti divergono, non tutti i report sono precisi: il numero che torna più spesso nelle biografie, comunque, è 1.684. Tantissimi in poco più di venti anni di carriera. E tutti in America. Con l’eccezione del Canada, Presley non si è mai esibito fuori dai confini nazionali.
Quanti dischi ha venduto?
Anche qui le cifre divergono e le classifiche, per quel che servono, non sempre sono in accordo tra loro. Diciamo che non sbagliamo di tanto se gli attribuiamo oltre 1.000.000.000 di copie, come è riportato anche nelle fonti ufficiali da Graceland. Solo i Beatles hanno saputo fare di meglio: gli altri sono lontanissimi.
Tra gli innumerevoli primati vi è anche quello di essere stato il primo a legare la sua musica all’immagine…
Fino all’esordio di Elvis i cantanti, solitamente, apparivano con abiti classici, soprattutto in smoking. Lui ebbe, tra le tante, l’intuizione di adottare aspetti diversi, rivoluzionari. A un certo punto il suo manager, il colonnello Tom Parker, gli comprò un abito tutto d’oro. Ma a Presley non piaceva, lo trovava scomodo. Oggi è in mostra, come tanti altri, a Graceland.

Foto: lascuolafanotizia.it

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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