Catona abbraccia “Un visionario inaspettato”
Dalla Fondazione Falcomatà
Un Visionario inaspettato, la biografia dedicata a Italo Falcomatà, fa tappa a Catona. Nello splendido scenario del Lungomare della zona nord di Reggio Calabria, di fronte le acque dello Stretto, un pubblico gremito e interessato ha accolto la presentazione del libro scritto da Michele Caccamo, prima biografia autorizzata dalla Fondazione Italo Falcomatà, che da mesi gira sul territorio incontrando l’affetto dei calabresi.
Dopo la prima nazionale tenutasi al Teatro Cilea, un tour tra i centri della provincia e una presentazione nella zona sud di Reggio, il libro è tornato in città con la presentazione dedicata ai quartieri dell’area nord. Suggestiva la location individuata per un parterre qualificato di personalità che, guidate dalla moderazione della giornalista Gabriella Lax, hanno ricostruito attraverso racconti e considerazioni un pezzo dell’eredità politica ed umana del sindaco della primavera reggina.
A confrontarsi sul testo di Caccamo c’erano il Presidente del Consiglio comunale di Reggio Enzo Marra, l’Assessore alla Cultura Irene Calabrò, la sindacalista Rosetta Melidoni e due ex amministratori ed esponenti politici di lungo corso, Gianni Pensabene e Demetrio Battaglia, che hanno intrecciato la loro esperienza politico-amministrativa al servizio della comunità reggina, a cavallo tra gli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000, con quella di Falcomatà.
Pensabene ha ricordato i momenti concitati della prima elezione, nel 1993, ancora all’interno del consiglio comunale. «Falcomatà – spiega – era un riformista con uno sguardo lungo». Le lotte sindacali, già dopo la rivolta di Reggio, hanno accomunato il percorso di Italo e di Rosetta Melidoni. Demetrio Battaglia ha poi chiarito che «La conferma nel 1997, con il secondo mandato per Italo, arriva come conferma del rapporto che, negli anni precedenti, aveva saputo costruire con i cittadini col suo impegno politico, col passo riformista». Ricorda gli scontri in consiglio comunale, Battaglia, «duri, ma mai spietati, non superavano mai i limiti della normale dialettica politica.»
A concludere il dibattito l’intervento di Giuseppe Falcomatà, che ha sottolineato come Catona sia parte integrante del libro perché «la storia inizia qui». I genitori e i fratelli di Italo, al momento della sua nascita, vivevano da sfollati in una piccola casa a Catona. Un libro che arriva a più di vent’anni dalla morte proprio perché volutamente «lontano dalla forte spinta emozionale, raccontata con il giusto distacco nella maniera più lucida.»
«La storia di Italo – aggiunge Giuseppe – è la storia della vita della città, quando la politica si faceva all’interno dei partiti, delle commissioni, in Consiglio Comunale. Oggi è diverso – ha osservato – assistiamo a un imbarbarimento dei modi di fare politica». Un motivo in più perché Italo Falcomatà non sia ricordato solo come colui a cui è intitolato il lungomare: Giuseppe rivendica il ruolo di politico di sinistra del padre, orgoglioso della propria tradizione politica e al, contempo capace di indossare anzitutto la maglia amaranto degli interessi della città, al di là di quelli di partito. A tal proposito annuncia una delle attività previste dalla Fondazione Falcomatà entro la fine dell’anno: «la realizzazione di una scuola di formazione politica per i giovani che hanno curiosità, ma non riescono a oggi a rintracciare luoghi e spazi in cui approfondire queste tematiche.»