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Costume e SocietàLetteratura

Se imparare a mangiare diventa una questione di “educazione”…

Il mio piatto spreferito è un libro (adatto dai cinque anni in su) scritto da Daniela Valente e illustrato da Anna Laura Cantone. Edito da Coccolebooks e acquistabile su Feltrinelli, Mondadori e Amazon oltre che sul negozio digitale della casa editrice, fa innamorare già dalla copertina rigida a colori. L’autrice lo ha dedicato “A Cristina”. Il racconto inizia con la presentazione della protagonista, Nina, bambina che mangia solo 4 cose, spaghetti al burro, penne all’olio senza formaggio, panini al prosciutto cotto e toast con prosciutto cotto. Nina non fa storie con le verdure perché non sa neanche che sapore abbiano e solo una volta, guardando il film Biancaneve e i sette nani sul tablet davanti al quale la fanno stare i suoi indaffarati genitori, le viene in mente di assaggiare una mela perché pensa che “la strega ci sa fare”.
Ma adesso la scuola le propone una nuova sfida: la mensa. Mentre è lì con gli altri bambini, Nina sente la maestra che intona loro la deliziosa Viva la pappa col pomodoro e, guardando Gina che fa le porzioni, sente nell’aria profumi nuovi. Ma le abitudini sono dure a morire e la piccola chiede alla maestra i suoi soliti spaghetti e due fette di prosciutto, ricevendo in risposta che è previsto un menù diverso, e vedendosi offrire una zuppa con le carote. Per Nina quelle cose arancioni sono troppo colorate per poter crescere sottoterra e non si fida. Poi, come secondo, ecco una frittata di formaggio e piselli. La maestra spiega ai suoi alunni che prendere le uova è difficilissimo, poiché occorrono galline docili e cacciatori esperti di pollai. Poi domanda a chi piacciono le uova e qualche bimbo risponde positivamente alzando la mano. Nina è irremovibile, si rifiuta di mangiare: ripete che non è il suo piatto preferito e che le uova, casomai, si comprano al supermercato. Giunto il momento della frutta viene offerta a ciascuno una mela. Nina la mangia, rossa e quando la maestra le chiede «Sei sicura che non sia avvelenata?», risponde: «Non sono mica Biancaneve». Dopo il pranzo, l’insegnante invita tutti a sedersi per raccontare la storia di una terra lontana, nella quale nessuno mai si ammalava perché il medico si era innamorato di un attrice famosa, tanto che passava il suo tempo a cantare canzoni d’amore. Più tardi, giocando nel giardino della scuola, Nina osserva alcune bimbe più grandi annaffiare le lattughe dell’orto. Giunta l’ora di tornare a casa, la piccola e capricciosa protagonista fantastica già sulla merenda. E poi… c’è un finale a sorpresa!
Un testo come quello di Valente è uno strumento importante nelle mani di genitori ed educatori, perché spiega ai bambini come gestire le emozioni legate al rapporto con il cibo e si inserisce in una letteratura che vuole accompagnare i più piccoli alla scoperta del mondo che li circonda. Il 23 aprile si celebrerà la Giornata Internazionale del libro e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, che la organizza, ha più volte sottolineato che “il libro e la lettura rappresentano un mezzo di approfondimento e di conoscenza, sono strumento di informazione e di apprendimento culturale, entrambi oggi indispensabili per superare le incertezze e le precarietà legate alla paura della globalizzazione, del cambiamento e del diverso. La lettura, che consiste anche in un piacere ineguagliabile per gli appassionati, ci consente di entrare in mondi, vite e tempi diversi e ci dà la possibilità di avvicinarci a esperienze e realtà lontane dalla nostra accrescendo così la nostra conoscenza e la consapevolezza di quanto il mondo che ci circonda sia poliedrico.”


GRF

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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