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Attualità

Ernesto Rapani: il Sin di Crotone, la mappatura delle coste e la sanità

Negli ultimi giorni ha fatto sentire la propria voce su vari temi il senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione Giustizia Ernesto Rapani, che è intervenuto sulla bonifica del Sin di Crotone, sulla mappatura delle coste italiane e sulle proposte di legge del Governo Meloni in materia di Sanità.

Bonifica del Sin di Crotone: “Occupazione, riutilizzo, sviluppo”

La nomina prossima del commissario straordinario del Sito di interesse nazionale di Crotone/Cassano/Cerchiara, imprimerà la definitiva svolta e certifica, qualora ce ne fosse bisogno, le attenzioni del Governo Meloni nei confronti della Calabria e, nel caso specifico, sui siti da bonificare che, per come ha risposto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin a una recente interrogazione parlamentare di Domenico Furgiuele, fanno riscontrare ancora «numerose criticità che devono essere affrontate». È tempo, quindi, di accelerare su un intervento che perdura da decenni. Peraltro, la bonifica delle quattro aree industriali che insistono nel comune di Crotone, quali la ex Fosfotec, la ex Agricoltura, l’ex discarica di servizio di Farina Trappeto e l’ex Sasol/Kroton Gres 2000 Industrie ceramiche, si tradurrà in occupazione, recupero dei siti stessi, riutilizzo e sviluppo. Parliamo di 884 ettari perimetrati a terra e circa 1.448 ettari, compresa l’area portuale, perimetrati a mare.
Nel frattempo, però, Comune, Provincia di Crotone e Regione proseguono la battaglia nelle sedi preposte, avviata oltre un decennio addietro da associazioni, movimenti, comitati cittadini, tutti a chiedere alcuni dei diritti fondamentali, quali il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente. In proposito il presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, è stata spesso chiara nell’affermare che vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro. Coniugare, quindi, sostenibilità ambientale, economica e sociale, accompagnando imprese e cittadini verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica. Sarà questo il nostro approccio. In questa direzione sarà determinante la rappresentanza del territorio in Parlamento.

“La mappatura delle coste italiane servirà per mettersi in regola con la Bolkestein”

La mappatura delle coste italiane consentirà al nostro Paese di adempiere a quanto richiesto da una sentenza emessa nei giorni scorsi dalla Corte di giustizia europea sulle concessioni balneari. E il prolungamento di tali autorizzazioni demaniali fino al 31 dicembre 2024, approvato con un emendamento presentato nel decreto Milleproroghe, servirà al Ministero delle Infrastrutture per effettuare quella mappatura. Il nostro Paese, quindi, si metterà in regola con la direttiva Bolkestein (secondo cui le concessioni balneari nelle aree sature non possono essere rinnovate automaticamente) varata ormai diciassette anni fa. Quasi due decenni in cui nessun governo in precedenza ha voluto mettervi mano. L’Italia vanta 8.300 chilometri di costa: 800 sono occupati da porti, approdi e attracchi, 7.500 ricadono nel demanio marittimo e con finalità turistico/ricreative. La mappatura servirà, quindi, a stabilire le capacità ricettive tra aree già sature e le altre disponibili. Un passo importante in tal senso potranno compierlo i Comuni collaborando alla mappatura del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per avere contezza e certezza delle spiagge occupate e quelle libere, per poi accelerare i tempi delle concessioni. Successivamente, se gli enti locali vorranno incentivare il lavoro e lo sviluppo turistico attraverso la creazione di strutture e servizi, dovranno programmare l’assegnazione delle aree libere. L’obiettivo dell’emendamento presentato nel Milleproroghe era, quindi, finalizzato a questo risultato. Nei giorni scorsi la sentenza del Corte europea ha stabilito anche che le assegnazioni andranno concesse secondo un principio di massima trasparenza e, quindi attraverso dei bandi. Anche in Calabria bisognerà tutelare tutto l’indotto, circa 2.000 imprese e 20.000 lavoratori. Nella nostra regione solo il 30% risulta occupata e è quindi evidente che non mancherà la materia prima per fare impresa turistica con le regole imposte dall’Unione Europea.

Sanità: “Il Governo Meloni sta invertendo la rotta”

La sanità italiana sta, finalmente, ricorrendo ai ripari tra assunzioni e libera professione. Con il Decreto Legge nº 34, il Governo Meloni ha innalzato i compensi per i medici che lavorano in emergenza/urgenza da 60 a 100 euro orari, ha disposto aumenti per gli infermieri e anticipato le indennità di pronto soccorso senza attendere il 2024. Si prevedono, ancora, assunzioni anche senza specializzazione diretta e contratti libero/professionali per gli specializzandi. Plaudo, ancora, all’iniziativa legislativa dei colleghi senatori Marco Silvestroni e Ignazio Zullo, ai quali non farò mancare il mio sostegno. Il Disegno di Legge apre la strada all’esercizio dell’attività, anche intramoenia, in forma libera e associata. Il testo include tutti gli operatori sanitari, compresi professionisti sanitari quali ostetriche, professionisti della riabilitazione, della prevenzione e tecnici. Lo scopo è riportare l’ambito specialistico ospedaliero nei bisogni dei cittadini. Sostanzialmente, gli operatori sanitari dipendenti del sistema sanitario nazionale potranno esercitare la libera professione anche intramuraria, all’interno degli ospedali, come accade già per i medici, con visite specialistiche fuori dall’orario di lavoro. Nella ratio del disegno di legge, inoltre, l’attività libera intramoenia per tutti i professionisti sanitari consentirà di abbattere il sommerso, “sempre più rilevante e crescente nel mercato delle prestazioni sanitarie e risponderà soprattutto alle attese e alle domande di salute dei cittadini. Attualmente – spiegano i proponenti – si registra l’assenza di norme che consentano al personale delle professioni sanitarie, come accade per i medici, di svolgere attività libero/professionali a latere del loro rapporto di lavoro in qualità di dipendenti della pubblica amministrazione. Questa condizione ha dato vita a un mercato di prestazioni sanitarie per buona parte sommerso, destinato a crescere sempre più a causa delle cronicità in costante aumento, della domanda che proviene dalle famiglie con una persona non autosufficiente a carico (sono 920.000) e a causa delle 2.500.000 famiglie con minori (delle quali, 720.000 con bambini da 0 a 3 anni). Una vasta platea di utenti che si avvale, innanzitutto, degli infermieri, ma anche di altri professionisti sanitari non medici, per effettuare prelievi, iniezioni, misurazione e registrazione dei parametri vitali, medicazioni, bendaggi, flebo, infusioni, perfusioni e assistenza notturna.”
Da oltre dieci anni, periodo pandemico a parte, il definanziamento del sistema sanitario nazionale ha impoverito il concetto di salute pubblica. La visione nuova del Governo Meloni invertirà la rotta.


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