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Attualità

Italia del Meridione: le politiche migratorie e autonomia differenziata

Torna a far sentire la propria voce l’Italia del Meridione, movimento politico fondato dall’ex consigliere della regione Calabria Orlandino Greco e da Giuseppe Ferraro che, attraverso i suoi esponenti, parla di politiche migratorie e autonomia differenziata.

Politiche migratorie: «Bene la posizione di Mario Occhiuto»

Il partito IdM plaude il senatore Mario Occhiuto (Forza Italia) riguardo il suo intervento a Palazzo Madama conclusosi con la rinuncia alla firma dell’emendamento sulla protezione speciale, nonostante abbia ribadito il proprio apprezzamento per l’impostazione assegnata dalla Premier Giorgia Meloni sulle politiche migratorie che partono proprio dai diritti delle persone. Il governo Meloni sta portando avanti un percorso di rafforzamento dell’identità italiana, e un tratto distintivo è appunto lo spirito di accoglienza di cui il popolo italiano e in particolare quello meridionale si contraddistingue in tutta Europa da sempre.
È vero quanto afferma il Senatore di Occhiuto, nelle nostre città, nelle nostre comunità, ci deve essere sempre un posto per chi arriva da noi fuggendo da guerre e miseria, non deve essere un posto qualsiasi ma un posto d’onore in modo che chi arriva si riconosca nei valori italiani e si senta come se fosse a casa sua.
«I confini non sono muri – continua Pugliese, – i confini non esistono più come ripetutamente sosteneva uno dei sociologi più famosi del mondo, Zygmunt Bauman; per cui l’umanità deve imparare a collaborare attraverso il dialogo, le diversità arricchiscono e rendono creativi gli esseri umani. Nel prossimo secolo c’è la necessità di unire in un nuovo matrimonio potere e politica e di sviluppare l’arte di coabitare tra culture diverse.»«Questi sono i temi dell’integrazione e dell’inclusione su cui bisogna investire sempre più per la crescita sociale ed economica del nostro Paese, in tema di accoglienza – continua Pugliese di IdM, – ci battiamo da anni evidenziando l’esperienza degli arbëreshë, la comunità albanese d’Italia che da oltre 500 anni conserva usi e e costumi, lingua e tradizioni. Presente con oltre 50 comuni e borghi in tutte le regioni dell’IdM, quella degli arbëreshë, oltre a essere una storia affascinante, è la massima rappresentazione di integrazione culturale e sociale d’Europa”.
L’accoglienza non è in antitesi con identità, è necessario però destinare importanti investimenti sui temi dell’integrazione e dell’inclusione. Il 5% della popolazione italiana, 2.500.000 parlanti, ha come lingua materna una lingua diversa dall’italiano. Se a tutto ciò aggiungiamo le nuove minoranze e i nuovi flussi migratori, sarebbe ora di rivedere e riformare la legge 482/99 che tutela le minoranze etnico linguistiche. Anziché ridurla quasi a farla scomparire, occorre invertire la rotta puntando su strategie di politiche sociali ed economiche che ascoltino i diritti e che valorizzino le identità, pensando ora più che mai a una grande Europa Mediterranea.

Continua la battaglia contro l’autonomia differenziata

Dopo i vari presidi e le varie manifestazioni partendo da Roma e continuando in Campania, Calabria e Basilicata, il vicesegretario federale Giuseppe Perri ha partecipato all’incontro dal titolo Autonomia Differenziata tenutosi al Senato.
Dai vari interventi, specifica il vicesegretario Perri, sono emersi in modo netto forti incongruenze costituzionali ed enormi tratti di disparità sociale ed economica che il Disegno di Legge porta in seno, a tutto vantaggio delle regioni del nord Italia.
La parola d’ordine, per IdM, giunti a questa fase resta inevitabilmente: Battaglia Parlamentare e sensibilizzazione continua dell’opinione pubblica centro meridionale.
Per tali ragioni, annuncia il vicesegretario Perri, stiamo già organizzando un allargato dibattito che metterà a confronto innanzitutto il mondo parlamentare con la partecipazione dei vari Governatori regionali, il mondo del lavoro, quello sanitario e rappresentanti dell’area industriale con particolare riguardo alle Piccole e medie Imprese.
«L’IdM – ribadisce il vicesegretario – non arretra!»
Prima di procedere sulla strada dell’autonomia differenziata vanno garantiti prima i Livelli Essenziali di Assistenza e di Prestazione, dimostrando oggettivamente dove sono le coperture Finanziarie e, poi, assicurare un riequilibrio della nefasta spesa storica.
Conclude Perri: «I contribuenti e i relativi contributi dei cittadini meridionali non hanno minor peso o valenza di quelli del settentrione. È inammissibile, pur nel rispetto e nell’applicazione della costituzione, far passare un sistema autonomistico che nella sua applicazione demarcherebbe ulteriormente il divario, già abissale, tra nord e sud, acutizzando il problema dell’esodo culturale, economico e sanitario verso regioni sempre più avvantaggiate.
Il sistema Italia e nello specifico il sistema Nord Italia è consapevole del rallentamento che sta registrando. Solo attraverso il rilancio del Meridione possiamo dare una un nuovo indirizzo e una nuova ripartenza dell’Italia e dell’ Europa.»
Il vicesegretario Federale Perri considera poi “inaudito che un ministro della Repubblica spari a zero contro una Relazione, peraltro chiara e oggettiva, redatta dall’Ufficio Tecnico di Palazzo Madama. La riforma in questa direzione non portano che a una secessione definitiva e irreparabile tra un Nord sempre più Ricco ed un Sud da terzo mondo.
Roberto Calderoli ha puntato la sua vita politica sulla riforma dell’Autonomia Differenziata, sperando in questo caso, data la guida del Dicastero che conduce, e in accordo con il programma elettorale (governativo), di far passare, magari notte tempo e senza ripercussione alcuna, una riforma di tipo medievale e in pieno stile leghista.”
Scrive ancora Perri: “Evidentemente il Ministro non ha ancora capito che lo stato non appartiene ai partiti che lo governano, non si tratta di un azionariato, organi e uffici tecnici preposti e voluti costituzionalmente non possono essere politicamente imbavagliati!
Oggi più che mai, senza alcuna riserva e limitazione, il partito IdM è pronto a difendere i diritti di tutti i cittadini italiani del Sud e del Nord.
Una riforma concepita e strutturata in questo modo, azzererebbe definitivamente i diritti civili e sociali dell’intera popolazione meridionale, i LEP in materia di Sanità, Istruzione e servizi fondamentali non sarebbero più garantiti e sarebbe cosa gravissima.
A nostro avviso – ribadisce il vice segretario Federale – le condizioni per una riforma sulla autonomia differenziata, strutturata in questi termini non esistono; inoltre i costi dell’operazione per garantire uniformità dei LEP e LEA su tutto il territorio nazionale sono disperatamente troppo elevati per poter spingere questo Governo a trazione Fratelli d’Italia ad assumersi questo impegno e sostenere questa grave riforma.


GRF

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