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Attualità

Guerra in Ucraina: una catastrofe umanitaria


Edil Merici

Con l’imperversare della guerra russo-ucraina stiamo assistendo al massacro di un numero impressionante di militari e civili, alla distruzione di scuole, case, ospedali, luoghi di aggregazione da sempre ritenuti un porto sicuro, inviolabile. Col passare dei giorni iniziano a scarseggiare i viveri e ogni bene primario e la situazione tende al peggioramento, con lo spostamento dell’asse bellico al confine con la Polonia e l’accerchiamento della capitale ucraina. Emerge una sempre più grande preoccupazione, tra i leader mondiali, per gli sviluppi che potrebbero configurarsi all’esito di una e terribile escalation. Ma già oggi siamo di fronte a una sconvolgente catastrofe umanitaria, con migliaia e migliaia persone che scappano dalla guerra: si tratta di famiglie divise, dato che a gran parte degli uomini dai 18 ai 60 anni non è concesso lasciare il Paese perché chiamati alle armi. Sono condizioni estreme, che spingono da un lato molte donne a rimanere a combattere in patria accanto ai loro mariti, padri, fratelli, per non lasciarli soli, dall’altro a mettere al sicuro i loro bambini, i loro anziani che non vogliono allontanarsi dalle loro case, donne e uomini affetti da grave disabilità, sono persone che hanno perso gran parte dei loro effetti personali e che intraprendono il viaggio con la speranza di essere accolti in un posto più sicuro. È la storia di individui alla ricerca di un rifugio in cui potersi addormentare senza il suono di una sirena o il frastuono di una bomba. Questo è, ormai da 18 giorni, un flusso costante di gente stremata, bisognosa di ricevere anche un supporto medico e morale dopo viaggi che durano giornate intere. Grazie all’allestimento di enormi centri di accoglienza a cielo aperto, molti di loro hanno però trovato rifugio grazie ai numerosi volontari che, vicino al confine e nel resto d’Europa, si stanno prodigando per aiutarli. Anche l’Italia si è resa disponibile e si sta mobilitando con importanti iniziative umanitarie e vari comuni della Calabria si stanno attivando per una decisa organizzazione in favore dei rifugiati. Oggi si ha la piena consapevolezza dell’emergenza che stiamo vivendo e della responsabilità a intervenire, dato che questo grande esodo non si fermerà in tempi brevi, ma è anzi destinato a intensificarsi con il passare dei giorni.

Foto: huffingtonpost.it


Trimboli

Raffaella Centaro

Nata a Bianco, paese del “Bello del mare” e cresciuta tra il profumo inebriante dei gelsomini e del bergamotto. Attenta osservatrice, introspettiva e particolarmente curiosa per tutto ciò che la circonda. Appassionata di storia, arte, libri e viaggi. A tre anni leggeva il quotidiano sul divano, a casa dei nonni. Ama la cultura antica, in particolar modo la letteratura greca e latina e le lingue straniere, interesse nato al Liceo Classico e proseguito con gli studi letterari, filologici e linguistici. È Incline allo sport e ha una particolare passione per la danza. Ama la penna perché “Scrivere rende liberi”.

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