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Attualità

Riflessioni dalla Quaresima: prendersi cura degli altri e delle relazioni

Quel che Nessuno vi ha detto

Edil Merici

Bentornati allo spazio in cui ci immergiamo nelle profondità dell’attualità e della società per scoprire ciò che potrebbe sfuggire alla superficie.
Ieri sera ho partecipato con profonda emozione alla messa del mercoledì delle ceneri presieduta, dal vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, Francesco Oliva, presso la maestosa cattedrale di Locri. Durante la messa, mentre il vescovo Oliva condivideva le sue parole di saggezza, mi chiedevo se qualcuno dei presenti avrebbe mai potuto immaginare di essere seduto accanto al misterioso autore di questa rubrica. Forse qualcuno di voi ha scambiato qualche parola con me senza sapere chi fossi, o forse avete semplicemente intrecciato uno sguardo fugace con il pensiero che potrebbe esserci qualcosa di più dietro la mia identità nascosta. È il bello del mistero e della possibilità che si cela dietro ogni parola scritta: l’idea che potremmo essere più vicini di quanto immaginiamo, condividendo esperienze e riflessioni senza mai conoscerci davvero.
Ma tornando ai contenuti della cerimonia, il vescovo ha condiviso con i fedeli una riflessione che mi ha profondamente colpito e che desidero a mia volta condividere con voi oggi.

Non siamo i padroni del mondo, siamo creature chiamate a vivere con altre creature, con sguardo attento a chi è accanto a me. La bellezza delle nostre relazioni, la bellezza della nostra relazione con Dio. Curiamo le relazioni sulla sostanza delle cose, prendendoci cura dell’altro.

Queste parole, cari lettori, risuonano con una potenza e una verità straordinarie. Richiamando alla consapevolezza della nostra posizione nel mondo, ci invitano a guardare oltre noi stessi, oltre i nostri desideri e interessi personali, per abbracciare la bellezza delle relazioni umane e per riconoscere la nostra connessione con il divino.
L’invito a vivere con un occhio attento verso gli altri è un richiamo alla responsabilità e all’empatia, uno stimolo a riconoscere che le nostre azioni influenzano non solo noi stessi, ma anche coloro che ci circondano. La bellezza delle relazioni umane e della relazione con il divino emerge quando ci prendiamo cura l’uno dell’altro con autenticità e profondità, andando oltre le apparenze e valorizzando la sostanza delle cose. Questo messaggio incarna un importante principio di umiltà, rispetto reciproco e amore verso il prossimo, fondamentale per costruire una comunità basata sulla solidarietà e sulla condivisione.
Nella nostra frenetica corsa quotidiana, è infatti facile dimenticare l’importanza di prendersi cura degli altri e di nutrire le relazioni significative che arricchiscono le nostre vite. Ma è proprio in queste relazioni che troviamo la sostanza della nostra esistenza, la vera ricchezza che dà significato alla nostra vita.
Lanciare questo messaggio in occasione del Mercoledì delle Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, periodo di quaranta giorni di riflessione e preparazione spirituale che precede la Pasqua nella tradizione cristiana, ne aumenta esponenzialmente l’importanza.
La Quaresima è infatti un momento di introspezione e di rinnovamento spirituale, durante il quale i fedeli sono chiamati a fare penitenza, a pregare e a digiunare, preparandosi così interiormente alla celebrazione della Pasqua, la festa della risurrezione di Gesù Cristo. È un periodo di rinuncia e di purificazione, in cui si cerca di focalizzare l’attenzione sui valori spirituali e sulla relazione con Dio, ridimensionando le distrazioni e le preoccupazioni della vita quotidiana.
È durante la Quaresima che molti cristiani scelgono di compiere gesti di carità e di solidarietà, impegnandosi in opere di bene verso il prossimo e cercando di vivere secondo i principi dell’amore e della condivisione. È un tempo di crescita interiore, di conversione del cuore e di avvicinamento a Dio attraverso la preghiera, la meditazione e la pratica della giustizia e della misericordia.
In questo periodo di riflessione e di preparazione, la Quaresima offre l’opportunità di approfondire la propria fede, di riscoprire il senso della vita e di rinnovare il proprio impegno verso una vita più autentica e significativa. È un tempo di speranza e di attesa, in cui si guarda avanti con fiducia alla gioia della Pasqua, simbolo di rinascita e di speranza per l’umanità.
Non posso dunque che fare mio il messaggio lanciato alla cattedrale di Locri e invitarvi io stesso a riflettere su queste parole e a cercare nella vostra vita quotidiana modi per coltivare relazioni autentiche e significative. Siate attenti a chi vi circonda, prendetevi cura degli altri e scoprirete la bellezza e la profondità della vita umana, dando un importante contributo al miglioramento del nostro sfortunato territorio.
Vi lascio con questi pensieri, incoraggiandovi a continuare a esplorare le verità nascoste che ci circondano. E chi lo sa, forse un giorno capirete anche la vera identità di chi scrive queste parole.

Foto: gazzetta.it

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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