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Politica

Ernesto Rapani: la desertificazione commerciale, il PSR per le scuole e i beni culturali


Edil Merici

Negli ultimi giorni ha fatto sentire la propria voce su vari temi il senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione Giustizia Ernesto Rapani, che ha presentato un Disegno di Legge per arginare la desertificazione commerciale, annunciato la possibilità, per gli istituti agrari, di accedere direttamente ai bandi del Piano di Sviluppo Rurale e avanzato un’interrogazione per l’implementazione del personale impiegato presso i beni culturali calabresi.

Imprese nei centri storici: «Presentato un DdL per arginare la desertificazione commerciale»

Per limitare la desertificazione commerciale, aumentare la sostenibilità degli esercizi, tutelare i nostri centri storici, servono processi innescati dalla rigenerazione urbana. La riduzione di attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica risultano più accentuate nei centri storici rispetto al resto del comune. La desertificazione commerciale comporta anche inevitabilmente la riduzione dei livelli di servizi offerti e un impoverimento sociale dei nostri borghi antichi. Per limitare gli effetti più gravi di questo fenomeno, insieme ad altri colleghi senatori abbiamo presentato un DdL che argini questi fenomeni. Il testo consente alcune deroghe sulle altezze minime, l’ampiezza delle finestre e le misure abbattimento delle barriere architettoniche, ma solo a determinate condizioni: che si tratti di attività artigianali e attività commerciali classificate come esercizio di vicinato, quindi al di sotto di una certa metratura; che non sia possibile effettuare modifiche strutturali all’immobile e non sia possibile adottare le prescrizioni tecniche per ottemperare agli obblighi previsti. È, inoltre, previsto che i Comuni possano approvare, attraverso appositi regolamenti, misure quali esenzione fiscale per le attività artigianali e commerciali classificate come esercizio di vicinato già presenti o di nuovo insediamento. Misure, quindi, utili a mantenere vitali i nostri centri storici. Ho deciso di sottoscrivere questo DdL per venire in soccorso delle tante aree interne calabresi e di tutti quei borghi antichi che necessitano di supporto in un periodo storico in cui sono sempre più soggetti allo spopolamento.

«Gli istituti agrari calabresi potranno partecipare ai bandi PSR»

Con la norma approvata in Consiglio Regionale che si allinea alle direttive del governo, gli istituti agrari calabresi potranno approfittare delle grandi opportunità dettate dal PSR. Il testo approvato consente a queste scuole, che hanno al proprio interno delle vere e proprie aziende agricole con una propria capacità produttiva, di partecipare ai bandi regionali per lo sviluppo rurale. In tal modo si assicura l’equiparazione di queste aziende allo stato di imprenditori professionisti e, quindi, sarà così possibile consentire di concorrere ai bandi regionali per l’ammodernamento delle strutture e dei mezzi dell’impresa agricola e beneficiare dei contributi pubblici per il rinnovo del parco macchinari o di quelle strumentazioni indispensabili, sia per migliorare la produttività dei propri laboratori, sia per aiutare l’attività didattica degli Istituti agrari e premiare l’imprenditorialità e la propensione allo sviluppo degli istituti di formazione superiore. Esprimo quindi apprezzamento per l’iniziativa legislativa supportata dall’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo che ha recepito le istanze dei dirigenti scolastici. La misura ratificata a Palazzo Campanella contribuirà a far crescere ulteriormente una delle eccellenze del territorio, l’Istituto agrario di Corigliano Rossano diretto da Saverio Madera. Questo può essere considerato anche come primo passo verso la trasformazione degli istituti agrari nei Licei del Made in Italy, proposti dalla presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Un inno alle produzioni bio, chilometro zero e, nel nostro caso, alle produzioni agricole di eccellenza realizzate in Calabria.

Beni culturali: «Il Ministero sblocchi i vincitori dei concorsi»

I musei calabresi rappresentano una ricchezza inestimabile per la nostra regione. Reggio Calabria, Locri Epizefiri, Sibari sono solo tre eccellenze rispetto ai beni architettonici conservati in Calabria e che meriterebbero di entrare a far parte del novero del patrimonio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Mi preoccupa, però, l’impiego delle risorse umane nella gestione dei tanti patrimoni calabresi e, proprio per meglio comprendere le difficoltà del settore, ho chiesto lumi al Ministero della Cultura con un’interrogazione a risposta in aula.
Mi preoccupa ancora, ho riferito al Ministero, la notizia, riportata da fonti di stampa, rispetto al rischio di una prossima chiusura di musei e siti archeologici calabresi. Peraltro, secondo i sindacati, le strutture calabresi sono ormai svuotate di dipendenti dopo l’emorragia determinata dai pensionamenti a cui non è corrisposto un adeguato ricambio. La situazione più eclatante, rilevata già qualche mese fa, riguarda la Soprintendenza di Catanzaro e Crotone, dove sono in servizio soltanto quattro persone (due amministrativi, un centralista e un architetto) che lavorano sotto la direzione dell’architetto Stefania Argenti, su una pianta organica ministeriale che ne contempla ben trentacinque. Allarmante, in particolare, la situazione dei siti pertinenti il Parco archeologico di Sibari e della Direzione regionale musei, in cui il personale di accoglienza e vigilanza in servizio, già numericamente inferiore di oltre il 50% rispetto all’organico previsto, sarà a breve ulteriormente ridotto in vista dei pensionamenti ormai prossimi, al punto da non poter più garantire l’apertura nei prossimi mesi estivi. E se non si interverrà tempestivamente, tale situazione rischia di penalizzare la Calabria nell’accessibilità, fruibilità e promozione, soprattutto in vista della stagione turistica alle porte, di un patrimonio di inestimabile valore, quello archeologico e culturale, che costituisce una delle realtà più positive della regione; un patrimonio che, invece, deve costituire la leva strategica per il rilancio culturale, economico e sociale della Calabria.
Al Ministero della Cultura ho, quindi, chiesto se sia a conoscenza dei problemi che gravano sul comparto della cultura calabrese e se intenda sbloccare la condizione di stasi dei vincitori dei concorsi del Ministero stesso per ripianare le piante organiche e garantire la piena operatività dei musei e dei siti archeologici calabresi.


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