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CronacaReggio Calabria

Carabinieri: 4 arresti e 14 denunce tra Roccella Jonica e Gioia Tauro

Continuano le attività di controllo del territorio da parte dei Carabinieri dell’area metropolitana di Reggio Calabria che, negli ultimi giorni, hanno arrestato 4 persone, ne hanno denunciate 14 e ricevuto due soggetti estradati.

Sorpresi ad appiccare il fuoco a un cumulo di rifiuti: arrestati due giovani di Roccella Jonica

A Roccella Jonica, nei giorni scorsi, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio volti alla prevenzione e contrasto di attività illecite da parte dei carabinieri dell’Arma reggina, la cui presenza sul territorio risulta capillare e costante, i militari della locale stazione hanno arrestato due uomini con l’accusa di incendio e combustione illecita di rifiuti.
In particolare, la pattuglia dell’Arma, attirata dal fumo denso e da fiamme propagatesi nell’area rurale di Contrada Lacchi, hanno sorpreso un 27enne e un 30enne del posto mentre si davano alla fuga dopo aver dato alle fiamme un accumulo di vari materiali, tra cui alcuni rifiuti speciali quali filtri di auto, bidoni di vernice e pneumatici.
La zona è stata messa in sicurezza dai Vigili del Fuoco, che hanno provveduto a estinguere l’incendio, mentre i due giovani, le cui responsabilità dovranno essere successivamente accertate nelle opportune sedi giudiziarie, sono stati dichiarati in stato d’arresto.
Un evento che, ancora una volta, testimonia l’importanza dalla presenza costante e attenta dell’Arma reggina sul territorio, il cui ruolo imprescindibile è quello delle stazioni carabinieri che assicurano la continua assistenza e disponibilità anche nelle zone impervie della provincia reggina.
Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive determinazioni in fase dibattimentale.

Il bilancio dei controlli del territorio a Gioia Tauro

I Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio, hanno arrestato 2 soggetti e denunciato 14 persone per reati in materia di lavoro e ambientali, violazione di sigilli, procurato allarme, lesioni e maltrattamenti.
Nello specifico, i Carabinieri della Sezione Radiomobile hanno arrestato un 49enne per evasione da una struttura sita in provincia di Vibo Valentia presso la quale era sottoposto alla misura cautelare.
Inoltre, sempre i militari della Sezione Radiomobile, durante un normale controllo alla circolazione stradale, hanno deferito in stato di libertà una donna straniera sorpresa alla guida in stato di ebbrezza.
I Carabinieri della Tenenza di Rosarno:

  • hanno arrestato un 58enne rosarnese, raggiunto da un ordine di esecuzione pena, che dovrà scontare 10 mesi di reclusione per favoreggiamento aggravato, commesso in Rosarno nel 2011;
  • unitamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio hanno deferito in stato di libertà tre persone, sorprese a svolgere attività di autocarrozzeria senza alcuna autorizzazione. L’attività artigianale, già in passato sanzionata e posta sotto sequestro, risultava violare le normative ambientali e sul lavoro. A seguito del controllo sono state elevate sanzioni per migliaia di euro;
  • denunciato tre persone per ricettazione di mezzo agricolo rubato, furto di energia elettrica e violazione in materia sanitaria e delle misure di controllo ed eradicazione della peste suina.

I Carabinieri della Stazione di San Ferdinando hanno deferito in stato di libertà tre uomini del posto rispettivamente per maltrattamenti in famiglia nei confronti della propria convivente, per lesioni in quanto l’uomo aveva utilizzato una carabina ad aria compressa per colpire un proprio vicino alla testa, verosimilmente per dissidi di vicinato e, infine, per violazione delle norme ambientali in quanto aveva adibito un’area a discarica di rifiuti speciali.
I Carabinieri di Rizziconi hanno denunciato un uomo per maltrattamenti in famiglia e, insieme ai colleghi della Stazione Forestale di Cittanova, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria un gommista del posto per violazione del testo unico sulle norme ambientali. In particolare, a seguito di un controllo, hanno rinvenuto la presenza in stoccaggio di un numero considerevole di pneumatici fuori uso, di fatto adibendo l’area a discarica abusiva.
I Carabinieri della Stazione di Gioia Tauro, in ultimo, hanno denunciato per procurato allarme due cittadini stranieri che, con una pistola a salve, dal balcone della propria abitazione, avevano sparato numerosi colpi ingenerando il panico tra i passanti e i vicini di casa, che richiedevano l’intervento dei militari dell’Arma.

Estradati due soggetti arrestati in Francia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Al termine delle procedure di estradizione avviate dalla Francia, sono giunti all’aeroporto di Roma Fiumicino 2 dei cittadini afghani arrestati lo scorso 6 giugno in Francia, nell’ambito dell’operazione denominata Parepidemos, ritenuti a vario titolo responsabili di favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina e di esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria.
La cattura dei suddetti è giunta a conclusione delle indagini avviate nel 2020, condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio e dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina diretta da Giovanni Bombardieri che, avvalendosi dei canali di cooperazione internazionale, per mezzo di Europol ed Eurojust, hanno consentito di definire una filiera criminale di immigrazione clandestina localizzata in Turchia, Italia, Francia e Germania.
In particolare, uno dei soggetti nei cui confronti è avvenuta la consegna si identifica nel principale indagato con un ruolo centrale nella complessa attività d’indagine.
È il 2020 quando, a seguito dell’innalzamento del numero di sbarchi di migranti registrato sul litorale reggino, in particolare sulla costa ionica, i Carabinieri avviano una manovra informativa, finalizzata a verificare gli elementi di convergenza di tale fenomenologia, attesa la probabile sussistenza di una rete di trafficanti di esseri umani.L’attenzione dell’Arma, attraverso le Stazioni territoriali, si concentra sui movimenti dei migranti successivi allo sbarco, allorquando (in ragione dell’allora vigente emergenza epidemiologica) venivano posti in isolamento fiduciario presso i centri di contenimento sanitario temporaneo.
Ed è proprio dall’osservazione sul campo che i militari notano il 40enne afgano, residente in Francia, del quale viene registrata la presenza a bordo di un furgone con targa transalpina a Bova Marina.
Le indagini, avviate sotto il coordinamento della DDA reggina, hanno consentito di registrare i movimenti dell’afgano che, dopo avere fatto salire a bordo 10 connazionali, percorre l’intero territorio nazionale, facendo tappa in Abruzzo, in Lombardia e in Liguria, uscendo successivamente dal territorio nazionale dal valico del Frejus.
A seguire, lo straniero varca più volte nuovamente il confine, non dopo essere stato controllato dai Carabinieri di Susa prima di fare ingresso nel traforo del Frejus, circostanza, questa, che ha cristallizzato in maniera univoca l’intenzione del conducente di lasciare l’Italia per far accesso in Francia.
Nel corso del controllo, i militari operanti avevano modo di constatare come l’indagato fosse l’unico occupante del mezzo anche se, da una successiva ispezione, veniva accertata la presenza sui sedili posteriori di alcuni bagagli, dentro i quali venivano rinvenuti pannolini per bambini e altri vestiti chiaramente non appartenenti all’indagato. Inoltre, è stata censita la presenza di un vano, creato appositamente nella parte posteriore del mezzo per nascondere le persone.
Proprio le circostanze con cui i migranti hanno raggiunto la destinazione agognata ha portato la Procura reggina a contestare le aggravanti, confermate nel provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari, di avere esposto le persone trasportate a pericolo per la loro vita (avendoli abbandonati in una zona di montagna, al freddo e alle intemperie, su sentieri scoscesi e impervi) e quella di aver commesso il fatto sottoponendo i trasportati a trattamento inumano e degradante (nascondendoli nel furgone).

Per quanto riguarda il secondo uomo, nei cui confronti è avvenuta la consegna all’Italia, dalle indagini è emerso che lo stesso rivestisse il ruolo di intermediario tra il trasportatore e i parenti dei trasportati.
La sinergia investigativa tra i reparti dell’Arma dei Carabinieri e la Polizia estera, in costante raccordo operativo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia ha ulteriormente confermato come la fattiva e intensa collaborazione investigativa tra forze di polizia sia stata fondamentale nell’individuazione dell’attività criminale di immigrazione clandestina sul territorio continentale.
Trattandosi di provvedimento cautelare, restano salve le successive determinazioni in fase processuale.


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