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Costume e SocietàLetteratura

Il piano di Fedora

Novelle Ioniche


Edil Merici

Di Luisa Totino

Subito dopo la scomparsa di Ade, nella sala del Tempio si sentiva soltanto il respiro pesante delle ragazze, ancora atterrite per l’accaduto.
A un tratto Isabella, cadde a terra, piangendo disperatamente: «È tutta colpa mia, non dovevo portare a casa quel maledetto cofanetto! Tutto questo non sarebbe accaduto!»
Anna, cercando di consolare l’amica, disse: «Non è colpa tua, non potevi sapere di questo inganno. Nessuno poteva. Sono stati ingannati anche loro, che hanno avuto a che fare più da vicino con la vicenda» indicando Proteo e Fedora, in piedi, davanti a loro.
Fedora, però, rispose: «Non è come sembra. Ade crede di avermi assoggettata, ma sono riuscita a proteggere la mia volontà, schermando i miei veri pensieri con alcuni falsi.»
Betty, sorpresa da quelle parole, disse: «Alla faccia di Harry Potter. Nell’antichità sapevano come usarli i poteri!»
E Fedora: «Che cosa sarebbe questo Potter?»
E Betty: «Tranquilla, un ragazzo con dei poteri magici, ma che non esiste veramente. Ti spiegherò, un giorno. Ma dimmi, come fai ad avere questi poteri? Sei solo una sacerdotessa, in un Tempio di 2.000 anni fa!»
E Fedora: «Mia madre era una delle Dieci Iniziate. Dieci Sagge a cui era stato dato il dono di conoscere tutto il sapere, anche quello futuro. Fin da piccola fui introdotta a questo, per essere, un giorno, come lei. Mi diceva sempre che tutto intorno a noi ha qualcosa da comunicarci, basta riuscire a entrare in sintonia con esso. Una volta che trovi la via puoi mutare gli eventi senza conseguenze, perché tu sei ciò che ti circonda e ciò che ti circonda è in te. Una volta completata la prima parte del percorso, le novelle come me vennero inviate a fare esperienza come sacerdotesse, come oracoli o come consigliere di re e governanti.»
Betty, stupita, disse: «Incredibile! Ora mi è tutto chiaro!»
Fedora continuò: «Così arrivai in questo Tempio, diventando la sacerdotessa di Afrodite. La mia Signora è stata sempre molto buona con me, anzi, ne divenni la confidente. Ed è per questo che non potevo permettere che la maledizione la colpisse per sempre. Dovevo fare qualcosa, deviare il corso del sortilegio, ed eccoti qui, la fanciulla che può salvarla. Dobbiamo darci da fare, però».
Proteo, che fino a quel momento si sentì messo da parte, intervenne prontamente: «Voglio dare una mano anche io. Sono pentito di ciò che ho fatto e voglio rimediare. Ha ragione Fedora, se non liberiamo Afrodite, nel mondo non ci sarà più amore e tutti diventeranno l’ombra di se stessi. Il tempo si congelerà e Ade diventerà il Signore incontrastato di tutto e di tutti, uomini e dei». Isabella, allora, disse: «Ecco perché, in certi momenti, tutto sbiadiva. Ma cosa possiamo fare? Non sappiamo neanche dove è nascosto lo scrigno!»
E Fedora: «Lo so io! Durante il sortilegio ho strappato, di nascosto, una ciocca di capelli di Afrodite. Essi ci diranno dove si trova»
E Betty: «E come?»
E Fedora: «Con l’occhio d’acqua. Venite con me, vi faccio vedere!»
Le ragazze e Proteo la seguirono fino a un cortiletto al centro del quale c’era una vasca con dell’acqua.
Quando furono vicini a essa, Fedora disse: «Questa è un’acqua proveniente dalle Sorgenti del Mistero. Risponde a qualsiasi quesito su una persona scomparsa, basta gettarvi dentro qualcosa che le appartenga.»
Detto questo lasciò cadere i capelli di Afrodite e chiese: «Dicci, acqua che tutto sai, dove si trova la Signora dell’Amore, Afrodite?»
Nell’acqua limpida, a poco a poco, comparvero delle immagini inquietanti, e una voce disse: «In un luogo oscuro e freddo, ella si trova, custodita, giorno e notte dalla grande bestia. Il suo veleno fa scivolare subito nel sonno eterno. Dopo aver paralizzato la vittima, si nutre di essa, lasciando un misero guscio vuoto. Nessun essere vivente o dio è mai riuscito ad ucciderla.»
Le immagini mostravano un antro oscuro, illuminato da poche fiammelle, e un ombra indistinguibile, che girava intorno allo scrigno.
La voce continuò: «Una piccola luce di speranza si farà strada, perché sono le nostre scelte, e non chi siamo, a far compiere grandi gesta!»
Poi il silenzio, Fedora si rivolse a Proteo e disse: «Hai capito anche tu dove si trova, vero?»
E Proteo: «Purtroppo sì»
Isabella aggiunse: «Fa paura solo a pensarci, ma le conseguenze senza Afrodite, sarebbero peggiori della morte. Quindi, noi siamo pronte. Dicci cosa fare.»
E Fedora: «Afrodite è nella Valle della Perdizione. Ma prima dobbiamo prepararci al viaggio. Seguitemi!»

Continua…


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