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Attualità

La Cineteca della Calabria condanna l’intimidazione a Mauro Lamanna


Edil Merici

Di Eugenio Attanasio e Domenico Levato – Cineteca della Calabria

L’intimidazione subita da Mauro Lamanna ci ha colpito nel più profondo. In una città che noi vantavamo spesso come aliena a questo tipo di manifestazioni delinquenziali, alzando spesso il vessillo di essere un posto tranquillo e, invece, l’accaduto ci fa sprofondare nella quotidianità di un contesto piuttosto amaro. E lo spunto è una proiezione cinematografica negata in un quartiere considerato difficile, un’iniziativa non economica ma culturale di un gruppo di persone che portano in giro un carro di Tespi del cinema per le periferie catanzaresi. In proposito noi, come Cineteca della Calabria, nel passato anno Pasoliniano abbiamo avuto modo di proporre le interviste e i passaggi del regista friulano su Catanzaro e la Calabria che aprirono, all’inizio degli anni ’60, il dibattito sulla riscoperta del Sud Italia, sentendo cose spesso spiacevoli. Ecco ritrovarsi per noi improvvisamente in un mondo post pasoliniano di conflitti che pensavamo risolti e che invece ci si ripropongono ancora aperti. Sintomo evidente di un lavoro che c’è ancora da fare. Apparteniamo a quelle categorie di persone che pensano che con il cinema si possano modificare le coscienze, partendo sin dal mondo della scuola, nelle quali noi proponiamo percorsi educativi basati sulle grandi lezioni dei maestri. Vittorio De Seta, Pier Paolo Pasolini, Gianni Amelio sono i nostri punti di riferimento, perché hanno saputo analizzare e raccontare questo mondo dolente che oggi ci si manifesta fatto di povertà, disagio, ignoranza, violenza, intimidazione, sopraffazione. Parlo di Diario di un Maestro e de La fine del gioco, che inizia proprio con la camminata di un gruppo di ragazzi che vengono dal riformatorio; il giovane Amelio, nel 1970, sceglie di parlare della sua città attraverso l’esperienza di un minorile. Le mie riflessioni partono da questo: capire che c’è molto da fare e che non basta stigmatizzare il comportamento negativo e fare sentire solamente la nostra solidarietà a Mauro e ai ragazzi di Divina Mania. Saremo al loro fianco e insieme possiamo capire che invece è il momento di rimboccarsi le maniche, e di tornare all’Aranceto, a Pistoia, alla Fortuna, al Corvo per organizzare altre cento e mille rassegne, partendo proprio dal mondo della scuola.


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