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Attualità

CGIL: il nuovo turismo enogastronomimco, il caldo estremo e la Ionio-Tirreno


Edil Merici

Proseguono le attività della sezione regionale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, che si è riunita per discutere del futuro del turismo enogastronomico, ha richiesto la sospensione delle attività edili in occasione dell’ondata di calore che sta investendo la regione e parlato della chiusura della SGC 682.

Gettate le basi per un piano strategico enogastronomico e culturale

Le opportunità per cambiare e invertire la rotta nel settore del turismo legato alla qualità dei luoghi e del cibo, gli spunti perun piano strategico per il Turismo Enogastronomico e Culturale. Se ne è discusso nel Castello di Squillace nell’iniziativa organizzata dalla sezione regionale della CGIL, con la collaborazione delle federazioni di categoria che si occupano di turismo e agroalimentare (Federazione Italiana Lavoratori Commercio, Albergo, Mensa e Servizi e Federazione Lavoratori Agro Industria).
Per il segretario regionale della CGIL Angelo Sposato «il settore turistico è in crescita, ma occorre stimolarlo, sia dal punto di vista dell’offerta sia in termini di qualità dei servizi e del lavoro. Le potenzialità del settore non corrispondono, infatti, alla qualità del lavoro: contratti irregolari, sfruttamento, utilizzo di contratti impropri. Bisogna fare una battaglia contro la precarietà e mettere a regime un sistema che possa dare qualità di servizi e del lavoro mettendo insieme i vari turismi che abbiamo in Calabria, beni culturali, enogastronomia, turismo religioso e puntare su una Carta Turistica unica in Calabria. Anche la Regione deve avviare una discussione profonda sul rilancio del settore e sui diritti dei lavoratori.»
Punta sulla creazione di percorsi del cibo la segretaria regionale della FLAI Caterina Vaiti: «Il turismo enogastronomico deve essere strettamente legato al turismo culturale, unendo le bellezze paesaggistiche e turistiche a dei percorsi del cibo che partano dal nord al sud della Calabria. In questo è fondamentale la collaborazione tra comuni per far sì che la persona che, ad esempio, sceglie la meta balneare, sia incentivato ad andare anche nell’entroterra con dei percorsi studiati e sinergici per poter apprezzare le specialità locali e il cibo del luogo.»
«Importante – aggiunge Vaiti – è che i due ministeri, quello del Turismo e quello dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste siano connessi e che a cascata lo siano anche gli assessorati regionali. In Calabria non abbiamo un assessorato al Turismo, perché la delega è rimasta al presidente della Regione, mentre riteniamo sarebbe opportuno che ci fosse un assessorato apposito e che gli assessorati possano viaggiare insieme.»
«Occupare la cultura, questa la provocazione che vogliamo lanciare stasera da Squillace da dentro un castello. Se abbiamo ancora meravigliosi castelli in Calabria – ha affermato il segretario regionale della FILCAMS Giuseppe Valentino – è perché c’erano le corti, i re e le regine che man mano abbiamo cacciato per vivere in democrazia. Oggi paradossalmente gli stessi castelli che i Comuni hanno acquisito in nome per conto del popolo ci vengono privati, non sono fruibili se non a pagamento, e così per altri luoghi meravigliosi e di interesse paesaggistico che siano parchi archeologici, attrattive turistiche e culturali. Abbiamo bisogno di costruire una cultura alternativa che permetta alla Calabria di diventare una terra di libertà in tutti i sensi. L’iniziativa è stata una piccola tappa in un percorso nel quale l’obiettivo è quello di mettere il sistema turistico sottosopra. C’è bisogno – ha concluso – di ripensare a un sistema turistico fruibile da tutti e che attivi dal basso le imprese, le associazioni, il territorio e naturalmente le lavoratrici ed i lavoratori i cui diritti devono essere garantiti nel rispetto dei Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore.»
Al termine dell’evento, moderato dal giornalista Pietro Melia e a cui hanno preso parte anche il Segretario della sezione Area Vasta della CGIL Enzo Scalese, il vicepresidente dell’European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions Andrea Coinu, il presidente dell’Ente Bilaterale Turismo della Calabria Francesco Perino, il direttore amministrativo e finanziario Gruppo di Azione Locale Serre Calabresi Carolina Scicchitano e l’assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace Franco Caccia, si è tenuto un aperitivo di solidarietà alle popolazione delle Marche e dell’Emilia Romagna.

Caldo estremo: “Stop alle lavorazioni anche in campo edile”

“È necessaria massima attenzione e l’applicazione di ogni condizione di sicurezza per i lavoratori edili che in questo periodo stanno lavorando in una situazione di estremo disagio e possibile pericolosità provocati dal caldo estremo”. Così si esprimono le sezioni regionali della Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini e della CGIL, chiedendo al presidente della Regione Roberto Occhiuto un’ordinanza di sospensione delle lavorazioni così come richiesto nel settore agricolo.
A fronte dei primi interventi di emergenza già prestati a seguito di preoccupanti colpi di calore e della previsione di temperature ancora alte nei prossimi giorni, è necessario che le aziende adottino tutte le misure utili (informativa sugli effetti del calore, controllo della temperatura e dell’umidità del luogo di lavoro, predisposizione di aree di riposo ombreggiate, organizzazione di orari e turni di riposo, messa a disposizione di acqua fresca, evitare lavori isolati e così via) tese ad abbattere il rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri edili, compreso il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) con causale eventi meteo, affermano il Segretario regionale della CGIL Sposato e il Segretario regionale FILLEA Simone Celebre.
A questo proposito i due sindacalisti sottolineano che nei cantieri edili quest’ultimo strumento è previsto nel caso in cui il termometro superi i 35°, ma anche con temperature inferiori quando percepite elevate, come ad esempio avviene in particolari lavorazioni e/o con un elevato tasso di umidità.
A tale proposito, è bene ricordare che la sezione regionale della FILLEA ha ottenuto con le altre Organizzazioni Sindacali di categoria la variazione dei turni di lavoro nei cantieri legati alla costruzione del Terzo Megalotto della Strada Statale 106 Ionica, onde consentire ai lavoratori di essere impiegati nelle ore meno calde.
Nello stesso periodo la FILLEA, con tutte le sue strutture territoriali, ha informato le prefetture di Catanzaro, Vibo, Crotone e Cosenza in merito alla necessità di indicare e informare sui pericoli da colpo di calore e sugli accorgimenti e le misure da prevedere sui luoghi di lavoro.
La salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori è un diritto irrinunciabile che in un Paese civile deve fare il paio con il lavoro che non può non essere anche sinonimo di sicurezza.

“Si eviti la chiusura della ionio-Tirreno”

La nostra attenzione sulla Strada di Grande Comunicazione Ionio-Tirreno, oltre alle tante ripercussioni sul lavoro, sulla sua durata e sicurezza, sulla sua qualità, è dovuta anche alla nostra storia. Fu il sindacato a spingere negli anni ‘60 e ‘70 per un’arteria che non costringesse i cittadini della provincia di Reggio e della Calabria a “circumnavigare” la punta dello stivale ma che tagliasse quel tratto di montagna tra l’Aspromonte e le Serre per aprire una via diretta e più moderna per la mobilità dell’intera area. E, infatti, il sindacato confederale calabrese, dopo una serie di manifestazioni, il 6 ottobre 1977 tenne un incontro con la Comunità Montana che aveva il compito di occuparsi dei progetti della strada. I lavori finirono, però, solo dopo 13 anni con delle opere come i guard rail già allora, appena dopo l’inaugurazione, fuori norma. Da allora fino a oggi tanti interventi tampone per una strada, comunque, tanto utile quanto pericolosa, che ha provocato tantissime morti e che va radicalmente manutenuta soprattutto nelle gallerie della Limina e del Torbido. L’utilità della Bovalino-Bagnara, oggi, si dimostra in tutta la sua necessità. Pensare, però, di interrompere completamente la circolazione per circa due anni è senza dubbio sbagliato, perché contrasta con gli interessi di intere popolazioni che quotidianamente la percorrono per lavoro. Sarebbe per altro un colpo durissimo all’economia già pesantemente colpita, aggiungendo un altro macigno alle condizioni di insufficiente ammodernamento di un’area che ha bisogno come il pane, invece, di essere raccordata al resto della Calabria. Solo per fare un esempio, un cittadino di Vibo Valentia che deve raggiungere Marina di Gioiosa Ionica oggi ci impiega solo 59 minuti, con la chiusura della Ionio-Tirreno 3 ore. Riteniamo inimmaginabile un’ipotesi di questo tipo. Pensiamo, invece, che tecnicamente ci siano tutte le condizioni per prevedere cantieri mobili, a senso alternato, notturni, garantendo sicurezza e diritti dei lavoratori, ma in grado cioè di garantire durante le fasi più complicate dell’appalto un grado minimo e sufficiente di circolazione. Per questo sosteniamo i comitati di cittadini che stanno sorgendo. Riteniamo, inoltre, che un Ente come la Città Metropolitana di Reggio Calabria debba reagire prontamente alla chiusura della Ionio-Tirreno proponendo un tavolo tecnico autorevole e serio presso il ministero dei Trasporti, coordinato dal Ministero dell’Interno, perché una chiusura così lunga potrebbe causare non solo disagi ma anche una insofferenza sociale a cui va data immediata risposta.
È impensabile ritenere che l’intera area ritorni agli anni ‘80, è improponibile che una generazione di studenti non possa spostarsi per continuare gli studi, è inaccettabile che chi lavora sia costretto ad orari lunghi e intollerabili. È medievale credere che non si possa trovare una soluzione alternativa per avviare i lavori di ammodernamento senza la chiusura totale.


GRF

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