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Costume e SocietàLetteratura

L’intervento di Akyòs

Novelle Ioniche


Edil Merici

Di Luisa Totino

Isabella chiudeva gli occhi e li copriva con le mani, per non guardare in basso. Non riusciva a controllare i pensieri. Voleva le venissero in mente immagini bellissime, di momenti passati, che l’avevano fatta sentire al settimo cielo, oppure sogni che sapevano di miele e romanticismo, ma la paura le attanagliava i neuroni. La cosa peggiore, per lei, era non sentire la terra sotto i suoi piedi, e vedere tutto così distante, senza alcun contatto, la destabilizzava. In quel momento l’unica certezza erano gli artigli dell’aquila gigante, che la tenevano stretta e, anche se inquietanti, la sostenevano. E le venne in mente quell’abbraccio paterno di cui aveva beneficiato ben poco quando era piccola, e quell’apprezzamento sperato invano quando raggiungeva qualche traguardo.
«Tu non sei tuo padre!» tuonò una voce sopra di lei, che squarciò tutti i suoi pensieri in un attimo. «Chi parla?» disse Isabella, continuando a tenersi le mani davanti agli occhi.
«Sono l’aquila che ti sta facendo sorvolare il labirinto»
E Isabella: «Puoi parlare?»
E l’aquila: «Sì. Faccio parte di una specie quasi estinta, che una volta era onorata dagli dei. Zeus in persona mi cavalcò, un giorno. Volammo fino all’orizzonte del mondo e oltre.»
E Isabella: «Non ho dubbi che sei un essere onorevole e straordinario, ma vorrei scendere, perché non atterriamo?»
E l’aquila: «Perché continui a non fidarti di te stessa e delle tue capacità! Il solo fatto che sei qui, per salvare Afrodite, dovrebbe convincerti!»
E Isabella: «Ma non riesco a farlo! Ancora non capisco perché sono io la prescelta. Non sono così pura e perfetta come dice Fedora. E poi ci sono le mie paure, come posso essere così speciale?»
E l’aquila: «La pienezza del cuore e dell’anima non va di pari passo con la perfezione, ma con la capacità di perdonarsi e di perdonare, tentando di meritarci quel bene interiore da trasmettere agli altri, e ciò ci porta a fare scelte giuste e non facili, che possano cambiare il corso degli eventi»
E Isabella: «È arduo credere in se stessi!»
E l’aquila: «Non è arduo, sei tu che lo rendi tale, perché non lasci cadere ciò che appesantisce il tuo spirito. Lascia andare, Isabella, quel vuoto che ti perseguita da sempre!»
E Isabella, per la prima volta, cercò di non pensare più a ciò che le mancava, ma a quello che aveva ottenuto dal quel vuoto in poi, e le sembrò che tutto diventasse leggero. Teneva ancora gli occhi chiusi.
«Togli le mani dagli occhi e guarda!» disse l’aquila. Isabella scese le mani e aprì gli occhi, la sua meraviglia fu grande quando vide che stava volando accanto all’aquila.
«Come è possibile? Sto volando! Ed è bellissimo!»
E l’aquila con una grande risata le disse: «Ciò che sembra impossibile è già possibile dentro di noi! Forza, salta in groppa, andiamo a prendere i tuoi amici e usciamo da questo labirinto. Il tempo è prezioso e si sta congelando sempre più, l’amore sta per essere inghiottito. Dobbiamo sbrigarci a salvare Afrodite, altrimenti tutto sarà perduto e cadrà sotto il dominio di Ade!»
E Isabella: «Fedora mi ha detto che non è possibile uscire dal labirinto senza superare la prova a cui ci avrebbe sottoposto!»
E l’aquila: «Kendra, in questo momento, sarà già sulla strada che conduce al Tartaro, non siete neanche lontanamente nei suoi pensieri. Credo sia convinta che non uscirete più dal labirinto. Guarda, eccoli laggiù, non sono distanti l’uno dall’altra. Tieniti forte, che sto per scendere in picchiata!»
L’aquila così fece, e in un batter d’ali, con l’aiuto di Isabella, prese su di sé Proteo, Anna e Betty, che disse: «Cosa è successo? Un attimo prima provavo una paura folle, e ora sono in groppa a aquila gigante!»
E Proteo: «Non è una semplice aquila, lui è Akyòs, il signore di tutti i volatili!»
E Anna: «Grazie, signor Akyòs, per averci salvato, il suo intervento è stato provvidenziale!»
E Betty: «Anna, hai capito che si tratta di un’aquila, vero?»
Intanto erano usciti dal labirinto, e quando furono abbastanza distanti da esso, Akyòs, fece scendere tutti a terra, finalmente liberi.
Isabella disse: «Noi siamo fuori, ma Fedora?»
E Betty: «Non preoccuparti, è provvista di molti poteri, se la caverà, la possiamo aspettare qui»
E Proteo: «Sì, ma non per molto, il tempo stringe, dobbiamo arrivare alla Valle della Perdizione.»
E Isabella: «È vero, ma senza l’aiuto di Fedora non possiamo fare nulla!»
Come ebbe finito di parlare sentirono dei rumori provenire da dietro un cespuglio. Furono presi dal panico, tanto da nascondersi dietro le grandi ali di Akyòs…

Continua…

Foto: pinimg.com


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