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Costume e SocietàLetteratura

Il satiro Kiry

Novelle Ioniche


Edil Merici

Di Luisa Totino

Isabella disse a Fedora: «Che succede? Cosa hai visto?»
E Fedora: «Kendra e le sue guerriere sono passate di qui. A quest’ora saranno già da Ade, a dare il loro supporto, ricattandolo. Dobbiamo stare attenti, quando saremo all’interno del Tartaro. Se mia madre non si è sbagliata, troveremo un buon amico disposto ad aiutarci a giungere alla Valle della Perdizione.»
S’inoltrarono, cauti e guardinghi, nell’infernale antro, dove un calore insopportabile attanagliava le loro membra, annebbiando persino lo sguardo. Discesero scalinate che sembrava fluttuassero sull’abisso. Le tre ragazze erano terrorizzate, ma con l’aiuto di Proteo e Fedora, riuscirono a farsi coraggio e a proseguire. Giunsero, così, in una fosca foresta, dove gli alberi, anneriti dal fumo, sembravano figure scheletriche, pronte ad agguantare i nostri viaggiatori, con i loro rami contorti.
Fedora disse agli altri: «Questa è la Foresta dell’Inganno. Guardate sempre avanti, altrimenti gli alberi offuscheranno la vostra mente con inquietanti allucinazioni, per disorientarvi, tanto che in preda alla disperazione, perdereste il senno e non uscireste più da questo luogo.»
Le ragazze non se lo fecero ripetere due volte e fissarono lo sguardo solo in avanti, nessun movimento strano. Ma Isabella si accorse, con la coda dell’occhio, che un ombra scivolava furtivamente dietro gli alberi.
Disse a Fedora: «Qualcuno ci sta seguendo. pensi sia Kendra?»
E Fedora: «Kendra non passerebbe mai di qui, ma qualcuno che conosco, sicuramente»
Poi, a voce alta, disse: «Sei tu Kiry?»
E una voce, timida e sconsolata, rispose: «Sono io! Non preoccuparti, Fedora, segui la mia voce e tu e gli altri uscirete dalla foresta senza conseguenze!»
E così fecero. Quando furono all’esterno della foresta, distolsero gli sguardi, stanchi di seguire la stessa direzione, e videro davanti a loro un satiro in carne e ossa.
Betty disse: «Per la miseria, nessuno mi crederebbe, in questo momento!»
Fedora disse agli altri: «Lui è il mio amico Kiry, siamo cresciuti insieme. Siamo in ottime mani, lui ci aiuterà a raggiungere la Valle della Perdizione senza essere visti da Ade.»
Kiry disse: «È per me un onore conoscervi, gli amici di Fedora sono anche miei amici. Venite, andiamo nella mia piccola dimora e vi spiegherò tutto.»
Seguirono il satiro fino a una piccola grotta, quasi al riparo dalle incandescenti fiammate, che guizzavano d’improvviso dal terreno. Entrarono in una dimora umile, ma accogliente, tutto era di pietra, con cataste di foglie e rami, messe un po’ a caso.
Fedora disse: «Ti sei sistemato bene da quando Ade ti ha fatto finire in questo posto!»
E Kiry: «Non mi posso lamentare, tranne per le fiammate che ogni tanto arroventano l’uscio e infiammano i rami e le foglie, costringendomi a ricominciare tutto da capo.»
Betty, troppo curiosa, chiese: «Come mai un satiro è finito nel Tartaro?»
E Kiry: «La mia natura di satiro mi porta spesso a spaventare le persone, che si trovano a passare per i boschi. Non lo faccio apposta, voglio solo divertirmi un po’. Un giorno, però, scherzai con delle fanciulle che si stavano trastullando vicino a un ruscello. Molto probabilmente Ade era nelle vicinanze e vide la scena. Subito mi si avventò contro e mi scaraventò nella voragine della terra, che aprì egli stesso. E questa è la mia storia. Da quel giorno mi rendo utile per tutti coloro che capitano da queste parti e devono attraversare il Tartaro, per un motivo o per un altro.»
Betty chiese ancora: «Che aspetto avevano le fanciulle al ruscello?»
E Kiry: «Bellissime, soprattutto una, con dei cappelli riccioluti e corvini e uno sguardo così penetrante…»
E Betty: «… da riuscire a leggerti dentro»
E Kiry: «Sì, proprio così!»
Betty, allora, si rivolse ad Anna, facendole l’occhiolino con un sorriso sornione.
Fedora interruppe la conversazione e disse: «Come avrete capito dal nostro amico Kiry, ci aiuterà a camuffarci, per passare inosservati davanti alla dimora di Ade. Ebbene sì, per arrivare alla Valle della Perdizione, dobbiamo passargli sotto al naso. Ma Kiry ci aiuterà a disorientarlo, coprendoci di rami e foglie, e strofinandoci addosso un po’ del suo odore. Ad Ade non piace affatto l’odore dei satiri e, quindi, si allontanerà, permettendoci di proseguire. Dobbiamo camminare piano, senza destare sospetti, saremo dei cespugli e nient’altro.»
Betty con smorfia di disgusto, disse: «Io quelle cose non me le metto addosso, né tantomeno voglio puzzare di capra!»
E Fedora: «Non fate storie! O così o inceneriti da Ade. Cosa preferite?»

Continua…


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