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Costume e Società

Ex allievi del Liceo “Zaleuco” di Locri si ritrovano dopo un trentennio


Edil Merici

Dalla gloriosa 5ªB dello Zaleuco dell’Anno Scolastico 1989/1990

Una data qualunque, di una calda sera d’estate, ma il caldo aveva un sapore diverso, fatto di ricordi, emozioni, di un gruppo di compagni di Liceo che, a 33 anni dal diploma, conseguito presso il prestigioso Zaleuco di Locri, ha sentito il bisogno di riunirsi, perché quando si passano gli anni dell’adolescenza in maniera vera, profonda e con un forte spirito di gruppo, questo ti accompagnerà sempre, nelle diverse tappe della vita, qualsiasi cosa tu sia chiamato a diventare. Il fautore del memorabile incontro è stato Vincenzo Serafino, il nostro Presidente, degno rappresentante di una classe formata da componenti di tutto rispetto: Daniela Adornato, la mente matematica del gruppo, a lei si deve la buona riuscita dei nostri famigerati compiti di Matematica; Peppe Capogreco, Peppe Capo, l’avvocato stiloso; Paolo Esposito, detto Pallina, l’ animatore analogico di tante lunghe giornate a scuola, inventore dei primi meme grafici; Mino Evoli, il farmacista di tutti, anche dei professori; Rossella Fontana, la dispensiera di commenti critici letterari già dal primo anno, «anche se ricordo solo che mi piaceva leggere, sempre» come dice l’ interessata; Carmen Papandrea, dalla mente aperta e sempre pronta nelle chiacchiere di gruppo; Peppe Reale, fascinoso e schivo; Simona Romeo, allegra e in perpetuo movimento; Ugo Serafino, il più giovane; Domenico Vescio, una forza della natura, un eterno Peter Pan di simpatia e vivacità; Stefania Vumbaca, allegra e dalla battuta sagace.Un professore, una volta, vedendola giocare a nome, cosa e città, le disse: «Io non sposerei mai una donna che si diletta con questo gioco» e lei, prontamente: «Ma io nemmeno sposerei lei, prof!». E tanti altri della fantastica 5ªB, che ci auguriamo di salutare nei prossimi giorni. Pallina ha, poi, animato la nostra specialissima serata, cantando le canzoni degli anni ‘90, quelli della nostra meglio gioventù: Antonello Venditti, Vasco Rossi e così via, e noi dietro a fare un coro da stadio, a ballare tutti insieme come se l’adolescenza non ci avesse mai lasciato. Chi era presente nel locale ci ha invidiato, soprattutto per la nostra allegria, le nostre risate, il nostro fare gruppo e, alla fine, ha ceduto alla nostra energia e ha ballato con noi. Gli avventori del locale certo non hanno scelto la serata giusta, se aspiravano a una cena tranquilla.
Le ore sono trascorse liete e veloci, così come la notte, scesa sui nostri anni liceali dietro i banchi di scuola.
Oggi, purtroppo, l’edificio che ha visto le nostre ansie, le nostre paure e i nostri momenti sereni e spensierati non c’è più.
Rimaniamo noi, come pilastri forti e robusti di una cultura basata non solo sulle nozioni, ma sulle emozioni e la comprensione reciproca. La scuola, inconsapevolmente, ci aveva reso amici veri, non solo compagni di classe, e noi abbiamo tenuto stretto questo dono come qualcosa di prezioso.


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