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Politica

Lega: la situazione dei porti Italiani e il caso Apostolico


Edil Merici

Proseguono le attività della sezione calabrese della Lega, che è tornata a commentare la questione del Porto di Gioia Tauro e ha detto la sua sul caso Iolanda Apostolico.

La difficile situazione dei porti italiani

L’inclusione del settore marittimo all’interno del sistema di scambio europeo di quote di CO₂ che entrerà in vigore a partire dal 2024, causerà un danno enorme alla competitività e alla tenuta economica dei porti più esposti alla competizione internazionale, soprattutto se specializzati nelle operazioni di trasbordo. Infatti, l’ETS non è altro che un sistema articolato per tassare le emissioni di CO₂ e il modo in cui è stato concepito è tale da rendere molto più vantaggioso per una compagnia di navigazione effettuare le operazioni di trasbordo nei porti del Nord Africa anziché in quelli italiani, come Gioia Tauro. Nel corso delle negoziazioni tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo è stato inserito un correttivo che ha lo scopo di rendere meno vantaggioso effettuare il trasbordo in porti di Paesi Terzi, ma è un correttivo del tutto insufficiente per garantire una reale competizione tra porti UE ed extra-UE.
La Lega ha segnalato per prima il problema in Parlamento Europeo fin dal 2021, denunciando i rischi che l’attuale formulazione dell’ETS porta con sé per i porti di trasbordo europei, primo tra tutti Gioia. In sostanza, i rischi sono: diversione delle rotte su altri porti con conseguente perdita di investimenti, perdita di posti di lavoro e mancato sviluppo economico. In origine avevamo chiesto di escludere i viaggi internazionali dall’ambito di applicazione dell’ETS, per risolvere il problema alla radice, ma la maggioranza in Parlamento Europeo si è schierata contro la nostra proposta. A oggi la Direttiva è stata approvata e l’applicazione al settore marittimo comincerà nel 2024. Porti come Gioia corrono un rischio elevato. Il Ministro Salvini ha sensibilizzato l’intero governo sul tema, e l’Italia, assieme ad altri Stati Europei, si sta muovendo a Bruxelles per spingere la Commissione Europea a intervenire, sulla base della clausola di revisione della Direttiva che permetterebbe alla Commissione di proporre modifiche fin dal principio.
In data 3 ottobre, l’Eurodeputato Paolo Borchia ha chiesto al Commissario designato Maroš Šefčovič, che prenderà il portafoglio sulla transizione energetica che è stato fino a poche settimane fa del Commissario Frans Timmermans, cosa intende fare per risolvere il problema creatosi. Šefčovič ha dimostrato di essere a conoscenza del problema e si è limitato a sostenere che la Commissione ci sta lavorando.
Nello specifico, il correttivo potrebbe consistere nel demandare alla Commissione di stilare una lista di porti di trasbordo situati in Paesi extra-europei che, al momento del computo dell’emissioni di una nave che attracca in Europa, non sono considerati porti d’approdo, e pertanto rendono più lungo il viaggio computato per quella nave. Esempio: una nave che fa la tratta Singapore-Tanger Med-Marsiglia, dovrebbe pagare le emissioni rilasciate nel tratto Tanger Med-Marsiglia, essendo Tanger Med il porto di partenza del viaggio verso l’Europa. Ma se Tanger Med è inserito nella lista dei porti di trasbordo, la nave dovrà pagare le emissioni rilasciate nel più ampio tragitto Singapore-Marsiglia (si badi bene, le emissioni tassate sui viaggi UE-extra Ue sono il 50% del totale emesso). Ciononostante, risulterebbe sempre più vantaggioso per una compagnia di navigazione fermarsi a fare operazioni di trasbordo in un Paese Terzo anziché farle in Europa. Inoltre, navi che fanno tratte tra due porti extra europei (ad esempio, Singapore-New York) sono sicuramente propense a fermarsi in Nord Africa anziché in Italia, perché in quel caso non dovrebbero in alcun modo sottostare al regime dell’ETS. La lista di porti di trasbordo verrà presentata dalla Commissione UE, che aveva aperto una consultazione al riguardo, terminata a settembre. Ma non sarà sufficiente.
La Lega chiede in tutte le sedi un intervento rapido e immediato della Commissione Europea per tutelare competitività, posti di lavoro e ruolo strategico dei porti di transhipment, in primo luogo Gioia. Vi è un impegno già manifestato e che, comunque, ci sarà, indipendentemente dagli errori commessi e dalla mancata difesa del porto di Gioia adeguatamente, per evitare che, veramente, si possano perdere attività e posti di lavoro. Una attività che potrà risolversi con manifestazioni più colorate che sostanziali.

Porto di Gioia Tauro: “PD e sinistra avrebbero potuto evitare questa situazione”

“Il porto di Gioia rischia di subire un colpo durissimo dall’entrata in vigore della direttiva europea 959/2023 ETS, che potrebbe avere conseguenze drammatiche sullo scalo in materia di competitività e posti di lavoro, senza peraltro portare risultati in fatto di tutela dell’ambiente, dal momento che molte compagnie andrebbero a operare in altri porti che non rispettano gli standard UE. Cui prodest? Questo schiaffo ai porti e alle imprese italiane ha purtroppo una firma, che è quella delle forze politiche che hanno votato l’ETS al Parlamento Europeo e l’inclusione del settore marittimo all’interno del sistema di scambio europeo di quote CO₂. Su tutte, la sinistra e il Partito Democratico, che ancora una volta non hanno avuto alcuna esitazione a sostenere l’ennesimo provvedimento Ue che sacrifica sull’altare dell’ideologia sostenibile interi settori produttivi. È curioso che ora le stesse forze politiche, alle prese con le proteste del territorio, stiano tentando equilibrismi dialettici per giustificare la propria posizione, come Piernicola Pedicini che afferma che l’ETS aiuterà il porto, o di metterci una pezza come Pina Picierno, che chiede un incontro al Commissario UE. Un modo per evitare di trovarsi in questa situazione c’era: non votare l’ETS così com’era, sostenere gli emendamenti della Lega che avrebbero evitato questo impatto prevedibile. La Lega si è opposta, unica forza italiana a farlo e ora, solo grazie a noi e a un nostro emendamento, si può trovare una soluzione: perché il PD lo aveva rigettato? Impossibile prendere lezioni da chi ha votato a favore dell’ETS e ha costretto l’Italia a trovarsi in questa difficile e spiacevole situazione”. Così in una nota Valentino Grant, europarlamentare della Lega, commissario della Lega Campania.

Caso Apostolico: “Dovrebbe intervenire il Presidente della Repubblica!”

«Il degrado della politica italiana di sinistra è inverosimile! Un giudice, che dovrebbe stare al di sopra delle parti ed essere e dimostrare autorevolezza e imparzialità, partecipa nel 2018 a una manifestazione di piazza organizzata dalla sinistra e contro le misure assunte dal Governo, per quanto riguarda le difese dei confini e l’invasione dei migranti. Grida e si sbraccia assieme a tanti forsennati. Poi, nel 2023 gli tocca di decidere sulle nuove norme assunte dal Governo, sempre sulla posizione dei migranti che stanno invadendo l’Italia. Cosa fa? Non applica le nuove norme! Per il provvedimento non si vuole discutere in quanto vi sarà l’impugnativa del Governo, per come anticipato. La sinistra cosa fa? Non insorge contro una condotta quantomeno inopportuna del magistrato, ma grida contro Matteo Salvini che ha avuto e postato il filmato. Dinanzi a un efferato omicidio non si condanna chi ha commesso il grave reato, ma ci si interroga su chi ha fornito l’arma… Ecco il degrado della politica di sinistra: una difesa impossibile e tendenziosa per cercare di salvare un magistrato che ha violato il principio dell’imparzialità. E, allora, il vero problema è che Apostolico aveva l’obbligo di chiedere di potersi astenere, avendo dimostrato pubblicamente le proprie idee e posizione politica e, quindi, completamente inidonea a valutare il ricorso, ai sensi dell’articolo 51 del Codice di Procedura Civile. Ci chiediamo cosa fa il Presidente della Repubblica, nella qualità di responsabile del Consiglio Superiore della Magistratura dinnanzi a tale situazione. Ci auguriamo che non faccia come è accaduto per le rilevazioni di Luca Palamara, gravissime, ma completamente ignorate. Speriamo che non faccia come è accaduto per il Ministro Salvini, che ha operato nell’interesse dell’Italia e si trova sotto processo per sequestro di persona, senza che vi siano elementi sostanziali e giuridici, di nessun genere per poter sostenere un’accusa di tale gravità. E cosa dire delle condotte contro la proposta del ministro della Giustizia? Un’invasione di campo gravissima e intollerabile e, comunque, non accettabile. La verità è che fino a quando i magistrati non verranno ritenuti responsabili delle proprie condotte, la giustizia non sarà mai corretta ed eguale per tutti. Oggi la presunta legge sulla responsabilità di costoro è una presa in giro: a decidere sono sempre gli stessi magistrati che non hanno alcun interesse a condannare uno di loro! E allora avanti con la riforma seria e concreta del sistema giustizia per dare agli italiani certezze, serenità e eguaglianza dinnanzi alla legge.»
Lo dichiara il Commissario regionale della Lega in Calabria Giacomo Francesco Saccomanno.


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