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Costume e Società

Al Santuario Nostra Signora dello Scoglio la visita pastorale di Monsignor Francesco Oliva

Edil Merici

Dall’Ufficio Stampa Santuario Diocesano Nostra Signora dello Scoglio

Un pomeriggio di evangelizzazione e preghiera molto suggestivo, quello che ha avuto luogo al santuario diocesano di Nostra Signora dello Scoglio, fondato da Fratel Cosimo a Santa Domenica di Placanica oltre mezzo secolo fa. L’evento spirituale ha coinciso con la visita Pastorale del Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace Francesco Oliva, nel Comune di Placanica. C’è da dire che il vescovo sarebbe stato comunque presso il rinomato santuario mariano, così come fa ogni primo sabato del mese e in tutte le occasioni particolari e/o speciali. L’incontro pomeridiano di preghiera ha avuto inizio, come al solito, con l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, alla quale è seguita la solenne concelebrazione eucaristica presieduta, come sempre, dal vescovo, la preghiera di intercessione di Fratel Cosimo per tutti gli ammalati e i sofferenti, alla presenza del Santissimo Sacramento esposto all’adorazione dei fedeli, e la benedizione eucaristica. Prima e dopo l’incontro di preghiera si sono registrate tantissime confessioni. Caratteristica di questo santo luogo, infatti, è la fila interminabile di pellegrini che si accostano al prezioso sacramento della riconciliazione. Fratel Cosimo, che incontra 100 persone il mercoledì e 100 il sabato di ogni settimana, mese e anno, esorta sempre alla riconciliazione con il Signore, attraverso al prezioso sacramento dispensato dai sacerdoti. Nella propria evangelizzazione, l’umile strumento nelle mani del Signore, per la salvezza delle anime (così è stato definito fratel Cosimo da vari vescovi e cardinali), dopo aver chiesto a tuti di unirsi in preghiera elevando un’Ave Maria alla vergine Santissima, ha espresso:

Eccellenza Reverendissima, benvenuto ancora una volta in questo Santuario mariano dello Scoglio. Oggi volge al termine la vostra visita pastorale nella Parrocchia di San Basilio Magno di Placanica, e il Santuario Diocesano Nostra Signora dello Scoglio, che sorge in Santa Domenica nel territorio di Placanica, con la vostra presenza in mezzo a noi questo pomeriggio, usufruisce anche di questa grazia particolare e cioè il Pastore che viene a visitare il suo gregge. Intanto consentitemi di esprimervi la mia gratitudine e riconoscenza per tutto quanto avete fatto riguardo lo Scoglio, per la vostra particolare attenzione che fin dall’inizio del vostro Ministero Pastorale avete dimostrato, e per l’impegno e la cura che non avete mai fatto mancare. Per tutto questo, Eccellenza, io oggi vi ringrazio con affetto e stima insieme alla mia comunità e a tutto il popolo dello Scoglio, che vi ama affettuosamente come ama lo Scoglio. Grazie.

Dopodiché, rivolgendosi ai fedeli mariani, convenuti nella valle di santa Domenica di Placanica, ha espresso:

Cari fratelli e sorelle, pace e bene a tutti voi giunti in questo Santuario dedicato alla Madre di Dio, Nostra Signora dello Scoglio.
Da alcuni giorni abbiamo iniziato il Novenario all’Immacolata Concezione, la Tutta Santa, la Donna vestita di sole, come viene descritta nell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo. Mentre domenica 3 dicembre è iniziato il Tempo di Avvento e noi tutti, come popolo di Dio, in cammino incominciamo il percorso di preparazione al Santo Natale del Signore. Il Vangelo che ascolteremo ci invita a vegliare, a essere vigilanti nell’attesa gioiosa della venuta del Signore. Fiduciosi e pieni di speranza preghiamo la Vergine Santissima, Regina della pace, affinché la venuta del Signore sia apportatrice di pace in tutto il mondo, e tutti i popoli della terra vivano nella concordia, nella comunione fraterna e nella pace. Ora, con questi sentimenti di pace per il mondo, vogliamo ascoltare la Parola del Signore, così come ce la presenta l’Evangelista Marco al capitolo 13, iniziando dal verso 35 fino al 37: “Gesù disse ai suoi discepoli: Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”. Fratelli e sorelle che mi ascoltate, le parole di Gesù sono per tutti noi un’esortazione da mettere in pratica; la parola “vegliare” dovremmo tenerla sempre impressa nella nostra mente e nel nostro cuore, come si conserva, faccio un esempio, una raccomandazione importante di una persona cara che parte e ci lascia, ma che un giorno ritornerà. Il ritorno del Padrone di cui parla Gesù nel Vangelo che abbiamo posto alla nostra attenzione, può avvenire all’improvviso, cioè a sorpresa. Quindi, non dobbiamo nel modo più assoluto lasciarci prendere dal sonno, ma bisogna vegliare di continuo. Non lasciamoci dunque prendere dal sonno dell’indifferenza, della non curanza, della insensibilità, della pigrizia e dell’apatia; se cadiamo in queste cose manchiamo di responsabilità riguardo la nostra fede e ci dimentichiamo facilmente di Gesù Cristo, Colui che è il Padrone, e che arriva quando meno ce lo aspettiamo. Gesù disse: “vegliate”, e questa parola se vogliamo, ci sprona ad una continua vigilanza e allo stesso tempo ad una attesa impegnativa; dobbiamo perciò darci da fare poiché vigilanza e attesa sono due condizioni importanti per accogliere con amore colui che è già venuto e che di nuovo verrà. Nella vigilanza e nell’attesa dobbiamo essere operativi, esercitare il compito che il Signore ha affidato a ciascuno di noi, e cioè, fare fruttificare i doni di cui siamo stati arricchiti, proprio come dice San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi capitolo 1, v. 4-6: “Ringrazio il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in Lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza”. Questo è quanto ci dice San Paolo. Noi, dunque, come cristiani, dobbiamo impostare tutta la nostra vita sotto il segno della vigile e operosa attesa del Signore nostro Gesù Cristo, e questo vuol dire avere la certezza di non essere dei cristiani che dormono, o che, alla venuta del Signore possono essere trovati addormentati. Potremmo dire con certezza di fede che, il cristiano che sa vegliare e attendere, è proprio colui che veramente ama e allo stesso tempo agisce. E mi permetto di dire, prima a me stesso e poi a voi: non possiamo essere dei cristiani di routine, ma cristiani di spirito evangelico. Il nostro compito di cristiani, miei cari, finché viviamo sulla terra, è quello di impegnarci a costruire un mondo sempre più umano, un mondo più giusto, più credente e più fedele a Gesù Cristo. Se ci impegniamo davvero a fare ciò che ho detto, questo significa per noi restare svegli, e rendere allo stesso tempo fruttuosa l’attesa del Signore che viene. E Gesù conclude il brano del Vangelo dicendo: “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”. Fratelli e sorelle, faccio una domanda: vogliamo veramente rimanere svegli per non essere sorpresi? Una cosa dobbiamo fare: ricordare spesso le Parole di Gesù: “Vegliate”, voi non sapete quando il Padrone di casa ritornerà. La Vergine Santissima, donna dell’ascolto e dell’attesa, ci aiuti affinché questo tempo particolare dell’Avvento, sia per ciascuno di noi un tempo proficuo per prepararci spiritualmente nella fede ad accogliere il Signore Gesù Cristo, Redentore e Salvatore della nostra vita e anche della nostra anima. Dite Amen. Buon cammino a tutti. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.

GRF

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