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Attualità

Il costo nascosto della strada: conducente di Bianco multato per “insozzamento” dalla PolStrada

Nel tessuto delle relazioni virtuali che intrecciano la nostra società, emergono talvolta storie che raccontano più di una semplice esperienza personale, offrendoci uno spaccato della realtà che ci circonda. Tra i post che affollano i social, ce n’è uno che ha attirato l’attenzione di molti, evidenziando un aspetto scomodo della quotidianità: l’utilizzo delle sanzioni come strumento di cassa a spese della popolazione.
L’autore di questo sfogo virtuale, un automobilista di passaggio lungo la Strada Statale 106, ha raccontato un episodio spiacevole accaduto durante il suo tragitto da Taranto a Reggio Calabria. In un contesto già difficile, caratterizzato da una strada pericolosa e da un ambiente dissestato, si è trovato infatti coinvolto in una situazione inaspettata.
Attenzione, hanno trovato altro modo per fare cassa sulla povera gente”, inizia così il suo racconto, denunciando una pratica che sembra sottrarre risorse a chi già si trova in condizioni di disagio. Il viaggiatore, mentre percorreva la strada costiera, ha infatti notato un’auto della Polizia Stradale che lo seguiva. Già prima, aveva assistito al discutibile gesto di un conducente di gettare un mozzicone di sigaretta dal finestrino dell’auto, un gesto che, oltre a essere poco civile, può provocare incendi e danni all’ambiente.
Ma, arrivato a Ferruzzano, il viaggiatore è stato fermato dalla pattuglia e, con sorpresa e incredulità, multato per “insozzamento del suolo stradale”. Si è ritrovato quindi costretto a pagare una sanzione per un presunto atto che, secondo lui, non aveva commesso. Il conducente, fatto accostare peraltro a un margine di strada già invaso dalla spazzatura, è stato considerato colpevole di aver contribuito al degrado ambientale.
La testimonianza riflette un sentimento diffuso di frustrazione e impotenza di fronte a un sistema che sembra privilegiare l’applicazione delle sanzioni piuttosto che la risoluzione dei problemi alla radice. Il post si conclude con un appello alla diffusione del verbale da lui condiviso, nella speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un cambiamento.
Questa testimonianza mette in luce la complessità delle sfide che affrontiamo quotidianamente sulle strade e nei contesti urbani. Riflette anche l’importanza di una riflessione critica sulle politiche e sulle pratiche che regolano il nostro vivere comune, invitandoci a chiederci fino a quando accetteremo lo stato attuale delle cose e cosa possiamo fare per cambiarlo.

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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