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Mimmo Lucano: “La Calabria deve ripartire dalla lettera A”

La notizia era già stata ufficializzata in occasione della visita di Luigi de Magistris a Riace ma, fino ad oggi, l’ex primo cittadino Domenico Lucano non si era sbottonato sulle motivazioni che lo avevano spinto a candidarsi assieme al sindaco di Napoli in occasione delle Elezioni Regionali fissate (per ora) al prossimo 11 aprile. Lo ha fatto oggi, sulle pagine di Repubblica, rispondendo alle domande di Alessa Candito, alla quale dichiara di essere stato convinto fin da subito dal programma di de Magistris.
«Da PM di Catanzaro si è schierato contro la grande borghesia mafiosa – afferma Lucano nell’intervista; – da sindaco di Napoli ha combattuto per l’acqua pubblica, contro la Camorra, ha aperto al dialogo con i centri sociali. Se c’è qualcuno che in questa Regione può rompere gli schemi è lui.»
Lucano conferma, poi, le voci che sostenevano fosse stato cercato dal Partito Democratico, e di aver declinato l’offerta perché non ritiene sia più un partito di sinistra, soprattutto in virtù dei recenti accordi stretti con la Lega in seno al Governo nazionale.
Parlando di priorità, Lucano ritiene che la Regione debba ripartire dalla lettera A. «Aree fragili, accoglienza, acqua pubblica, ambiente, agricoltura, antifascismo. E poi c’è la A rovesciata, che è quella della sanità pubblica, che deve diventare di Serie A, ma al momento è la cartina tornasole della differenza fra ricchi e poveri». Dal punto di vista sanitario, infatti, per l’ideatore del Modello Riace la nostra terra è tornata ai tempi in cui «i figli dei signori nascevano in ospedale, quelli dei contadini in casa» perché soltanto chi ha i soldi, ormai, riesce a curarsi efficacemente.
Tra le A, come potevamo immaginare, è quella di accoglienza la più importante:
«Il mio sogno è uno Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati regionale, con progetti non solo affidati, ma anche gestiti dai Comuni con personale formato per questo, e non distribuiti a una giungla di cooperative che spesso si scoprono vicine a chi tuona contro il business dell’immigrazione». Una soluzione che, secondo l’ex primo cittadino, permetterebbe di stabilizzare quell’esercito di Lavoratori Socialmente Utili e tirocinanti che oggi vivono in un limbo e, perché no, di stabilizzare giovani professionisti che attualmente vedono solo al nord Italia e all’estero la possibilità di affermarsi a livello lavorativo. Un corretto sistema di accoglienza, insomma, garantirebbe la risoluzione a cascata di decine di problemi atavici che affliggono il nostro territorio, non da ultimo il dissesto idrogeologico, che necessita di una riqualificazione ambientale urgente.
Non solo, con la realizzazione di una riforma agraria «che metta in discussione il latifondo, spesso abbandonato dagli antichi proprietari» Lucano sogna la realizzazione di una filiera etica del cibo che rompa «la dittatura della grande distribuzione» e si trasformi «in occasione di lavoro dignitoso per tanti». Un concetto, prosegue l’ex primo cittadino, che cancellerebbe le logiche che ancora oggi permettono il diffondersi della pratica del caporalato e rimanderebbero così a un’altra delle A del suo programma elettorale, antifascismo, che altro non è «se non spiegare che l’odio per il diverso, per gli ultimi che hanno predicato in questi anni è solo un modo per nascondere i veri responsabili di questa situazione».
È la A di antimafia? «Deve camminare insieme alla lotta per la giustizia sociale, i diritti, la costruzione di un’alternativa per strappare gli spazi ai clan». Un tema sul quale, Lucano si dice sicuro, è sulla stessa lunghezza d’onda di de Magistris.

Foto: rollingstone.it

Redazione

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