Con la (augurata) ripartenza dell’economia mondiale, cominciano a vedersi i primi assestamenti di mercato e, come conseguenza logica, alcuni beni e servizi vedono ritoccati (ovviamente al rialzo) il proprio prezzo.
Particolarmente preoccupante, per gli analisti, sembra essere l’aumento del carburante, già salito del 7% rispetto all’inizio dell’anno comportando, denuncia l’Unione Nazionale Consumatori, un’esborso di circa 1 € in più per gli automobilisti che effettuano il pieno.
Ma la corsa del greggio potrebbe non fermarsi qui, stando a quanto emerso dall’ultima riunione dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio che, nonostante abbiano deciso di attendere un altro mese prima di applicare un aumento del prezzo del barile, non avrebbero nascosto la propria intenzione di applicare un aumento progressivo delle tariffe fino al raggiungimento degli 80 Dollari entro il terzo trimestre dell’anno (attualmente il prezzo è poco al di sopra dei 67 Dollari).
E, come sempre accade, il quadro degli aumenti si fa preoccupante non tanto per il prezzo del rifornimento in sé, quanto per le ricadute che questo aumento potrebbe avere sul prezzo finale di beni e servizi essenziali. Ci riferiamo ai prezzi dell’ortofrutta e dei generi alimentari (per la maggior parte ancora trasportati su gomma), ma anche al prezzo delle bollette di luce e gas, che potrebbero rappresentare una vera e propria stangata per le famiglie già provate dalla crisi determinata dalla pandemia.
Fonte: ilgiornale.it
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