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Attualità

“Malerba”: il partigiano-poeta calabrese

Di Davide Codespoti

In occasione delle celebrazioni del 25 Aprile, giornata della Liberazione dal nazifascismo in Italia, bisogna celebrare non solo i grandi avvenimenti, ma anche gli uomini che li resero possibili; per questo è giusto ricordare sia la lotta partigiana in sé sia i singoli protagonisti che lottarono e morirono per permettere al Paese un futuro democratico.
Finora poco si è parlato dei partigiani provenienti dal Meridione, anche perché la Liberazione avvenne prevalentemente nell’Italia centro-settentrionale sebbene essi, in prevalenza ex-soldati dell’esercito italiano sbandatisi dopo l’8 settembre 1943, abbiano dato un contributo fondamentale alla Resistenza. Uno di essi fu Pasquale Brancatisano, recentemente scomparso all’età di 99 anni: originario di Samo, che combatté, con il nome di battaglia di Malerba, nel territorio piemontese delle Langhe.
Come da lui stesso raccontato in una video-intervista del 2016, aveva poco più di venti anni quando, nell’autunno del 1941, venne arruolato in un battaglione di fanteria di 700 uomini e spedito in Jugoslavia, dove operò nella zona del Montenegro, lottando sia contro i partigiani titini sia contro il freddo, la neve e la fame, causata dalla scarsità di rifornimenti. Dopo circa otto mesi di permanenza nei Balcani, il battaglione di Brancatisano fu trasferito alla frontiera con la Francia, che aveva ceduto, con l’armistizio di Compiègne, le città di Briga e di Tenda all’Italia.
Fu qui che giunse la notizia della firma dell’armistizio di Cassibile, trasmesso alla radio l’8 settembre 1943 attraverso la voce di Pietro Badoglio, nuovo capo del governo italiano. Immediatamente, le divisioni tedesche che presidiavano la zona, circondarono i soldati italiani e ingiunsero loro di consegnare le armi: subito dopo, gli Italiani vennero imprigionati, con lo scopo di spedirli nei campi di concentramento in Germania. Tra il 9 e il 10 settembre, allora, per non rimanere prigioniero dei Tedeschi, Brancatisano progettò la fuga, scappando attraverso i boschi fino al confine italiano. Giunto nelle Langhe, si unì ai partigiani delle Brigate Garibaldi, che operavano nella zona, utilizzando il nome di battaglia Malerba: in uno dei primi combattimenti, Malerba e i suoi compagni partigiani circondarono e catturarono una colonna corazzata di carri armati tedeschi. Infine, il 1º maggio 1945, dopo la definitiva liberazione di Torino dai soldati nazifascisti, Malerba fu uno dei 100.000 partigiani che sfilarono per le vie della città, accolti calorosamente dalla popolazione.
L’esperienza partigiana (riportata dal giornalista Mattia Milea nel libro Dalla Calabria alle Langhe. Il combattente Malerba racconta la sua lotta partigiana, pubblicato nel 2016 a cura della casa editrice Disoblio Edizioni) ha aiutato il partigiano calabrese a maturare sia dal punto di vista politico sia culturale: durante questo periodo di vita, infatti, si appassionò e si dilettò di poesia, scrivendo alcuni componimenti che inneggiavano alla Resistenza italiana. Sono componimenti semplici e brevi, ma che esprimono tutto l’orgoglio e la passione che Malerba provò in quegli anni. Ecco un esempio:

Noi siamo i partigiani
e difendiamo la nostra terra
Italia bella, Italia bella
ti vogliamo liberar!

oppure:

Torino, Piazza Castello
col tuo grande volto
quante volte hai visto l’uomo morto
il partigiano impiccato
su quel patibolo atroce
quel sangue innocente
glorioso e forte
per la libertà affronta la morte
Italia, ricordati i figli tuoi
sull’altare degli eroi
ricordali con affetto e con amore
viva l’Italia
viva la bandiera tricolore!

Malerba è divenuto famoso anche per un altro episodio, avvenuto in occasione del 25 aprile 2020, quando inviò sui social network un video-messaggio di elogio al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, considerato baluardo della Costituzione e difensore delle libertà democratiche: il diretto interessato ha quindi risposto all’anziano partigiano calabrese telefonando direttamente a casa sua ed esprimendogli il suo vivo ringraziamento, sia per le parole di stima sia per il suo passato di combattente per la libertà. Questo episodio ha contribuito a renderlo il partigiano più famoso d’Italia.
Pasquale Brancatisano, detto Malerba, è morto il 30 gennaio 2021, a 99 anni d’età; con lui è scomparso uno degli ultimi membri calabresi ancora in vita della Resistenza italiana, i cui ultimi esponenti sono un esempio di sacrificio e di lotta contro l’oppressione per le nuove generazioni, proprio come lo era il partigiano Malerba.

Redazione

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