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Ponte sullo Stretto: «È un dovere dell’Europa»

Dall’Ufficio Stampa Giunta Regionale

«Realizzare il Ponte sullo Stretto non è una necessità locale, è un dovere europeo, italiano.»
Lo ha detto a Villa San Giovanni il Presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, nel corso dell’iniziativa Progetti per il Sud e Ponte sullo Stretto, a cui hanno partecipato numerosi parlamentari, esperti, amministratori e rappresentanti delle associazioni.
«Non si tratta – ha proseguito Spirlì, – del ponte di Reggio o di Messina, questo è un ponte d’Europa, che collega i primi due territori del Vecchio Continente per chi arriva dal mondo nuovo, l’Asia. Oggi si entra in Europa dal Canale di Suez e le prime terre che si incontrano sono proprio la Calabria e la Sicilia.»

«Il Sud chiede considerazione»

«Come si può non collegare l’ingresso di casa al resto dell’appartamento? Questa separazione – ha detto ancora il Presidente della Regione, – è una ferita che va sanata. Il Sud chiede considerazione. Questo non è un piccolo ponte tra due regioni italiane: è il biglietto da visita che l’Europa deve presentare al mondo.»

Lo Stretto d’Europa

«Se vogliamo rimanere quello che siamo stati per secoli – ha concluso Spirlì, – dobbiamo unirci al resto del mondo. Le persone e le merci devono camminare con sveltezza e con agilità su tutti i territori d’Europa. Da parte nostra, serve una marcia in più per staccare un’impronta identitaria: questo deve diventare lo Stretto d’Europa. È il momento di essere pragmatici. Pubblico e privato devono incontrarsi per costruire, perché l’uno rafforza l’altro. Basta piagnistei, la nostra deve essere una pretesa istituzionale e sociale.»

La richiesta a Mario Draghi

Al termine dell’incontro, il Presidente Spirlì e i parlamentari hanno firmato il documento Patto del ponte, che sarà consegnato al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri delle Infrastrutture e per il Sud, Enrico Giovannini e Mara Carfagna, per chiedere la realizzazione del ponte.

«È tempo di pretendere il Ponte»

«Non possiamo chiedere per cortesia – ha dunque ripreso il discorso Spirlì durante l’incontro Ponte sullo Stretto: è tempo che la telenovela finisca, che si è svolto nella sede del Consorzio autostrade siciliane, a Messina. – Oggi pretendiamo il Ponte perché è indispensabile. Non è un favore, è un dovere che Europa e Italia devono avere nei confronti di questi territori. Il Governo e il Presidente Draghi devono impegnarsi.»
Durante il confronto erano presenti il Viceministro delle Infrastrutture, Alessandro Morelli, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e gli assessori regionali di Calabria e Sicilia, Domenica Catalfamo e Marco Falcone.

«Aspettiamo il Governo»

«Il Ponte Ulisse – ha aggiunto poi il Presidente, – è dovere. Non può più esserci frattura che rallenti il passaggio di uomini e cose, l’Europa non se lo può permettere.
«Non si può continuare ad annacare il pecoro, c’è da prendere una decisione definitiva. Questo è il momento, non un altro. I tempi – ha sottolineato Spirlì, – sono cambiati e questi tempi impongono il Ponte. Il progetto è già pronto. Aspettare ancora significa prendere in giro le genti d’Europa. Noi aspettiamo notizie dal Governo. La preoccupazione che l’opera non si possa fare perché mancano i fondi è figlia di una visione parziale».

Alessandro Morelli: «È il momento giusto»

«Ha ragione Spirlì – ha detto il Viceministro Morelli, – questo è il momento giusto. Voglio prendere il testimone di Calabria e Sicilia e rappresentare le proposte di queste due Regioni in sede governativa.
«Il Ponte – ha proseguito, – è un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Paese. Siamo nella fase del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e Governo e Parlamento stanno legiferando per l’Italia del 2050. La pretesa di cui parla il presidente Spirlì è la pretesa di aziende e lavoratori che hanno diritto di essere collegate a Roma, Milano e a Bruxelles. Se vogliamo, e lo vogliamo, che l’Alta Velocità arrivi fino alla Sicilia, realizzare il ponte e le infrastrutture collegate sono evidenti conseguenze. In Parlamento c’è una squadra che, a prescindere dal colore politico, sta portando avanti la bandiera Italia. Porto il testimone di Sicilia e Calabria convinto che stavolta il buonsenso prevarrà. Questo è il momento giusto.»

Nello Musumeci: «Siamo centrali in Europa»

«Siamo qui – ha affermato il Presidente della Sicilia Musumeci, – per riprodurre la ferma determinazione di due regioni stanche di essere periferia d’Europa e che vogliono diventare centrali nell’area del Mediterraneo rendendo attraente l’estremo sud dell’Italia.
«Negli ultimi mesi – ha aggiunto, – il dibattito attorno al ponte si è arricchito di nuovi contributi di idee. Speravamo che i governi Conte potessero mettere al centro della propria agenda l’esigenza di affrontare il tema del collegamento tra le due sponde. Non lo hanno fatto. Il Governo Draghi diventa ora per noi il punto di riferimento anche per la presenza di forze politiche che in passato hanno manifestato l’intenzione di realizzare l’infrastruttura.»

«Il Sud è piattaforma del Mediterraneo»

«L’Amministratore Delegato di Webuild Pietro Salini – ha detto ancora Musumeci, – ha manifestato la volontà di aprire subito il cantiere. Siamo convinti che, ormai, ogni perdita di tempo sia inopportuna e dettata dalla volontà di rinviare sine die, ancora una volta, il tema. La nostra è una adesione convinta e non formale, perché siamo pronti a intervenire anche finanziariamente.
«Ci sono – ha concluso Musumeci, – tutte le condizioni per porre in termini perentori la questione. Il Mezzogiorno può diventare la piattaforma del Mediterraneo e, per farlo, c’è bisogno che le persone e le merci attraversino lo Stretto in tre minuti.»

Arriva il parere degli esperti

“Mentre a Messina le Regioni Sicilia e Calabria rinnovavano all’attuale Governo le proprie richieste di riavviare l’iter del progetto esistente e appaltato, sul sito del Ministero delle Infrastrutture venivano pubblicati gli esiti del lavoro svolto dal gruppo di lavoro a cui il Governo Conte, a settembre, aveva conferito il mandato di rivisitare tutte le alternative studiate nei decenni, esprimendo un parere finale sulla fattibilità dell’opera” ha chiosato a poche ore dall’incontro l’assessorato regionale alle Infrastrutture, guidato da Domenica Catalfamo.
“Siamo stati facili profeti, a dicembre, durante l’audizione con il Ministro e la Commissione, nel contestare formalmente – prosegue la nota, – l’oggetto del mandato conferito al gruppo di esperti. Per dare un nuovo impulso e creare un utile strumento di supporto alle decisioni, la Commissione avrebbe dovuto esprimere un parere tecnico ed economico sull’unico progetto approvato, appaltato e cantierato.”
L’assessorato ritiene che, “a distanza di quasi otto mesi, purtroppo, la relazione conclusiva non sarà sufficiente a dare concreto impulso al riavvio dell’iter del progetto, come le due Regioni Sicilia e Calabria richiedono da mesi all’unisono, mettendo in evidenza la valenza dell’opera per l’intera nazione e per l’Europa.
“In estrema sintesi – viene spiegato, – gli esiti dello studio, confermando la mission affidata alla commissione dal precedente Governo, se non reindirizzati e rivisitati, non forniranno gli elementi che oggi serviranno all’attuale Governo per la propria decisione.”

Il tunnel è improponibile

“Il gruppo di lavoro – è scritto ancora, – confermando l’improponibilità delle soluzioni tunnel, fa ritenere che non si soffermi adeguatamente sulla componente territoriale già pienamente definita negli strumenti urbanistici dei Comuni interessati e sulle relative azioni procedurali, da svolgere nel caso si optasse per un nuovo progetto, con uno sguardo anche alle opere compensative comprese nel quadro economico del progetto approvato, che valgono un miliardo.”

La tempistica sulle soluzioni

“Rispetto all’analisi comparativa – specifica l’assessorato, – non emerge un confronto sulla tempistica operativa delle varie soluzioni nonostante sia evidente che qualunque nuova alternativa (se esistesse) richiederebbe anni. A solo titolo di esempio, per la soluzione a tre campate non si riscontrano considerazioni sulle problematiche costruttive delle pile in acque profonde con le relative criticità evidenziate nel passato dai più autorevoli esperti del settore, contenute negli atti ufficiali e che hanno indotto a suo tempo a scartare anche il ponte a più campate pur essendo la prima opzione esaminata. Questo è facilmente confermato dai pareri e dalle approvazioni derivanti dall’esame di tutte le opzioni che qui vengono rimesse in discussione, e che sono state a suo tempo rilasciati anche da ANAS, Rete Ferroviaria Italiana e Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, rappresentati nella Commissione.
“Non si rilevano approfondite considerazioni – si evidenzia tra l’altro, – sull’avanzatissimo monitoraggio ambientale, né sul dettaglio della cantierizzazione, che ha risolto molte problematiche locali con l’ulteriore vantaggio di un positivo riuso dei materiali di scavo ai fini del ripascimento di litorali ormai in avanzato stato di erosione, previsti nel progetto approvato. Né, da una prima analisi dello studio appena pubblicato, si riscontrano le indispensabili valutazioni di carattere economico o sulle ricadute occupazionali immediate e future o sui costi derivanti dal contenzioso in essere, con le palesi pesanti conseguenze erariali.”

Domenica Catalfamo: «Riponiamo fiducia nel Governo»

L’assessore Catalfamo, dopo aver trovato conferma della fondatezza di quanto già espresso formalmente durante l’audizione con la Commissione lo scorso dicembre, rileva quale nota positiva «il pregio delle analisi effettuate, che potranno comunque costituire lo spunto per la discussione parlamentare e le relative valutazioni.
«Riponiamo la nostra fiducia nel Governo Draghi che, certamente – conclude Catalfamo, – non tradirà le aspettative e procederà partendo proprio dalla conclusione della relazione, che recita testualmente: “Il gruppo di lavoro ritiene che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello stretto di Messina, anche in presenza dei previsti potenziamento e riqualificazione dei collegamenti marittimi”. In attesa delle valutazioni parlamentari, sarà chiesto già nei prossimi giorni un confronto con la Commissione affinché nuove possibili integrazioni forniscano all’attuale Governo concreti strumenti di decisione.»

Redazione

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