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Attualità

L’anno della tigre

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Il vecchio adagio recita “Anno nuovo, vita nuova” eppure i primi giorni dell’anno, quando maggiore dovrebbe essere la percezione della novità e il senso di aspettativa per il futuro, assumono sempre l’aspetto più di uno stressante epilogo dell’anno appena trascorso, che non dell’entusiasmante prologo di quello appena incominciato.
Certamente eccezione non pare voler fare questo 2022, apertosi (proprio come il 2021 si è concluso) con l’ansia dovuta ai contagi da Covid-19 in crescita e con il ritorno delle tanto temute restrizioni. Il periodo tra Capodanno e l’Epifania, allora, si sta rivelando occasione propizia per stilare un bilancio dell’anno appena trascorso e cercare così, messi da parte i pii desideri, di tornare con i piedi per terra e immaginare a cosa realmente si possa andare incontro nei prossimi 12 mesi.
Indipendentemente da quanto sia stato funestato dalla pandemia, il 2021 si è rivelato un anno di cambiamenti interessanti per il nostro territorio, finalmente destinatario di attenzioni istituzionali senza precedenti (ma si può e si deve fare ancora molto) e dinanzi alla sua migliore possibilità di riscattarsi. La Calabria in generale e la Locride in particolare hanno dimostrato grande capacità di resilienza affrontando con dignitosa determinazione le tante sfide che sono state chiamate a combattere e cercando un assaggio di normalità concretizzatosi principalmente in un estate che difficilmente dimenticheremo. E anche sul fronte della politica regionale, il solo fatto di essere tornati alle urne dopo un lungo periodo vissuto nel limbo dell’esercizio provvisorio ha portato quella ventata di ottimismo che ha fatto guardare con maggiore interesse al futuro, tanto più che il primo scampolo di governo Occhiuto, va detto, ha dimostrato la grande voglia di fare del nuovo esecutivo.
Che cosa aspettarsi, dunque, dal 2022?
In questi giorni sono arrivato alla conclusione che proprio l’anno appena incominciato possa essere decisivo per la nostra terra (non a caso, secondo il calendario cinese, sarà l’anno della tigre): sempre restando sul fronte del governo regionale, ad esempio, questo sarà l’anno in cui Roberto Occhiuto e i suoi dovranno far seguire alle bellissime parole i fatti concreti. Serviranno politiche serie e azioni rivoluzionarie per tirare la Regione fuori dal pantano e utilizzare al meglio i fondi in arrivo dall’Europa e si dovranno pianificare con attenzione i prossimi anni di governo per dare l’abbrivio a un lavoro di (ri)costruzione che ci metta una volta per tutte al passo con il resto del Paese.


Edil Merici

Sempre sul fronte politico, anche tante amministrazioni locali dovranno rimboccarsi le maniche, e non mi riferisco solo ai tanti centri dove sono ormai prossime le elezioni (uno su tutti Caulonia, dove l’agone politico è ormai entrato nel vivo già diversi mesi), ma anche a quelli in cui la data del ritorno alle urne è distante o da poco trascorsa. Per citare solo i due centri più importanti del comprensorio penso a Locri, dove l’amministrazione Calabrese, dopo gli intoppi affrontati durante le feste, dovrà affrontare con determinazione l’ultimo anno di consiliatura e preparare adeguatamente la strada all’appuntamento elettorale del 2023 e, ancora di più, a Siderno, dove, per contro, composta la giunta e affrontate con determinazione le difficoltà iniziali, la gestione Fragomeni sarà chiamata a dare le prime risposte concrete ai cittadini e, come nel caso del governo Regionale, a intraprendere quelle azioni necessarie non solo a mantenere la parola data durante la campagna elettorale, ma anche a fare sì che la restante parte del mandato sia più semplice da affrontare e prepari la città al futuro roseo che merita.
Un altro progetto per cui l’anno appena iniziato si rivelerà fondamentale, poi, è a mio avviso quello, ambiziosissimo ed elettrizzante, di rendere la Locride Capitale Italiana della Cultura 2025 ideato da Gruppo di Azione Locale Terre Locridee nel 2020. Archiviata la fase della proposta e della raccolta della adesioni, è infatti giunto il momento che il progetto entri nella sua fase operativa, convincendo anche i più scettici della bontà della proposta e della possibilità concreta che questo obiettivo possa essere raggiunto. Anche in questo caso, una programmazione solida dovrà essere il prologo di due anni di progetti che dimostrino, agli altri prima ancora che a noi stessi, quali siano le enormi capacità che possiamo mettere al servizio della nostra regione e dell’intero Paese e quali le realtà per cui vale davvero la pena di parlare della Calabria.
Non sto ad aggiungere, in questa sede, l’arrivo dei fondi destinati ai comuni per superare la crisi, le previsioni di crescita che dovrebbero avere ricadute positive anche alle nostre latitudini o i progetti sulla sanità… La carne che abbiamo appena messo sul fuoco ci pare già sufficientemente succulenta.
Ci sarà tempo, poi, per parlarvi anche del 2022 che Métis intende riservarvi ma, per adesso, vi basti sapere che noi saremo al vostro fianco con la speranza di potervi raccontare il migliore degli anni possibili.

Foto: terranostranews.it

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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