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“Recovery Fund? Utile alla sanità solo dimenticando la logica ricavi/perdite”

Per l’associazione Benessere per la Jonica e il movimento ReAzione cauloniese il vecchio adagio “Non è tutto oro quel che luccica” si applicherebbe anche al tanto agognato Recovery Fund. In una nota diffusa oggi a mezzo stampa, infatti, i due organi mettono in guardia da alcune clausole del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente varato dal Governo Draghi che, pur prevedendo una spesa per l’implementazione dei servizi in sanità che risulterebbe una vera e propria boccata d’ossigeno per il sistema sanitario della Penisola profondamente provato dalle conseguenze della pandemia da Covid-19, si concentrerebbe in realtà sui servizi di assistenza domiciliare e telemedicina, dimezzando in realtà i fondi destinati alle Case e agli Ospedali di Comunità.
In qualità di medico, il presidente di Benessere Franco Napoli mette in guardia dall’adozione di un tale criterio nei territori più svantaggiati (come il nostro) in cui sarebbe invece necessario ricostruire dalle fondamenta il sistema di erogazione dei servizi di base prima di ragionare sulle politiche assistenziali del futuro. Nel prosieguo della sua nota, infatti, l’associazione si rivela molto critica nei confronti di un sistema governativo che, oggi, pare intenzionato a nascondere gli errori fatti nell’ultimo ventennio e palesatisi oggi in tutta la loro drammatica evidenza a causa della situazione di emergenza che stiamo ancora vivendo.
Benessere per la Jonica e ReAzione cauloniese si augurano allora che il PNRR (e i Governi a venire), per l’amministrazione di settori come la sanità, l’istruzione e i trasporti non perseveri nella logica ricavi/perdite, rivelatasi non solo fallimentare, ma anche in evidente violazione dell’articolo 32 della Costituzione Italiana.
Sarebbe proprio questa logica ad aver messo in ginocchio la sanità territoriale, ad aver condizionato i tagli e, in molti casi, persino ad aver determinato l’istituzione dei commissariamenti. Sarebbe il perseverare in quest’ordine di idee a rendere il Recovery Fund una sorta di Araba Fenice la cui condizioni attuative e temporali dovrebbero in realtà farci paura e metterci in guardia dalla speranza di una facile e immediata ripresa della crisi che imperversa nel nostro territorio.
Per cerare di limitare conseguenze infauste, allora, sarà utile riorganizzare l’elargizione dei fondi dando precedenza alle periferie e, soprattutto, tenendo “conto che un malato che vive in una zona desertica non può essere paragonato a quello che vive nelle periferie di un quartiere di Roma o di Milano.”
In conclusione, l’associazione e il movimento auspicano che, già a partire dalla prossima campagna elettorale, si possa “migliorare la situazione mettendo in campo politici seri di qualsiasi estrazione sociale e professionale, che dovranno possedere una mentalità manageriale/imprenditoriale capendo che per governare dovranno crearsi e appoggiarsi a una équipe di fiducia e competente, facendo rientrare menti eccelse calabresi fuggite in altri luoghi d’Italia e del mondo.”

Redazione

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