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Costume e Società

Transizione ecologica in Calabria, una rivoluzione necessaria

Dall’Ufficio Stampa Ventotene

Le prospettive e gli scenari legati alla transizione ecologica in Calabria e le politiche in materia di tutela e valorizzazione della risorsa ambientale sono state al centro dell’iniziativa pubblica promossa dall’associazione culturale Ventotene in collaborazione con Fattoria della Piana. All’evento, che ha fatto registrare una grande partecipazione di pubblico nel corso della diretta social sulla pagina della stessa associazione Ventotene, hanno preso parte Antonio Morabito, Ingegnere Industriale esperto in energia rinnovabile ed efficienza energetica; Maria Grazia Madaffari, Ingegnere ambientale; Giuseppe Postorino, Dottore in Tecnologie Ambientali, Funzionario Chimico della Città Metropolitana di Reggio Calabria; Carmelo Basile, Presidente della Fattoria Della Piana; Salvatore Fuda, Consigliere Delegato della Città Metropolitana di Reggio Calabria; Giuseppe Marino, Consigliere Delegato della Città Metropolitana di Reggio Calabria; Stefano Ambrosini, Specialista in gestione sostenibile dei rifiuti urbani, Amministratore Waste Management Specialist Srl; Nicola Irto, Consigliere Regionale della Calabria. Fabio Cuzzola, Vicepresidente Associazione Ventotene, ha coordinato i lavori.
«L’agricoltura è un fattore centrale nella strategia ambientale – ha detto Marino, e la Città Metropolitana si sta muovendo in questo solco, verso cioè la costruzione di un’economia circolare nell’ottica di quella transizione ecologica che individua il futuro che dobbiamo costruire per la Calabria e a cui il progetto politico di Nicola Irto sta lavorando con grande determinazione. Un sistema agricolo che valorizzi il prodotto tipico, che punti sull’estensione del territorio coltivabile e su formazione specializzata nella cura del territorio attraverso il recupero delle competenze della tradizione. Il bilancio della Città Metropolitana conterrà misure specifiche al riguardo.»
«Sui rifiuti non ci sono più scuse – ha rimarcato Fuda. – Abbiamo il dovere di autodeterminarci e assumerci delle responsabilità. C’è inoltre l’urgenza di dotarsi di infrastrutture pubbliche e impianti di conferimento per ospitare scarti della lavorazione dell’indifferenziato.»
«Il Piano Regionale dei rifiuti va ripensato – ha evidenziato Irto, – in chiave innovativa, puntando su nuovi impianti e valutando bene dove si possono fare e dove invece no. Dobbiamo ancora fare i conti con una Regione che in alcuni casi ha delle maglie larghissime, pensiamo alla zona dei vigneti di Cirò, dove sono state date tutte le autorizzazioni per un parco eolico in un territorio a forte vocazione agricola. E poi c’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che pone la transizione ecologica al centro della sua strategia. Ma tali risorse avranno bisogno di politiche di coerenza e di un serio piano di riforme. Siamo la prima regione a essersi dotata della legge sui contratti di fiume a cui manca la parte attuativa. Il PNRR può essere una leva determinante in questo senso, per ripensare ai corsi d’acqua calabresi come fattore di sviluppo, anche in termini turistici.»
Un dibattito ricco di spunti e analisi tecniche di alto profilo sui temi dell’innovazione, partendo dal modello Fattoria della Piana che, come spiegato da Basile, fonda il suo successo sulla sfida della competitività e soprattutto sulla capacità di guardare agli altri modelli virtuosi. Sulle questioni di stringente attualità si sono poi soffermati Postorino e Morabito, che hanno offerto una disamina tecnica in materia di gestione dei rifiuti che ha posto in evidenza, fra le altre cose, l’urgenza per il territorio reggino di ridurre la quantità rifiuti solidi urbani prodotti, aumentare della percentuale di riciclaggio e recuperare energia. I più recenti indirizzi dell’Unione Europea sono poi stati affrontati da Madaffari con riferimento alla riduzione degli imballaggi, al riciclo delle plastiche e alla strategia industriale a cui si lega una forte azione di contrasto all’obsolescenza programmata dei prodotti. Controlli, partecipazione e ambiente, secondo Ambrosini, sono i fattori sui quali lavorare in Calabria, accanto a un’azione politica che punti su impianti di nuova generazione per la frazione organica e sul superamento dei sistemi di raccolta misti.

Foto: informatorecoopfi.it

Redazione

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