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Costume e Società

Gianluca Congiusta: sedici anni di dolore

Brucia nel cuore l’ingiustizia di non conoscere la verità, neanche quella dei tribunali, sull’omicidio di Gianluca Congiusta. Sedici anni fa, la sera del 24 maggio del 2005, Gianluca, imprenditore impegnato nel sociale e nel volontariato, viene ucciso a Siderno. Un dolore immenso che stordisce chi lo ha conosciuto e apprezzato, sia sotto l’aspetto professionale, sia, soprattutto, sotto quello umano. Un dolore per una Comunità, non solo quella sidernese, che non si stanca di chiedere giustizia.
Mario Congiusta, il padre di Gianluca, ha combattuto senza sosta nei tribunali di mezza Italia. È morto addolorato, senza quella affermazione di legalità e giustizia giusta che ha cercato, purtroppo invano, fino a quando la Cassazione ha chiuso un processo senza consentire ulteriori approfondimenti.
Lo spirito battagliero di Mario è oggi rappresentato da Donatella Catalano, la mamma di Gianluca, che al figlio ha donato quel sorriso che riempie il cuore. La signora Donatella, insieme alle figlie, chiedono verità, perché la verità non va mai in prescrizione, e chiedono risposte allo Stato, che pure ha il dovere di intervenire in questa terra e in questi luoghi di dolore per dare sicurezza e certezze nella quotidianità.
Gianluca vive ancora nelle persone che lo amano, che lo ricordano ogni giorno. Lo hanno fatto ieri e lo faranno domani, quando il 24 maggio sarà passato un’altra volta. Ma questa data rimane indelebile nel ricorso di un giorno in cui il filo della vita di Gianluca è stato orrendamente reciso.
Tutti noi siamo chiamati a ricordare questo figlio di Calabria, per non lasciare spazio al male e combattere, come ha fatto Mario e continuano a fare Donatella e le sue figlie, per un domani migliore. E, soprattutto, dobbiamo credere in questa lotta che si può vincere solo se stiamo insieme.

Foto: ciavula.it

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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