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CronacaReggio Calabria

Omicidio Cordì: in aula si parla del “profilo denigratorio”

Per denigrare la figura di Vincenzo Cordì, rinvenuto cadavere il 13 novembre 2019 presso la località La Scialata di San Giovanni di Gerace, si è creato un profilo a nome di una donna estranea alla vicenda utilizzando un numero di telefono cellulare riconducibile a tale B.S. (si utilizzano le sole iniziali per evitare equivoci o polemiche con la persona interessata, anche perché la sola riconducibilità di un numero di telefono non è prova contro a essa). Il fatto, però, è emerso nel corso dell’udienza di ieri del processo che si svolge davanti alla Corte di Assise di Locri. Ne ha parlato diffusamente un investigatore nel corso dell’escussione testimoniale. Su specifiche domande del Pubblico Ministero, Marzia Currao, l’investigatore ha ricostruito le date e i tempi della creazione di un profilo su uno dei maggiori social, all’interno del quale i famigliari della vittima hanno rinvenuto delle affermazioni denigratorie dirette al loro caro Vincenzo. Si tratta di una messinscena che sa tanto di diabolico. Ma non ha suscitato quello che avrebbe voluto chi l’ha pensata in maniera alquanto subdola. I Carabinieri hanno infatti scoperto il gioco e lo hanno fermato.
Il processo ha visto l’esame di altri investigatori, uno dei quali ha raccontato come è riuscito a recuperare un accendino antivento posto nei pressi del luogo dove è stata rinvenuta l’autovettura con all’interno in cadavere di Vincenzo Cordì. È stato un rinvenimento dettato dalla perseveranza dei Carabinieri a cercare l’arma del delitto e quanto altro potesse portare all’individuazione degli autori dell’omicidio. L’accendino era posto vicino a un muretto, verosimilmente era stato nascosto dalle foglie e dai residui della macchina bruciata. Il vento potrebbe aver spostato quel materiale consentendo di poter recuperare un elemento molto importante per il prosieguo delle indagini.
Il processo continuerà nelle prossime settimane.
Intanto un primo colpo di scena è la rinuncia al mandato difensivo nell’interesse di Susanna Brescia da parte dell’avvocato Francesco Macrì, che rimane nel processo in difesa di Giuseppe Sfara. L’imputata ha già indicato a fine udienza il nome del prossimo suo difensore nell’avvocato Menotti Ferrari. Gli altri difensori sono l’avvocato Girolamo Curti per la posizione di Giuseppe Menniti, e l’avvocato Antonio Ricupero per quella di Francesco Sfara.
I famigliari di Vincenzo Cordì, che si sono costituiti parte civile nel processo, sono rappresentati dall’avvocato Rocco Guttà.

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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