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Costume e Società

Al “Mazzini” di Locri si parla arabo

Di Maria Scordo – Insegnante del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane Mazzini

Il Liceo Linguistico e delle Scienze Umane Mazzini di Locri, sempre attento a fornire ai suoi studenti una formazione di elevata qualità, ha proposto, nel corso dell’anno scolastico 2020/21 vari progetti del Programma Operativo Nazionale finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa e, in particolare, al potenziamento delle lingue straniere. Tra questi vi è il Laboratorio di Arabo. Il progetto, partito nel mese di maggio, si concluderà il 30 giugno, per un totale di 30 ore, ed è tenuto dall’esperta Maria Antonietta Reale, laureata in Lingue per l’interpretariato e la traduzione. Il Laboratorio è finalizzato alla conoscenza e all’incontro con la cultura araba, coerentemente con le esigenze dell’attuale contesto locale, nel quale la presenza di comunità arabe è sempre più rilevante, e ha avuto un buon numero di iscritti (22 alunni). Tra gli obiettivi che si propone il progetto vi è quello di aprire nuovi orizzonti e suscitare l’interesse per le lingue e culture orientali, in particolare quella araba, attraverso lo studio dell’alfabeto, della corretta grafia delle lettere e dei suoni, ma anche degli aspetti più rilevanti della civiltà (religione, usi, costumi, tradizioni, politica). Molto interessante, per i ragazzi, è stato l’intervento di Alessandro Pallante, laureato in Lingue per l’interpretariato e la traduzione e specializzato in Scienze politiche, il quale ha parlato ai ragazzi della sua esperienza di tirocinio presso il Consolato italiano a Gerusalemme, interrotta poi a causa della pandemia. In modo molto semplice e sintetico ha ripercorso le tappe più importanti della storia arabo-palestinese e dei numerosi conflitti, cercando di dare ai ragazzi una chiave di lettura per un argomento che, generalmente, risulta ostico e complesso. La sua testimonianza è stata fondamentale, perché i ragazzi hanno avuto modo di conoscere, attraverso le sue parole, l’aria che si respirava nelle varie città in cui era stato in Palestina, quella che, ancora oggi, risulta essere l’area più instabile del Pianeta. Alessandro si è soffermato poi sulle tradizioni locali, sull’aspetto religioso, che è fondamentale per questi popoli, sulle differenze linguistiche delle varie comunità e sull’influenza dell’arabo sulla lingua italiana: tanti sono i prestiti linguistici dall’arabo, come le parole zero, caffè, limone, carciofo, algebra e così via, a dimostrazione di come le lingue siano vive, in continuo cambiamento, ma nello stesso tempo siano anche testimoni formidabili di secoli e millenni di storia, storia di migrazioni, di incontri e pacifici scambi commerciali, oppure di prevaricazioni, guerre e invasioni. In un mondo moderno, purtroppo ancora dominato da episodi di violenza e razzismo, queste testimonianze e questi progetti sono importantissimi nell’ottica del multiculturalismo, della promozione del riconoscimento e del rispetto dell’identità linguistica, religiosa e culturale di popoli diversi dal nostro, affinché le nuove generazioni possano crescere coltivando l’idea della diversità come elemento di arricchimento e di coesione sociale, piuttosto che come atteggiamento di rifiuto e di esclusione nei confronti di ciò che è diverso da noi e ci fa paura.

Redazione

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