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Fondazione Terina, scambio al vetriolo tra Giuseppe d’Ippolito e Nino Spirlì

Dall’Ufficio Stampa Giunta Regionale

«Il presidente supplente della Calabria, Nino Spirlì, si assuma la responsabilità politica di commissariare la Fondazione Terina a poche settimane dalle elezioni regionali».
È quanto afferma il parlamentare del Movimento 5 Stelle Giuseppe D’Ippolito, parlando delle tribolate sorti del centro di ricerca internazionale e della volontà esternata dalla Regione Calabria di condurre sulla sua gestione un approfondimento amministrativo.
«Spirlì ammetta che il decreto dirigenziale che ha avviato dei controlli su Terina è il primo passo di un commissariamento pretestuoso» prosegue D’Ippolito, che incalza: «Devo rinfrescare la memoria a Spirlì e ai suoi consiglieri. Anche grazie all’impegno dell’attuale presidente di Terina, bersaglio di un centrodestra che si crede furbo, il processo Rinascita-Scott si sta celebrando nei locali della Fondazione, che per legge doveva essere riordinata da anni. Quindi la Regione tenta la mossa del cavallo, avrebbe detto Andrea Camilleri: prova a nascondere la propria inadeguatezza mettendo in dubbio l’operato del presidente di Terina, il quale ha onorato molti debiti della Fondazione, che ha saputo guidare con metodo e criterio. Faremo noi stessi una comparazione con il passato, rendendo pubbliche le differenze tra le varie gestioni, in modo che i calabresi giudichino su dati oggettivi.»

Nino Spirlì: «Approfondimento amministrativo doveroso»

«Da rivoluzionari e paladini della legalità a difensori dello status quo» ha ribattuto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì.
«Si resta senza parole – ha proseguito – a leggere la pretestuosa presa di posizione di D’Ippolito, in campo per chiedere alla Regione di non compiere accertamenti e verifiche sulla funzionalità di una Fondazione regionale: in altri tempi, una richiesta di tal genere, se proveniente da altri, sarebbe stata portata dai 5 Stelle immediatamente all’attenzione di qualche Procura. Oggi, invece, diviene legittima e persino oggetto di vanto, mentre si vorrebbe mandare al rogo chi, con senso di responsabilità, si cura con attenzione della cosa pubblica.
«A ventilare l’ipotesi di un commissariamento – aggiunge – è solo D’Ippolito, che forse immagina che dalle verifiche disposte possa venir fuori qualcosa di grave. Noi, da sempre garantisti, restiamo lontani dal giustizialismo, ancor più quando immaginario: semplicemente, ci adoperiamo per garantire una costante azione di monitoraggio degli enti regionali, come in altri tempi i grillini chiedevano a gran voce nelle piazze.
«Omettendo di dire che la celebrazione del processo Rinascita Scott nei locali della Fondazione Terina è stata voluta dalla Regione, si usa questo argomento come foglia di fico per coprire qualcosa che solo D’Ippolito conosce. Non sa di sicuro, invece, che la Fondazione, essendo iscritta nel registro regionale delle persone giuridiche, è anche soggetta a rigorosi e periodici controlli. E ignora, probabilmente in maniera voluta, che la missione statutaria è comunque ben altra e diversa da quella, pure encomiabile e condivisa, di attrezzare aule bunker.
«Tra le tante omissioni di cui D’Ippolito si rende responsabile in questa vicenda – sottolinea ancora il presidente facente funzioni –, vi è anche quella relativa al fatto che l’attività ispettiva, peraltro prevista dallo Statuto della Fondazione, sia stata disposta autonomamente dalla dirigenza del Dipartimento competente, senza alcun atto o sollecitazione di natura politica. C’è da dire anche, a onor del vero, che a tale decisione si è pervenuti in coda a una risalente attività di verifica conclusa in maniera solo parziale, per la mancanza di adeguate risposte da parte del presidente della Fondazione. Del resto, poi, anche il Consiglio regionale, nel Documento di economia e finanza, ha evidenziato l’esistenza di varie criticità sotto il punto di vista finanziario e contabile, tali da rendere oggettivamente necessario e doveroso un approfondimento amministrativo.
«A sentire D’Ippolito, di fronte a questo la Regione – conclude Spirlì – avrebbe dovuto girare la testa dall’altra e fare finta di niente. A differenza sua, abbiamo un’altra concezione della politica e delle istituzioni.»

Giuseppe D’Ippolito non ci sta: «Ha la coda di paglia»

«Forse Spirlì non ha capito, allora ripeto e semplifico – ha controbattuto una volta di più D’Ippolito. – A ridosso delle elezioni regionali non si avviano approfondimenti pretestuosi, probabilmente per avere pezze d’appoggio al fine di commissariare enti della Regione, come la Terina, resistenti allo spoils system. Se Spirlì ha sentito il bisogno di rispondermi con una delle sue lenzuolate fuori traccia, significa che ha la coda di paglia.
«Spirlì non è un eletto – prosegue il pentastellato. – Gli rammento, poi, che ha poteri limitati alla sola gestione ordinaria, aspetto che tende a dimenticare con troppa facilità. Il caso lo ha tenuto per un anno alla guida della Regione, ma questo non gli consente di utilizzare il proprio ufficio pubblico per rafforzare la Lega in Calabria. Comunque, proceda pure come vuole. Verificheremo, carte alla mano e basandoci sui fatti, sempre ostinati, quali siano le intenzioni della sua amministrazione sulla Fondazione Terina, di cui, ribadisco, la Regione si preoccupa giusto a campagna elettorale avviata. Non credo – conclude D’Ippolito – che Roberto Occhiuto gli lasci campo su questa vicenda. Anzi, sono certo che saprà richiamarlo alla responsabilità e al dovuto rispetto delle istituzioni».

Redazione

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