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Costume e Società

«Solo chi accoglie gli altri può dirsi figlio di Dio»

Dall’Ufficio Stampa Santuario Nostra Signora dello Scoglio

Presieduto dal vescovo della diocesi di Locri–Gerace, come ogni primo sabato del mese, al santuario Nostra Signora dello Scoglio, in Santa Domenica di Placanica, ha avuto luogo un incontro di preghiera. Il consueto programma ha previsto: l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, fondatore dell’opera mariana, che da oltre mezzo secolo è nota in tutto il pianeta; la concelebrazione eucaristica, presieduta, come anzidetto, da monsignor Francesco Oliva; la preghiera d’intercessione di Fratel Cosimo, per la guarigione dei malati e dei sofferenti; la benedizione eucaristica. Si è data notizia, nel corso del partecipato incontro di preghiera, dello svolgimento della festa in onore di Sant’Emidio giovedì 5 agosto, alle ore 17:00, e dell’incontro di preghiera del prossimo primo sabato del mese, ossia il 7 agosto, con inizio alle ore 16:00. In merito al momento importante di preghiera del 3 luglio, di seguito, riportiamo l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, ripresa dal vescovo Oliva, nella propria illuminante omelia:

Cari devoti di Nostra Signora, a voi tutti rivolgo un cordiale benvenuto. Come di consueto nel primo sabato del mese di Luglio siamo convocati ancora una volta in questo Santuario mariano dall’amore misericordioso di Dio e della Vergine Santissima sua e nostra Madre. Quale gioia per noi sapere e pensare che in cielo abbiamo una Madre che continuamente supplica Gesù per noi, e che desidera ricolmarci dei favori celesti. Da alcuni brani della Scrittura, veniamo a conoscenza che il Signore, per concederci grazie, si serve sempre della Madonna, vedi per esempio l’evento delle nozze di Cana in Galilea. È Lei la dispensatrice di tutte le grazie, si tratta delle grazie per tutti gli uomini di tutti i tempi. Diceva San Bernardo, il cosiddetto cantore della Madonna: “Veneriamo la Vergine Maria con tutto l’impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuole Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria”. Quindi la devozione alla Madonna è necessaria, per cui cerchiamo di nutrire una vera, autentica e forte devozione alla Madre del Signore. E teniamo presente che una vera devozione mariana ci assicura una piena fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Santa Chiesa. Ora, con queste intenzioni vogliamo lasciarci coinvolgere dalla Parola del Signore tratta dal Vangelo di Marco, capitolo 6, dal verso 1 al 6: “In quel tempo Gesù venne nella sua patria e i suoi lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?» Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno insegnando”. Fin qui il brano del Vangelo. Fratelli e sorelle, il primo versetto del passo del Vangelo di Marco che in questo momento abbiamo appreso, ci dice chiaramente che Gesù ritornò a Nazaret con i suoi discepoli. Nazaret, come sappiamo, era il paese in cui Gesù è cresciuto e dove Egli aveva lavorato come falegname nella bottega di Giuseppe, suo padre putativo. Durante la sua permanenza a Nazaret, in giorno di sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. Veniamo al dunque: molti di coloro che erano presenti nella sinagoga, si stupivano nell’ascoltare il suo insegnamento e dicevano: Ma da dove gli vengono queste cose? Questa sapienza da chi gli è stata data? Come pure i miracoli da Lui operati? Essi pertanto, non furono in grado di ribattere la sapienza di Gesù e né le sue opere potenti, cioè, i miracoli. Tuttavia, se vogliamo, questi non erano assolutamente disposti a riconoscerlo come Figlio di Dio, essi lo consideravano semplicemente il falegname, il figlio di Maria e di Giuseppe. A questo punto faccio un esempio: se Gesù fosse tornato a Nazaret nel suo paese d’origine in veste di potente conquistatore, forse l’avrebbero prontamente accettato. Ma non è stato esattamente così. Egli venne invece in umiltà e sottomissione, possiamo dire, per questo i suoi concittadini si scandalizzavano. E a motivo di tutto ciò, Gesù fece questa osservazione e pronunciò questa frase: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria», come volendo dire, in genere, un profeta viene accolto più volentieri fuori dal suo paese e dalla sua casa. E dopo aver detto questo mi viene anche da dire, alla luce del Vangelo, che forse non c’è posto più difficile per servire il Signore se non in casa propria, cioè, nel proprio paese. Vi lascio immaginare perché… Gli abitanti stessi di Nazaret, se vogliamo, erano una comunità disprezzata. La gente si domandava infatti: «Può forse venire qualcosa di buono da Nazaret?» E nonostante ciò, questi nazareni, rigettati della società, guardavano al Signore Gesù con disprezzo, perché erano pieni di orgoglio e incredulità nel cuore. E proprio a motivo della loro incredulità fu ostacolata notevolmente l’opera di Gesù a Nazaret, poiché in quella città Egli guarì soltanto pochi malati, come dice il Vangelo. Di certo Gesù rimase molto stupito soprattutto per la mancanza di fede dei suoi concittadini, ma Egli, noncurante del disprezzo, dell’indifferenza ostile e del rifiuto dei nazareni, continuava a visitare i villaggi vicini insegnando alle folle la Parola di vita e di salvezza. Fratelli e sorelle, raccolti in questa atmosfera di silenzioso ascolto, Gesù per tanto tempo è cresciuto in mezzo alla gente di Nazaret, e a tal proposito dice il Prologo di S. Giovanni Apostolo al v. 11: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”. E continua la Scrittura al v. 12 dicendo ancora: “A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome”. Queste parole, miei cari, sono valide ancora oggi e anche per noi, e devono scuotere i nostri cuori, le nostre coscienze e il nostro modo di agire.

Fratel Cosimo ha, quindi, concluso, dicendo: «Nostra Signora dello Scoglio voglia aiutarci, affinché nessuno di noi abbia mai a rifiutare Gesù, ma a credere veramente in Lui, e ad accoglierlo nel nostro cuore, quale nostro Signore e Salvatore di tutta la nostra vita, cioè del nostro corpo, del nostro spirito e della nostra anima. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.»

Redazione

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