ADVST
Costume e SocietàLetteratura

Nel rigido rispetto dei principi del socialismo

Stasi XXV - Francesco Rossi ha modo di approfondire la conoscenza del funzionario di Zagabria di cui è ospite e di osservare non solo il suo modo di comportarsi, ma anche quello del resto dei cittadini della città croata, che lo porta a fare un paragone naturale con lo stile di vita tenuto invece nella Penisola italiana.

Di Francesco Cesare Strangio

Il motto “Taci! Il nemico ti ascolta!” non era né accettabile, né pensabile per i paesi democratici: almeno sulla carta. La violazione dell’intimità dei cittadini è la netta espressione dell’impotenza dello Stato nell’esercitare i principi di democrazia.
Il controllo paranoico del popolo, con la scusante di garantire la sicurezza, non è certamente il compimento pieno dei principi fondanti di uno Stato democratico, ma l’apogeo della propria tragedia.
Una tale sventura raggiunge il massimo quando il sistema giudiziario è amministrato da uomini affetti dalla sindrome del Messia.
Il convincimento del proprio ego messianico li porta a perdere il contatto con la realtà. Gli unti dal Signore, nell’applicare la giustizia, perpetrano crimini molto più grandi e nefasti dell’ingiustizia stessa.
Dopo l’unità d’Italia, e la parentesi del fascismo, ha preso piede una forma di piccoli regni molto più subdoli e perniciosi: I nuovi feudi dei partiti politici, si proclamano paladini e garanti della democrazia, quando in realtà non sono altro che la più ripugnante espressione del totalitarismo.
L’ingresso al bar lo destò dei suoi funesti pensieri. Si sedettero a un tavolo in disparte e ordinarono uno spumantino che producevano a Sud di Belgrado.
L’uomo di Stato prese la parola per domandargli come andavano le cose in Italia.
Rossi iniziò il suo racconto badando bene di non essere eccessivo e di non sconfinare in forme di campanilismi che avrebbero potuto urtare l’ideologia del politico: «L’Italia sta attraversando un periodo di grande sviluppo industriale con l’arricchimento delle regioni del Nord a discapito di quelle del Sud. Vi è una metrica e cinica volontà di lasciare il Mezzogiorno in uno stato di passivo assistenzialismo con il solo scopo di ridurlo alla stregua di serbatoio di mano d’opera e di voti per i politici locali asserviti alla volontà di quelli del Nord».
L’imprenditore continuò, aggiungendo: «Determinate scelte politiche porteranno allo sviluppo di uno stato delinquenziale senza precedenti; per adesso gli fa comodo così, nel futuro si vedrà; so solo che nella mia patria non si fa nulla a caso e persino il male è scrupolosamente pianificato».
Venne spontaneo all’ospite chiedergli di quale parte d’Italia provenisse.
Gli rispose: «Sono della punta dello Stivale».
«La terra dei Dorici e degli Achei», rispose il funzionario.
«Si!» confermò Rossi, per poi domandargli: «Conosce la storia della mia terra?»
«Molto bene!» rispose il funzionario.
Il politico non perse l’occasione per dare sfoggio alla sua cultura: «I greci, nel colonizzare quelle terre, gli attribuirono il nome Italioti, conseguenza dei vitelli che pascolavano allo stato brado. Da lì trasse il nome l’Italia».
Il funzionario continuò nel suo racconto, dimostrando realmente di avere un’ottima conoscenza della storia dell’antica Grecia e della sua espansione nel Mediterraneo.
Una luce illuminò il firmamento della sua mente, come i raggi del sole all’arretrare delle nuvole, lasciando posto all’idea che con il funzionario avrebbe trovato sicuramente un ottimo accordo…
Rossi propose di andare a pranzare al ristorante in cui prestava servizio la giovane bionda.
L’entrata in confidenza portò l’uomo di Stato a fare un passo in più: «Credo che sia opportuno mettere da parte i formalismi e darci del tu».
«Con vero piacere, io mi chiamo Francesco», rispose Rossi.
Prontamente, il funzionario disse di chiamarsi Stevo.
Nell’andare verso il locale, Rossi espresse il desiderio di pagare il pranzo, perché diversamente ne sarebbe rimasto dispiaciuto.
Stevo, alla proposta dell’italiano, rispose con una risata.
Al ristorante, ad accoglierli, c’era quella magnifica ragazza dalla carnagione bianca prossima alla neve.
I suoi occhi erano di un azzurro intenso, tanto che in essi pareva che si specchiassero le limpide acque del Mediterraneo.
Nella mente di Rossi era ben fisso l’appuntamento del giorno dopo, il tempo che mancava per il sorgere del sole rivestiva per lui il carattere dell’eternità.
Nel vederla, immancabilmente il suo pensiero transitò al giorno dopo, immaginandola in costume in riva al mare baciata dal sole di primavera.
Stevo stava per ordinare, quando l’italiano lo interruppe chiedendo la lista dei cibi che servivano quel giorno.
Era tutto scritto in lingua Croata, a quel punto non poté fare altro che passare il menu a Stevo, che si fece un sorrisetto sornione sotto i suoi rossi baffetti.
Anche quella volta fece Stevo, che scelse lo stesso menu del giorno prima, con la sola variante dell’agnello al posto della porchetta.
Rossi più che del cibo era attratto dalla ragazza.
Quando gli portò l’antipasto, le chiese: «Posso avere il privilegio di sapere il tuo nome?».
La ragazza, garbatamente, disse di chiamarsi Stefica.
Durante il pasto ebbe conferma di quanto aveva notato nelle due occasioni precedenti, la poca gente che animava il ristorante, per la maggior parte, erano funzionari dello Stato.
La gente, cosiddetta comune, frequentava di raro i posti di ristoro a conseguenza dei bassi salari che percepivano; in ogni caso il superfluo si preferiva consumare al bar. Zagabria di sera si animava di gente; la loro compostezza lasciava Rossi ammirato. Il sistema non gradiva disordini tali da intaccare l’ordine e l’equilibrio comunista. Gli svaghi erano ammessi a condizione che non creassero alterazioni da mettere in discussione i principi del Socialismo.

Foto: lincontro.news

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button