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Un reparto di oncologia per rilanciare le quote dell’Ospedale di Locri

È stato presentato questa mattina dal responsabile della sezione Locride dell’Associazione Angela Serra Attilio Gennaro un progetto di riqualificazione gratuita di un’ala dell’ospedale di Locri al fine di realizzare un reparto all’avanguardia per il trattamento dei pazienti oncologici. A illustrare le caratteristiche tecniche del progetto, Franco Maghenzani, titolare di uno studio di architettura leccese che collabora con l’associazione Angela Serra da oltre quindici anni.
«Abbiamo avuto come denominatore comune la volontà di realizzare qualcosa – ha dichiarato Maghenzani, – e all’invito travolgente di Gennaro non abbiamo esitato a progettare qualcosa come già in passato abbiamo fatto proprio a Lecce, dove è stato realizzato un reparto oncologico all’avanguardia partendo proprio da un nostro progetto. La volontà è quella di realizzare un sogno» ha continuato Maghenzani spiegando come il suo studio sia stato contattato a luglio per la realizzazione di uno studio di fattibilità che è divenuto operativo alla fine del mese successivo.
«L’area individuata si presta molto bene a essere riqualificata come polo oncologico, perché il lavoro progettuale originario è stato davvero ben fatto – ha ripreso Maghenzani, ponendo l’accento sulla qualità dei disegni originali dell’ospedale di Locri, – e ci permette, con la sola riqualificazione degli spazi, di avere a disposizione un’area verde che si presta alla riabilitazione dei pazienti e un’ampia area di accoglienza con un ascensore vicino all’ingresso per garantire ai diversamente abili di accedere velocemente ai piani superiori della struttura e al centro della quale sorgerà il gabbiotto per l’accettazione, dalla quale si potrà avere accesso diretto alle tre aree dell’ambulatorio, del day hospital e della lunga degenza. Ognuna di queste tre aree sarà caratterizzata da un colore predominante, rispettivamente rosa salmone, verde acqua e verde oliva, per differenziare gli spazi e trasmettere un senso di accoglienza ai pazienti. Nonostante ogni area sia in comunicazione diretta con le altre, inoltre, la privacy sarà massimamente garantita sia per coloro che dovranno utilizzare le poltrone di perfusione, sia per chi si troverà in day hospital, dove abbiamo previsto la presenza di 8 letti, sia per chi invece dovrà restare in lunga degenza, dove i letti saranno invece 10. All’esterno, l’accesso rapido ai reparti sarà garantito da una passerella con struttura di ferro, pienamente accessibile anche per i diversamente abili, che garantirà così di decongestionare il traffico di pazienti e visitatori nei pressi dell’accettazione. Importante sarà poi l’area archivio, vero e proprio cuore pulsante del reparto, presso il quale si troverà anche un collegamento telematico con i portali delle più importanti strutture oncologiche nazionali.»
Oltre che dare vita a una struttura all’avanguardia, l’obiettivo secondario, per come dichiarato dal senatore del Movimento 5 Stelle Giuseppe Auddino, presente durante la conferenza, è quello di dotare l’ospedale di Locri degli strumenti utili a renderlo struttura appetibile per i medici, invertendo così la tendenza di rifiutare i posti vacanti presso il nosocomio della Locride da parte dei medici in assegnazione. Ulteriormente importante, a livello territoriale, sarà poi avere una struttura oncologica di riferimento che si trovi in posizione mediana tra gli altri due grandi poli del territorio: Catanzaro e Reggio Calabria.
«Non mi lascio andare a facili entusiasmi – ha chiosato dunque il commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi, – perché nonostante il progetto sia a costo zero per l’ASP e possa essere realizzato in due anni, so anche che la trafila burocratica per assicurarsi che tutte le carte catastali e relative ai permessi siano in regola sarà molto farraginosa e questo anche al netto della già concessa piena disponibilità del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Non vorrei mai – ha concluso Scaffidi, – che il progetto venga bloccato non appena è divenuto esecutivo solo perché manca un timbro.»
Un monito che ci rimette con i piedi per terra, ma che comunque non ci fa smettere di sognare una sanità migliore sul nostro territorio.

Redazione

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