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Costume e Società

Il Cardellino nella filatelia

Di Frana

Il Cardellino è un uccellino talmente conosciuto e apprezzato in Italia sia per il canto sia per i colori, che ha meritato di essere immortalato nelle tele di famosi pittori. La Madonna del cardellino è un dipinto a olio su tavola (107×77 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1506 e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Il cardellino nidifica nell’Europa occidentale, nell’Asia centrale e nel Nordafrica; in Italia una parte della popolazione è migratrice. Esistono diverse sottospecie. In cattività, nel corso degli anni, sono state selezionate dagli allevatori diverse mutazioni come la Lutino, l’Agata, l’Isabella e la Satinè. Vi sono numerose varietà del Cardellino che si differenziano tra loro per una leggera variazione di lunghezza e per lievissime sfumature di colore. Nella varietà più comune il maschio è lungo circa 13-14 cm; la femmina, che si distingue per le tinte di poco più pallide e per il nero dell’inizio della spalla velato di grigio, è un po’ più piccola. Ha maschera facciale rosso cremisi orlata di nero intorno al becco come pure nere sono le parti mediana e posteriore del capo; tempie e guance bianche; bianco-grigio il ventre e il centro del petto, sfumato ai lati di nocciola; bruno nocciola il dorso, leggermente più chiaro il groppone; ali nere barrate di giallo, coda nera con macchie bianche. Il becco è biancastro-rosato, con l’apice nerastro o azzurrognolo e diviene completamente chiaro all’epoca degli amori. Le zampe sono brune. Si tratta di una specie tipica dei territori di bassa quota, di regola sotto i 1.000 metri, fortemente legata agli ambienti aperti o semi-aperti. Nidifica infatti lungo i margini dei boschi di latifoglie, nelle siepi e nei filari delle campagne, nei frutteti, non di rado anche nei parchi cittadini e nei giardini.
Oggi si raggiungono ottimi livelli riproduttivi con l’allevamento domestico. Fuori dal periodo riproduttivo i cardellini si riuniscono in gruppetti che vagano per tutto l’autunno e l’inverno alla ricerca di cibo nelle campagne. L’alimentazione, che durante l’allevamento dei piccoli è integrata con insetti e ragni, è costituita in massima parte da semi di piante erbacee. Il cardellino è infatti particolarmente abile nel cibarsi rimanendo in equilibrio aggrappato agli steli delle alte erbe, spesso a testa in giù. Molto ricercate sono le infiorescenze ormai mature. Il cardellino porta a termine 2 o anche 3 covate all’anno. Il nido, posto all’estremità del ramo di un albero, è una coppa molto elaborata, composta da muschio, sottili radici, fili d’erba, crini e lana. Vi vengono deposte 4-6 uova, covate solo dalla femmina per due settimane.Oggi allevare cardellini in ambiente domestico è abbastanza facile grazie ai numerosi accessori prodotti dalle ditte specializzate e anche l’alimentazione non è più un problema, fornita dai negozi specializzati. Come in molte specie alate solo il maschio è quello che canta. Tenere in casa un cardellino è avere un ottimo amico che ci delizia col suo canto.
Anche osservarlo è attraente mentre resta appeso a testa in giù ai fili della gabbia ed esegue spericolate capriole. Bisogna tenere presente che è una specie protetta e per poterlo tenere in casa bisogna avere l’apposita licenza rilasciata dall’allevatore che ce lo ha venduto. Tenere un cardellino di cattura fa incorrere in multe severissime e si rischia anche la carcerazione.

Fonte: Il Cardellino, di Sergio Rubino

Redazione

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