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“Acqua Azzurra”: il Lido in cui riscoprire la Calabria che non ti aspetti

La Calabria che non ti aspetti, quella dietro l’angolo, quella terra tra mare e montagna, quella che rifulge splendida baciata dal sole ridente, quella che dovrebbe rappresentare il vero volto di questa Regione è quella che puoi ritrovare al Lido Acqua Azzurra. Un luogo magico, che non tutti conoscono e che devi andare a Lazzaro per poter scoprire.
Vincenzo Mallamaci e i suoi figli Benito e Giovanni rappresentato la calabresità.
Racconta Vincenzo:

La scintilla di realizzare il “Lido Acqua Azzurra” si innesca quando ero ragazzino in quanto, essendo mia mamma di Pescara, nel guardare la riviera abruzzese soffrivo al pensiero del mio mare di Lazzaro senza lidi e pieno di spazzatura di ogni genere! C’era solamente qualche bar e il noto “Lido sogno”, che faceva di tutto, ed era unico! Io frequentavo il bar Malara, detto “la spiaggia dei Motticiani” ma, appena compiuti 18 anni, grazie a Ciccio Verduci, che non dimentico mai, nella stagione estiva del 1982 ero andato a lavorare da suo fratello Mimmo a Marina di Massa, in Versilia, e così, con la spinta di mio papà, avevo trascorso una stagione balneare indimenticabile al chiosco “El Merende”. Da quella stagione del 1982 ho avviato il lavoro che ha segnato la mia intera vita.
Un bel giorno, ripensando a Pescara e Marina di Massa, mi son detto: “Devi realizzare un Chiosco, visto che le nostre riviere si prestano bene”. Ho iniziato così a realizzare un lido nella riviera reggina, sulla quale esisteva qualche locale ma niente di più, e sembrava una pazzia ma, preso dalla mia esperienza a Marina di Massa, sono andato avanti.
Nel 1987 mi sono recato alla Capitaneria di Porto e ho chiesto cosa servisse per realizzare un lido con chiosco di somministrazione e, così, mi sono messo in movimento per realizzare l’opera turistica balneare con i primi ombrelloni di tela e di legno, che ho ritirato da una ditta di Catania. Il primo pedalò l’ho acquistato ad Amantea nel luglio del 1990. Mancava il nome del lido e si pensava ad alcuni nomi simboli del luogo ma, nell’ascoltare la radio, ho iniziato a canticchiare, assieme a mio fratello Luigi, la celebre canzone di Lucio Battisi, e così si è deciso di dare il nome “Lido Acqua Azzurra”.
Amavo il mare, ero giovane e credevo in questo sogno non solo per me, ma per far sì che tutti i ragazzi potessero realizzare quello che avevamo immaginato.
Anche in questa occasione, come in altre in precedenza, scrivo queste memore seduto sulla scogliera che protegge il Lido, che oggi rappresenta un angolo di Paradiso alle porte dell’Europa il Capo D’armi del comune di Motta San Giovanni.
Il mio sogno, che dopo anni ho realizzato e di cui oggi fanno parte anche i miei figli, vorrei fosse considerato come un esempio di riscatto per la nostra Calabria.
Sono qui che respiro il profumo dei nostri agrumi, portato dalla brezza che si confonde con le onde e, mirabile visione, dal terrazzo panoramico l’Etna che domina la pianura sicula su cui sorgono, tra le altre, Taormina e Acitrezza più volte nominata dal grande Giovanni Verga.
Sono fiero che oggi ci siano i miei figli a gestire questo paradiso, in cui tutto l’anno si può vivere un momento di pace e serenità, gustando i nostri piatti e le nostre pizze. Perché da buoni Calabresi e reggini amiamo il buon cibo e lo gustiamo stando tutti insieme.

Redazione

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