Il romanzo d’esordio di Domenico Ammendolia presentato ai Licei Mazzini
Di Giada Mollace – IV A-SU, Licei Mazzini di Locri
Il 19 novembre, noi ragazzi delle classi quarte e quinte del Liceo Mazzini di Locri abbiamo partecipato, nell’Auditorium della scuola, alla presentazione del noir Percorso verso un omicidio, romanzo d’esordio di Domenico Sergio Ammendolea, avvocato e giornalista locrese. Durante l’incontro sono intervenuti, oltre all’autore, il Dirigente scolastico Francesco Sacco per i saluti iniziali, la professoressa Federica Malara, che si è dedicata a un’introduzione generale del romanzo soffermandosi sui suoi aspetti più originali e il professore Gianfranco Ozzimo, che ha coordinato gli interventi offrendo a noi studenti vari spunti di riflessione sulle tematiche affrontate nel libro. A metà presentazione abbiamo potuto interloquire con l’autore rivolgendogli numerose domande che ci hanno consentito di soddisfare tutte le nostre curiosità. Domenico Ammendolea è anche musicista (pertanto una personalità molto versatile) e il suo romanzo, pur essendo è un noir, ha molti aspetti in comune anche con il romanzo di formazione e psicologico. Alla fine dell’incontro, abbiamo voluto realizzare una breve intervista all’autore.
Cos’è la scrittura per lei e cosa ha rappresentato scrivere questo libro?
La scrittura è un modo di dare libero sfogo alle emozioni e ai sentimenti, la paragonerei ad esempio al bere l’acqua. Per me scrivere è stato emozionante. Ha rappresentato un cammino durante il quale ho accompagnato il protagonista nelle sue esperienze, soffrendo con lui, avendo anche paura insieme a lui, dunque immedesimandomi perfettamente nella sua vicenda, cosa che credo sia stata percepita dai lettori.
Quando ha scritto Percorso verso un omicidio aveva già tutto in mente oppure l’ispirazione le è venuta in seguito?
Quando ho scritto il romanzo avevo già tutta la sua struttura in mente, quindi sapevo che doveva essere una struttura in tre atti, che doveva essere presente la figura del Mentore (l’anziano Adolfo che è stato una guida per il protagonista Vittorio) e dove, inoltre, avrei collocato l’incidente scatenante.
Il titolo del libro non è stato scelto casualmente. Ce ne vuole spiegare il significato?
Il titolo sta a indicare un percorso del personaggio, una formazione, ma al contrario, dunque non verso un qualcosa di positivo, ma verso un modo di agire sbagliato, causato da un episodio che ha sconvolto completamente la vita del protagonista.
C’è qualche personaggio nel libro a cui è particolarmente legato e, se sì, perché?
Sì, certo… mi sono legato al protagonista, Vittorio, perché è il primo personaggio con cui il lettore empatizza e, per fare questo, ho dovuto dare tanto al personaggio. In modo particolare mi sono legato anche ad Adolfo, perché è una persona realmente esistita, che ho conosciuto e che ora non c’è più… quindi farlo rivivere nel libro è stato, in un certo senso, come risentirlo e rivederlo.
Conoscere l’autore e leggere il suo libro è stata un’esperienza molto significativa. Cono rimasto molto colpito dalla sua capacità di affrontare con estrema semplicità tematiche molto importanti quali la mafia, il rapporto tra giustizia e ingiustizia, il conflitto generazionale e il legame con la propria terra.