Disposto il differimento della pena al presunto boss di Fabrizia
Il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria ha disposto il differimento della pena nelle forme della detenzione domiciliare per 6 mesi nei confronti di Giuseppe Antonio Primerano. Il magistrato ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Eugenio Minniti ed Enzo Caccavari, difensori del 76enne originario di Giffone e coinvolto nel maxi processo Crimine, in cui la Procura distrettuale di Reggio Calabria lo ha accusato di essere il presunto capo promotore della locale di ’ndrangheta di Fabrizia e, per questo, è stato condannato a 13 anni di reclusione.
Il Tribunale ha ritenuto che, in un’ottica di equo contemperamento tra esigenze di tutela della salute del condannato e quelle legate alla doverosa esecuzione della pena e alla tutela e sicurezza sociale della collettività, richiamato anche il parere reso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, “può essere accordato il richiesto differimento della pena, però, nelle forme della detenzione domiciliare al fine di non pregiudicare, attraverso lo stato detentivo, le condizioni di salute del reo e considerato che il pericolo di reiterazione di reati da parte del predetto può essere adeguatamente scongiurato dalla misura restrittiva domestica invocata.”
Dopo alterne vicende il magistrato di sorveglianza di Reggio Calabria, a fine giugno 2021, ha deciso di disporre il differimento della pena nelle forme degli arresti domiciliari “fino alla definitiva decisione del Tribunale di Sorveglianza in sede”, che nei giorni scorsi ha deciso di differire di ulteriori 6 mesi a decorrere dal dicembre 2021, con l’obbligo del 76enne di continuare a osservare le prescrizioni già imposte sei mesi prima.