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Costume e Società

Ardore: «Vi spiego cosa succede dopo la morte»

Appare sempre più improbabile dare una risposta razionale alle discusse esperienze di premorte.) Secondo alcuni studiosi si tratta di reazioni chimico-fisiche del cervello che, in seguito a un trauma, in man­canza di ossigeno e di sostanze nutritive e a causa delle endorfine liberatesi nel cervello morente, generano immagini extrasen­soriali.
Non la pensa così Il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra Inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle esperienze ai confini della morte, che dichiara:

Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso. Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano. Quando il cervello smette di funzio­nare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti.

Ma allora cosa avviene dopo la morte? O meglio, cosa accade nei casi durante le esperienze ai confini della morte?
La storia che ci accingiamo a raccontare ebbe inizio un’alba di fine dicembre, quando il protagonista rimase vittima di un incidente stradale.
Stava percorrendo la Strada Statale 106, tra Ardore e Sant’llario, a bordo della sua Vespa, quando fu travolto da un’auto in corsa.
«Mi trovai sul ciglio della strada, per terra, per qualcosa che mi era suc­cessa all’improvviso alla quale, però, non riuscivo a dare una spiegazione» ci comincia a raccontare il protagonista, tra le lacrime che gli solcano il viso per l’emo­zione.
«Quello che ricordo è di aver visto raccogliersi intorno a me un mucchio di persone. E solo dopo aver constatato che non riuscivo a comu­nicare con loro, ml resi conto dell’as­surdità dei fatti. In realtà il mio corpo giaceva per terra a diversi metri da me che, stranamente, mi libravo nel­l’aria. A quel punto mi misi a gridare, ma si trattò di grida sorde, che si spegnevano sul nascere. La cosa più sorprendente fu che in poco tempo mi resi conto di essere esente a ogni tipo di sensazione. Infatti, stranamente, quelle grida non contenevano impulsi negativi, non erano reazioni di dolore o rabbia, e non volevano manifestare disappunto: accadde anzi al contrario.
«Quello che voglio dire è che mi resi conto, via via che il tempo passava, che le sensazioni di consapevolezza, di coscienza del dolore, di dispiacere, di dolore fisico e via dicendo non erano percepibili da me che, con ogni probabilità, ero morto. In quel caso, in­fatti, le mie grida provenivano da un continuo stato di estasi dell’anima. Che è ciò che avviene nel momento in cui lo spirito abbandona il corpo.
«Quel giorno scoprii che l’anima, una volta smaterializzatasi, entra in un profondo stato di narcosi: l’estasi dello spirito. Ciò non le consente di essere soggetta a percezioni o mani­festazioni di natura negativa. Di fatto, riconoscere di essere morto – che è quello che accadde in quel frangente – e non avere la necessità di ribellarmi era stato per me motivo di una rifles­sione che si manifestò successivamente, cioè dopo essere uscito da questa storia o, piuttosto, dopo essere tornato in vita. Mi ero, allora, assopito in un’immensa felicità. Ero appagato. Lo spirito si era finalmente liberato dal peso del corpo. In egual misura, sen­tivo che il peso del corpo, o meglio della materia, era uniforme al gra­vame che comporta la vita.


Edil Merici

«In altre parole mi resi conto di es­sermi liberato dal peso dell’esistenza. Dunque, il corpo è uno strumento in cui l’anima matura (in libero arbitrio) la sua natura. E io mi resi conto, in quel caso, che stavo, per così dire, ritornando nella nostra casa d’origine: la dimensione della Luce. Al­meno questa fu la mia prima sensa­zione.
Di colpo, in cielo si aprì un varco: una luce intensa, molto accecante ma stra­ordinariamente tranquillizzante e piacevole da contemplare. Una luce di un bianco fortissimo, cosmico.
«Il mio spirito che, per forza di cose, dovette abbandonarsi a essa, veniva in essa e da essa risucchiato. Fu un attimo eterno per me. Un attimo che mi permise di dare un senso alla vita oltre e prima della morte. Un attimo che mi fece capire che tutto inizia proprio laddove sembra che tutto finisca. Mi girai per dare l’ultima occhiata a quella gente raccolta ancora attorno al mio corpo, ai medici dell’ambulanza che avevano costatato il mio decesso.
«Provai un profondo senso di pena per loro, che erano destinali a vivere le loro vite inconsapevoli di una delle più grandi verità esistenti: il fugace mondo dell’aldilà.
«Perché io, allora, quasi per un lStinto ultraterreno, avevo capito già tutto. Gettai uno sguardo al mondo, l’ultimo; poi un lieve grido di addio a tutto ciò che in un certo senso, aveva fatto parte della mia vita, infine l’imbocco nel tunnel. Lo squarcio In cielo si trasformò in un immenso vortice di luminosità e io venni come risucchiato in esso. Man mano che vi entravo, la luce si faceva più intensa e gradevole; l’estasi della mia anima a poco a poco raggiunse i livelli più eccelsi e il tunnel, lentamente, mi condusse a un’ennesima radiazione luminosa.
«Fu dopo aver raggiunto quel posto che, con tanto di stupore, potei osser­vare esseri fatti di luce che, radunatisi tutti attorno a me, mi sfioravano, mi accarezzavano, mi tenevano per mano. Da loro proveniva un profondo senso di beatitudine.
«Vi era qualcosa, qualcosa di difficile da comprendere, che in un certo senso li rendeva simili a noi, anche se erano fatti di spirito.
«Di colpo, per qualche inspiegabile ragione, l’incantesimo si spezzò e io, nonostante avessi tentato in tutti i modi d’impedirlo, fui rispedito a forza dentro il mio corpo. Nulla potei fare né mi bastarono le energie per impedire che ciò avvenisse. Rapidamente, quasi in un lampo, riacquisii la pesantezza del corpo, il gravame della vita, la stanchezza dello spirito: ero di nuovo tra gli esseri materiali.
«Mi sentivo triste e disperato, forte­mente irritato, tanto che non potei sottrarmi al pianto.
«Il sapore delle lacrime mi ridiede coscienza e mi fece riassaporare l’amaro gusto della vita! Ora ero di nuovo vivo! Perso nell’immensità del mondo. Nella malvagità del mondo! Tra le follie del mondo! In cambio, però, ero venuto a conoscenza del più prezioso dei tesori.
«Da quel giorno duellai con la morte con estrema indifferenza: essa (ora) non era più un segreto per me. Ora non più! Non mi fa più paura! lo e la morte siamo amici. Sì, perché da quel mentre in poi fummo una cosa sola. lo ero in lei e lei era me. Sapevo tutto di lei! Lo so ancora.
«E anche se il tempo ha un po’ indebolito la mia certezza, mi sento di poter dare un senso (un senso vero) alla vita.»

Foto: fattistrani.it

Francesco Marrapodi

Francesco Marrapodi approda a Métis dopo aver ricoperto importanti ruoli in altre testate giornalistiche. 
È stato Redattore Capo per la provincia di Reggio Calabria de “L’Attualità”, collaborato con “Calabria Letteraria” e con “Alganews”, nonché con la testata giornalistica “In Aspromonte”. 
Ha studiato tecniche e metodi di scrittura del “Gotham Writers' Workshop”, è stato inserito nell’antologia “Ho conosciuto Gerico” in onore di Alda Merini con la poesia “La Nova” e fa parte dell’“Unione Poeti dialettali di Calabria”.
L’8 agosto del 2014 ha realizzato sulla spiaggia di Bianco una statua di sabbia raffigurante Papa Francesco, evento recensito da “Famiglia Cristiana” per il quale ha ricevuto il ringraziamento e la benedizione del Papa in persona. 
Si è reso inoltre promotore di una campagna contro l’inquinamento marino con “La morte di Poseidone”, statua di sabbia che ha suscitato grande interesse in tutto il mondo. 
Francesco è oggi un punto di riferimento redazionale su Bianco e dintorni, con un ruolo di primo piano nella Redazione Cultura.

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One Comment

  1. L’uomo non può dare questa risposta.
    Ma chi ci ha creato, si!
    Dio ci dà risposte certe, sulle domande che ci siamo sempre fatti.
    Non è più un mistero.
    La parola di Dio, la Bibbia, ci spiega tutto.
    Dice che Dio ci ha fatti, con lo scopo di vivere per sempre sulla meravigliosa Terra, ma la prima coppia, Adamo e Eva, disubbidirono, e si ribellarono, disconoscendo l’autorità del creatore.
    Così invecchiarono e morirono.
    Trasmisero l’imperfezione a tutti noi discendenti, ma nonostante questo, il proposito di Dio, non è cambiato.
    Immediatamente provvide un prezzo per riscattare l’umanità ubbidiente, tramite la Sua prima creazione, l’arcangelo Michele, lo inviò nel seno di una donna, Maria, e gli disse di chiamarlo Gesù.
    Questo uomo perfetto era l’equivalente di Adamo, e sacrifico’ la Sua preziosa vita, pagò un riscatto, affinché le persone ubbidienti potranno vivere per sempre sulla Terra.
    Quando accadrà?
    Fra breve, infatti la Bibbia ci dice che Gesù, porterà il Regno sulla Terra, e sconfiggerà tutti coloro che gli si opporranno.
    Matteo 24:14
    Tito 1:2
    Salmo 37:29
    E tutte le persone che non hanno conosciuto Dio verranno resuscitate
    Giovanni 5:28-29
    E il libro di Rivelazione capitolo 21:4 dice
    E la morte non ci sarà più,
    ne grido ne dolore, le cose precedenti saranno cancellate.
    E l’apostolo Paolo disse nella lettera ai Romani 10:13
    Chiunque invocherà il nome di Dio, sarà salvato.
    Ciò significa avere fiducia in Dio e nei Suoi propositi e conoscere il Suo nome.
    Solo così si potrà vivere felici e per sempre sulla Terra.
    Andate su internet e scrivere: nome di Dio nelle chiese.
    Si! Le chiese conoscono il Suo nome, ma lo nascondono, e sono in opposizione al creatore.
    Per questo motivo nel libro di Malachia 2:2 è scritto……

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