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Vittorio Zito: “La chiusura delle scuole si fonda su presupposti sbagliati”

Di Vittorio Zito – Sindaco di Roccella Jonica

Il Comitato dei Sindaci della Locride, nella riunione di ieri, ha deciso di sollecitare a tutti noi l’assunzione di ordinanze di chiusura della attività didattica con conseguente attivazione della Didattica A Distanza.
La decisione non mi trova pienamente d’accordo e provo a dire il perché.
La prima questione che mi pongo è se questa decisione possa o no essere assunta con una mia ordinanza (che ovviamente vale sul territorio di Roccella Jonica). E qui ho avuto e ho qualche dubbio e dico il perché. Dopo il Decreto Legge nº 111/2021, le norme che portano all’attivazione della DAD sono profondamente cambiate. Un Presidente di Regione o un Sindaco possono mandare in DAD un intero territorio solo se ricorrono due circostanze: la prima, che il proprio territorio si trovi in zona arancione o rossa (e dobbiamo ricordare che anche in zona rossa la quasi totalità delle lezioni devono tenersi in presenza); la seconda, che nel suo comune ci siano circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del Covid-19 o di sue varianti nella popolazione scolastica. Roccella, come tutta la Calabria, è in zona gialla e a oggi si registrano 104 casi di Covid-19 accertato con molecolare (sono compresi i risultati dello screening di massa effettuato nei giorni scorsi, che ha analizzato 105 soggetti residenti positivi al test rapido, per 42 dei quali il molecolare è stato poi negativo, per cui il dato è molto attendibile). Tra i positivi ci sono solo 3 bambini in età scolare e 2 adolescenti in età da scuola superiore. Sono numeri che giustificano un rischio estremamente elevato di diffusione del virus nella popolazione scolastica? Ovviamente no, perché sono numeri inferiori a quelli avuti in altri momenti della pandemia nelle nostre scuole. C’è a Roccella un focolaio di diffusione del virus? No, perché questi numeri totali di positivi li abbiamo avuti molte altre volte.
Certo, come Sindaco ho il dovere di tutelare la mia popolazione dalla diffusione del virus e in questo ho un potere d’ordinanza che può superare le norme statali. Ma devo prendere provvedimenti adeguati al caso. Se le norme attuali prevedono che persino in zona rossa tutti i gradi di scuola (tranne in parte le superiori) devono garantire la frequenza in presenza, mi chiedo: oggi, che non siamo in zona rossa, perché è opportuno attivare la DAD? La risposta non può che essere una: perché i numeri del contagio non sono veritieri e la situazione è assolutamente critica.
Premesso che io credo invece che il numero assoluto di positivi sia veritiero – perché è vero che ogni giorno ci sono sempre molti positivi, ma nessuno dà notizia di quanti ogni giorno guariscono! – qui si pone la seconda questione: se la situazione è eccezionalmente critica, ha senso chiudere solo le scuole? O dovrei assumere un’ordinanza che limita i ristoranti e i bar al solo asporto, chiude le palestre, chiudere alcuni servizi alla persona, chiude gli stadi? Se non faccio questo, se cioè dico che la situazione è eccezionalmente critica ma chiudo solo le scuole, affermo che esiste solo un luogo pericoloso per i nostri figli e per noi: la scuola. Mentre tutto il resto è consentito.
E invece tutti sappiamo che la scuola è uno dei posti più sicuri e controllati. Basta un solo positivo alle elementari per mandare in quarantena tutta la classe e attivare lo screening gratuito dei tamponi.
Quindi la decisione che da prendere è: chiudere tutto e mandare la scuola in DAD o tenere aperto e tenere la scuola in presenza. Credo che un Sindaco può certamente assumere la prima decisione, ma una decisione che riguardi solo la scuola, oltre a non essere fondata, non credo sia legittima, perché riguarda diversi livelli di governo.
Queste decisioni non si assumono a cuor leggero, né in un senso né in una altro. E quindi farò tutte le riflessioni del caso fino all’ultimo, sentendo chi governa con me e anche altri consigli. Ma come sempre deciderò in piena coscienza, anche se la decisone fosse impopolare. Perché credo che governare significhi certo ascoltare il sentimento della comunità, ma non assecondarne le paure, valutare gli effetti anche a lungo termine delle decisioni e, soprattutto, decidere in maniera legittima. Anche se la decisione che si assume non fosse in linea con quanto deciso dalla maggioranza degli altri Sindaci, che certamente decideranno sulla base delle condizioni di gravità della diffusione del virus sul proprio territorio che, ovviamente, cambiano da comune a comune.


Edil Merici

Redazione

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