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Costume e Società

Mileto: il piccolo borgo che i normanni scelsero come propria capitale

Nella storia d’Italia troppo spesso la Calabria ha ricoperto ruoli marginali a causa di problemi maturati negli anni, insieme ad altre regioni del sud. Basta pensare alla cosiddetta Questione meridionale, una situazione di arretratezza economica e sociale che ha prevalso nel tempo e ha eclissato lo splendore della terra calabrese, che risale ai tempi della Magna Grecia e continua nell’età medievale con le dominazioni che si sono susseguite nei secoli. Tra queste, spicca la popolazione dei Normanni.
Uomini del Nord che, durante l’Alto Medioevo, abitavano l’Europa settentrionale (le attuali Svezia, Norvegia e Danimarca) e che giunsero nell’Italia meridionale agli inizi dell’anno 1000. Valorosi guerrieri, si scontrarono con il dominio bizantino e, ponendovi fine, occuparono il Mezzogiorno, che rimase politicamente unito fino al 1860. Arrivarono in Calabria nel 1050, a San Marco Argentano, guidati da Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo (l’Astuto) e, in circa dieci anni, si impadronirono dell’intera regione. Elessero come loro Capitale Mileto, oggi un comune di 6.500 abitanti in provincia di Vibo Valentia. Sotto il dominio del conte Ruggero, fratello del Guiscardo, da Castrum bizantina a Civitas, Mileto divenne un imponente centro politico e amministrativo, anche avvalendosi del legame con la Chiesa di Roma. Presto nacque la corte e fu realizzata la zecca, furono costruite chiese ed eretti nuovi edifici pubblici. Furono introdotte importanti attività culturali che si perpetuarono nel tempo, promosse in particolar modo dalla regina Adelaide (Adelasia del Vasto), terza moglie del conte Ruggero.
Proprio Ruggero I elevò la cittadina di Mileto a sua residenza e la fece diventare uno dei centri più importanti non solo della Calabria ma dell’Europa intera; opera che continuò dopo la nascita del figlio, Ruggero II, nonno e antesignano di Federico II, lo Stupor Mundi. In questa terra misero piede personaggi di spicco come Riccardo Cuor di Leone, durante il viaggio in Terra Santa, e Papa Urbano II che, nel 1097, fu ospite a corte. Fu l’abate e teologo Gioacchino da Fiore a raccontare Mileto con queste parole:

Divenuta reggia gloriosa dei Normanni [Mileto] non si tenne indietro a qualunque altra città metropoli. Qui, infatti, correvano i popoli vassalli per compimento della giustizia politica; da qui si spedivano Ministri, sia di politica sia di guerra. Qui correvano le ambascerie dei principi forestieri, qui si solenizzavano gli sponsali del conte e delle figliuole; qui occorse la nascita di tanti principi, singolarmente di Ruggero II che poi divenne il primo re di Napoli e di Sicilia.

Poco distante dalla cittadina vibonese ha sede il Parco Archeologico di Mileto Antica, unico parco archeologico della Calabria che accoglie le antiche vestigia di uno dei centri feudali di più alto rilievo dell’intera regione.
Nel 2020, al Museo Statale di Mileto è stato presentato il progetto Viaggio Dell’Emozione, realizzato e sostenuto dalla Regione Calabria che, ponendo in rete i 16 istituti culturali statali che conducono al Polo, aveva la funzione di accompagnare i visitatori verso un percorso itinerante alla volta del magnifico patrimonio culturale calabrese. Nonostante la storia racconti di un tempo in cui una piccola cittadina calabrese fu guidata verso la fastosità e la ricchezza da un popolo audace e glorioso come quello dei Normanni, la realtà odierna ci riporta a una situazione ben diversa.
Solo pochi mesi fa, infatti, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri ha definito la Calabria “la regione più povera d’Europa”, triste primato che può essere confermato dai dati Eurostat degli ultimi anni. L’esclusione sociale è un’innegabile concretezza difficile da superare, ma altrettanto forte è il desiderio di rinascita della società civile calabrese.

Raffaella Centaro

Nata a Bianco, paese del “Bello del mare” e cresciuta tra il profumo inebriante dei gelsomini e del bergamotto. Attenta osservatrice, introspettiva e particolarmente curiosa per tutto ciò che la circonda. Appassionata di storia, arte, libri e viaggi. A tre anni leggeva il quotidiano sul divano, a casa dei nonni. Ama la cultura antica, in particolar modo la letteratura greca e latina e le lingue straniere, interesse nato al Liceo Classico e proseguito con gli studi letterari, filologici e linguistici. È Incline allo sport e ha una particolare passione per la danza. Ama la penna perché “Scrivere rende liberi”.

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