“Stato” di Polizia
Di Francesco Salerno
«È la fine della democrazia.»
Questa la frase, molto pesante, sulla bocca degli avvocati in protesta, qualche giorno fa, a Roma, dinnanzi alla Cassazione.
La manifestazione degli avvocati, regolarmente approvata, avrebbe dovuto concludersi con una rappresentanza di legali che, una volta dentro la Cassazione, avrebbe presentato una petizione molto pesante contro le norme del Governo.
Nello specifico, tale petizione denuncia tutta una serie di violazioni di norme costituzionali ed europee (imposizione del Green Pass rafforzato in primis). Al di là, tuttavia, delle idee di ognuno di noi in merito alla petizione, va riscontrato un fatto gravissimo accaduto proprio dinnanzi alla Cassazione.
La polizia ha infatti negato l’accesso agli avvocati compiendo un gesto che ha tutti i connotati di un abuso di potere. I legali (tutti in possesso di Green Pass valido) si sono dunque trovati impossibilitati a compiere ciò che è (o forse era) un diritto inalienabile di ogni cittadino.
Curiosa, in tal senso, la risposta della polizia in merito al blocco: «Non potete entrare perché siete gli avvocati della manifestazione…». Per citare Carlo Verdone: «N’che senso?»
Non sapevo che il diritto di sporre una petizione alla Cassazione dipendesse dall’essere pro o antigovernativi. Evidentemente ci siamo persi qualcosa…
La situazione, infine, si è sbloccata con l’arrivo della deputata Sara Cunial, prima bloccata a sua volta dalla polizia, poi lasciata passare insieme alla delegazione di avvocati. Una storia a lieto fine, che vede i nostri eroi, alfine, depositare finalmente la petizione.
Tuttavia, questa vicenda ha lasciato a bocca aperta più di qualcuno e a me lascia un quesito:
Agendo in questo modo, non finiremo per dare ragione a chi, ormai da mesi, parla di dittatura e di stato di polizia?