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Operazione “Alibante”: restano tra gli indagati gli avvocati Bagalà e Giunti

All’indomani della chiusura dell’inchiesta Alibante la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro conferma le accuse mosse nei confronti di Maria Rita Bagalà e del marito Andrea Gino Giunti, secondo gli inquirenti parte attiva di un sodalizio criminale capeggiato dal padre della donna Carmelo Bagalà e attivo tra i comuni di Falerna e Nocera Terinese (CZ).
I due avvocati, residenti ad Aosta, sarebbero stati la mente legale della cosca e ne avrebbero curato le attività economiche e finanziarie realizzate soprattutto nel settore turistico alberghiero. Per gli investigatori, infatti, la donna avrebbe cooperato “nella realizzazione dei lavori di ristrutturazione e riattivazione di una struttura alberghiera denominata Hotel dei Fiori”, sito a Falerna e, assieme al padre e al marito, si sarebbe occupata del reperimento delle risorse economiche utili a finanziare le attività della cosca non esitando a macchiarsi del reato di trasferimento fraudolento di valori per tramite dell’attribuzione a prestanome di quote e cariche della Società a Responsabilità Limitata Calabria Turismo.
A Maria Rita e Carmelo Bagalà, inoltre, viene contestata anche l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, considerato che sarebbero riusciti a ottenere un contributo comunitario di oltre 599mila euro per la realizzazione dell’albergo tra il 2014 e il 2015. Per ottenere la cifra (parte del Programma Operativo Regionale 2007/2013) i due avrebbero mentito sui requisiti della società richiedente e asservito fittiziamente la conformità del progetto alle norme urbanistiche e ambientali quando le opere per cui veniva richiesto il finanziamento erano invece già iniziate abusivamente, in assenza, tra l’altro, del nulla osta paesaggistico.
Giunti, per la DDA di Catanzaro, avrebbe partecipato al sodalizio prestando assistenza tecnico-professionale agli associati e offrendo consiglio nella predisposizione del programma criminoso nei settori economico-finanziario e imprenditoriale, un vero e proprio consulente cui sarebbero da attribuire la procedura seguita per avviare i lavori di ristrutturazione dell’hotel e “importanti operazioni di riciclaggio di denaro”.
Confermate tutte le accuse, dunque, con le quali lo scorso 3 maggio era scattato il blitz dei Carabinieri culminato con i domiciliari per Maria Rita Bagalà (successivamente tradotta in carcere su richiesta della Procura) e la notifica di conclusione indagini per Giunti, che resta indagato a piede libero.
I due legali del foro di Aosta dispongono adesso di un intervallo di tempo per chiedere al Pubblico Ministero altri atti d’indagine o di essere sentiti, depositando inoltre eventualmente memorie o documentazione. Dopodiché, la palla passerà alla DDA, chiamata a decidere sulle richieste di rinvio a giudizio.

Fonte: aostasera.it

Redazione

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