ADVST
Attualità

Mariateresa Fragomeni: “Anche l’Italia ha il suo muro di Berlino”

Di Mariateresa Fragomeni – Sindaco di Siderno

Come per la Germania del dopoguerra, un’unica Nazione, un solo popolo, con la stessa storia e la stessa lingua, diviso in due blocchi contrapposti, con una dimensione umana, economica e dei diritti profondamente diverse tra loro, anche l’Italia ha il suo muro di Berlino.
Non un muro fisico, ma un muro fatto di disuguaglianze, di diritti negati, di mancato sviluppo e di promesse mai adempiute.
Non saprei dire se i nostri figli facciano gli stessi sogni ed abbiano gli stessi desideri dei loro coetanei del nord; so dire, purtroppo, che non godono degli stessi servizi e delle stesse opportunità, crescendo, impareranno che, per realizzarli, probabilmente dovranno andare via.
Chiunque, una volta adulto, scopre di avere delle potenzialità per poter sfondare nel campo dello sport, della moda, dell’industria, nel design, nell’hi-tech: difficilmente potrà farlo restando al sud.
Perché le discrepanze tra Nord e Sud sono tante, troppe per sperare che si possano colmare nell’arco di una generazione, senza un’azione forte e mirata, che abbatta i muri e costruisca strade e ponti per ridurre al minimo le distanze e unificare, finalmente, il nostro Paese.
Per questo motivo i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono così importanti, lo sono, certamente, per il Sud, ma non solo: lo scopo di questi fondi è quello di colmare i gap tra il nord e il sud dei vari paesi europei, nella consapevolezza che un’Europa disomogenea, nei diritti e nella ricchezza, è un’Europa che cresce più lentamente, o che non cresce affatto.
Dal crollo del muro di Berlino, nel 1989, la Germania ha investito una quantità enorme di risorse nella parte orientale del paese, realizzando industrie e soprattutto infrastrutture, col risultato di raddoppiare il Prodotto Interno Lordo per abitante e realizzare un deciso e duraturo cambio strutturale per l’intera Nazione, che oggi è la forza trainante per l’economia Europea.
Questa è una lezione di cui dobbiamo davvero fare tesoro. Se vogliamo davvero, come Paese, fare un salto di qualità, dobbiamo abbattere i nostri muri, soprattutto quelli culturali e ideologici, dobbiamo pensare in grande come cittadini italiani, prima ancora che come abitanti di una specifica regione o area del Paese.
Se quello di ridurre le disuguaglianze tra i sud e i nord è, a ragione, considerato un interesse primario per la crescita di tutta l’Europa, non possiamo pensare che non lo sia anche per la crescita dell’Italia.
Non possiamo più pensare che il Nord dell’Italia possa crescere se non cresce anche il Sud. Non si tratta solo della legittima e giusta rivendicazione dei diritti riconosciuti, a tutti i cittadini italiani, dalla nostra Costituzione, ma anche, e soprattutto, di adottare una strategia che si è già rivelata vincente e che, adesso, con i fondi del PNRR, non può più restare ostaggio di derive localistiche e di un esasperato, e storicamente fallimentare, regionalismo.
La sfida sarà difficile e faticosa: progettare e terminare le opere entro il 2026, considerata l’esiguità di personale tecnico addetto ai lavori, nei Comuni, richiederà uno sforzo notevole, ma noi ce la metteremo tutta per raggiungere questi obbiettivi.
In quest’ottica, ieri ho organizzato un incontro con i Presidenti degli ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri) per trovare, sin da subito, le soluzioni possibili per investire al meglio i fondi a nostra disposizione.
La strada per questo cambiamento non sarà certo in discesa, ma è la sola che possiamo percorrere, consapevoli che questa strada dovrà essere concretamente praticabile e, pertanto, dovrà essere sgomberata da ogni forma di localismo e campanilismo, che spesso sono alimentati dalla miope ed egoistica smania di potere e di denaro di alcuni gruppi ristretti di politici e industriali.
Noi abbiamo l’ambizione di essere una classe dirigente che pretende risorse da spendere in progetti e idee strutturali di sviluppo, ispirata ad una lezione storica, spesso colpevolmente trascurata: l’Italia cresce se cresce il Mezzogiorno.


Edil Merici

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button