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CronacaReggio Calabria

Nicolas Umbaca: la Cassazione conferma la responsabilità dei ginecologi

Mercoledì 23 febbraio si è tenuto l’ultimo atto del procedimento penale che vedeva imputato Pasquale Baccellieri (assistito dall’Avvocato Loris Maria Nisi), ginecologo dell’Ospedale Tiberio Evoli di Melito di Porto Salvo, che provocò al piccolo Nicolas Umbaca lesioni gravissime al momento della nascita, lesioni che lo resero tetraplegico e lo portarono a una morte prematura (l’originario coimputato, Giuseppe Santoro, anch’egli condannato in appello, non ha proposto ricorso per cassazione).
Fin da subito i genitori del piccolo Nicolas si resero conto che le lesioni subite dal figlio erano con molta probabilità state provocate da malpractice, tanto che già la mattina seguente alla nascita il padre si recò, unitamente all’avvocato Ferdinando Parisi, presso la Stazione dei Carabinieri di Melito Porto Salvo a sporgere denuncia.
Da quel momento la famiglia Umbaca, con al suo fianco, oltre all’Avvocato Parisi, gli Avvocati Armando Veneto, Rita Fenio e Vladimir Solano, ha dovuto condurre una vera e propria battaglia giudiziaria essendo costretta a contrastare consulenze mediche e perizie che scagionavano i ginecologi, sebbene tante fossero le evidenze di colpevolezza.
Così, a una prima consulenza del Pubblico Ministero che scagionava i medici, seguì una prima richiesta di archiviazione; richiesta opposta dagli Avvocati Veneto e Parisi, che sollecitarono anche l’avocazione (poi avvenuta) da parte della Procura Generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, che richiese e ottenne l’incidente probatorio. I periti nominati dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria conclusero, anche loro, per l’assenza di colpa in capo ai medici dell’ospedale di Melito, salvo poi cedere alle domande incalzanti dei legali della famiglia Umbaca e contraddire il loro stesso elaborato in sede di esame. Veniva quindi notificato alle parti avviso di conclusione delle indagini preliminari al quale, come solitamente accade, sarebbe dovuto seguire il processo.
Inspiegabilmente, invece, la Procura Generale chiese l’archiviazione, così gli Avvocati della famiglia Umbaca furono costretti a proporre nuova opposizione all’archiviazione. Le tesi sostenute dagli Avvocati delle persone offese venivano totalmente accolte dal GIP, che disponeva l’imputazione coatta, così mandando a giudizio Baccellieri e Santoro.
Dopo circa cinque anni, quindi, si poté iniziare il processo, il quale fu celebrato con il rito abbreviato davanti alla Sezione Staccata di Melito Porto Salvo del Tribunale di Reggio Calabria e, dopo l’effettuazione di una nuova perizia affidata a professionisti di chiara fama, fu emessa sentenza di condanna per entrambi i sanitari, condanna confermata (per gli effetti civili, essendo intervenuta prescrizione) dalla Corte di Appello di Reggio Calabria e, adesso, dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha messo la parola fine a un processo durato troppo tempo (oltre 17 anni dai fatti!) e le cui anomalie sono sempre state denunciate dalle persone offese e dai loro legali.
Secondo il ricorso proposto da Baccellieri la nuova perizia disposta dal Tribunale che ha portato alla condanna dei ginecologi non poteva trovare ingresso nel giudizio abbreviato, ma la Suprema Corte, confermando il suo ormai consolidato orientamento sul punto, accogliendo le richieste del Procuratore Generale e delle Parti Civili ha rigettato la tesi difensiva dichiarando inammissibile il ricorso.

Foto: ecodellalocride.it


Edil Merici

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