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CosenzaCronaca

«Finché non ritroveremo nostro figlio non ci rassegneremo»

Di Antonello Lupis

«Finché non ritroveremo il corpo di nostro figlio, ammesso che sia veramente annegato, io e mio marito non ci rassegneremo mai. Come genitori continueremo all’infinito la nostra battaglia. Sul caso pretendiamo sia fatta vera luce. Abbiamo, insomma, di certezze altrimenti che si continui a indagare e a chiarire tutti i punti oscuri emersi finora in questa triste e dolorosa vicenda». A parlare così, in modo chiaro e diretto, sono stati Anna Maria Iorio e Mario Sebillo. Si tratta dei genitori del giovane quindicenne, Luigi Sebillo, sparito nel nulla durante una battuta di pesca, nello specchio di mare antistante la cittadina costiera calabrese di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, la mattina del 23 febbraio del 2003. Il giovane Sebillo, che si trovava a bordo di una piccola barca insieme a un altro giovane e amico, si tuffò in acqua nel tentativo di salvarsi dall’improvviso peggioramento delle condizioni meteo/marine. A riva, però, Luigi Sebillo, non giunse mai. Il corpo del giovane non fu mai ritrovato, nonostante le ricerche in mare si siano protratte per giorni. Tale circostanza, unitamente ad altri particolari emersi in seguito nel corso degli anni, ha finora sempre spinto i genitori di Luigi a credere che il figlio possa essere ancora vivo o che comunque non sia stata fatta piena luce sulla vicenda. Per questo, tramite i loro legali, Anna Maria Iorio e Mario Sebillo hanno chiesto e ottenuto la riapertura del caso in precedenza archiviato come un tragico incidente in mare.
Secondo le ricostruzioni dell’accaduto, comunque, la mattina della tragedia, Luigi, studente appassionato di mare e pesca, era uscito dalla sua abitazione per raggiungere un amico col quale si era dato appuntamento nelle ore precedenti. I due giovani, entrambi minorenni, erano intenzionati a trascorrere la giornata su una barca, in mezzo al mare, muniti di canne da pesca. Dopo meno di un’ora, però, qualcosa cambiò. La giornata di sole, infatti si era trasformata in una fredda mattinata invernale e, per di più, il mare si era all’improvviso ingrossato parecchio facendo vacillare in modo preoccupante la barca con a bordo i due giovani cosentini. Non riuscendo, anche a causa del vento contrario, a tornare a riva con la barca, Luigi e il suo amico decisero di abbandonare la barca e di tentare a nuoto di raggiungere la riva. L’impresa però riuscì solo all’amico di Luigi che, una volta giunto a riva e non riuscendo più a vedere né a terra, né in mare il giovane compaesano e coetaneo, lanciò l’allarme. Sommozzatori dei vigili del fuoco ed elicotteri perlustrarono tutto lo specchio d’acqua per ore, poi per giorni. Ma di Luigi non fu mai trovata traccia. Le acque del mare restituirono solo una scarpa, una giaccia sportiva e un cappello. La barca, invece, fu ritrovata vuota parecchie miglia al largo dell’Isola di Dino, zona, questa, in cui i due giovani quindicenni si erano recati con la barca per una battuta di pesca.
«Anche se in tanti pensano ormai che la vita di mio figlio sia finita lì, tra le onde e trascinato al largo dalla corrente, io non sento la presenza di Luigi in quelle acquee del mare, non l’ho mai sentita dal primo momento. Mio figlio non è tra i morti»ha dichiarato con forza e convinzione Anna Maria, madre di Luigi.
«Quel maledetto giorno di vent’anni fa – ha aggiunto Iorio, – non so veramente cosa sia successo ma potrebbe anche essere accaduto che sia stato soccorso al largo da un pescatore e questi lo abbia portato con sé, facendogli cominciare una nuova vita. Tempo fa, comunque, un prete mi ha detto che prima o poi lo rivedrò e sarà per sempre. Per me il tempo non cancella niente, i ricordi sono ancora nitidi e finché non ritrovo mio figlio Luigi tutto è possibile.»Il corpo che non si trova e due genitori che non si rassegnano e lottano con tutte le loro forze. Tanto è bastato alla Procura della Repubblica di Paola per riaprire il caso e fare luce su una vicenda che, a dire il vero, presenta ancora parecchi lati oscuri tutti da chiarire. A partire dal fatto che, per molto tempo, il nome di Luigi non fu inserito nemmeno nella lista delle persone scomparse e da cercare. Del caso, negli ultimi anni, si è occupata più volte pure la trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto?.
«Io continuo a vivere sempre con la speranza che un giorno mio figlio bussi alla porta di casa», ha ribadito con fermezza la madre del giovane scomparso.

Foto: gazzettadelsud.it

Articolo originariamente pubblicato su Cronaca Vera del 2 maggio 2023


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