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Attualità

“Io, condannato per un crimine che mi fa ribrezzo”

È ormai alle porte il processo in cassazione per un giovane incensurato della provincia di Reggio Calabria, su cui grava la pesante accusa di abuso sessuale di gruppo. Fin dall’inizio, L.T. ha sempre sostenuto la sua innocenza avverso quella accusa così orribile e contro ogni morale insita in lui. Coinvolto nella vicenda, è rimasto sconvolto dinanzi alla lettura dei capi di imputazione che lo hanno visto presunto reo. Inizialmente fiducioso e speranzoso che venisse alla luce la verità, si è affidato alla giustizia, ma è arrivata la condanna in primo e secondo grado che ha ritenuto valida la sola versione della presunta vittima nonostante fossero emerse importanti prove a dimostrazione della sua innocenza. Alcun riscontro è stato trovato sulla posizione del giovane, se non una ricostruzione dei fatti che avrebbe dovuto imporre un sistematico e doveroso riscontro. L.T. non si rassegna né tace, la sua vita rovinata da 5 anni a causa di una condanna sopraggiunta in assenza di prove decisive, ma solo indiziarie.
Ad oggi il L.T. vive una condizione psicologica di profondo dolore e non si rassegna di essere stato accusato di un atto così brutale quale può essere la violenza.
Per questo dichiara:

Nessuno può comprendere il dramma che vive un ragazzo accusato di un reato così grave qual è la violenza sessuale, senza averlo mai commesso. Io, un ragazzo con un indole pulita, cresciuto con i valori cristiani e rispettoso della donna, con la frase “le donne non si toccano neanche con un fiore” mai avrei potuto anche solo pensare di compiere un’azione così ignobile. Non essere creduto, trovandosi nell’impossibilità di difendersi, è straziante. Si crede alla vittima che, senza alcuna prova, ha percepito e interiorizzato qualcosa di mai accaduto con la mia persona. Sicuramente la ragazza, da quanto emerso, viveva una situazione famigliare non semplice, su questo non posso che essere dispiaciuto. Ma rassegnarmi a quanto mi viene addebitato mai. Sono una ragazzo pulito, con una morale sana, non un animale con istinti incontrollabili che va in giro a violentare ragazze. Ho sempre ritenuto queste azione deplorevoli, pronto sempre a combattere la violenza, non a eseguirla. Oggi mi espongo in prima persona: la violenza è quella che da 5 anni subisco a ogni udienza, ogni sentenza, ogni accusa. Così un innocente viene violentato psicologicamente. Io non ho mai abusato di nessuno, la giustizia non può condannare sulla base delle sole dichiarazioni della parte offesa, con l’emersione di un cambio di versione sulla mia accusa in ben tre distinte occasioni. Un racconto impossibile. Per poter fare ciò che mi viene addebitato avrei dovuto essere un contorsionista. Ma la verità è un’altra: io sono uomo e lei è una donna, la sua ricostruzione supererà sempre la mia verità, ormai è un prototipo che può mietere vittime innocenti. Non voglio vittoria ma solo giustizia, non ci sono vincitori né vinti di fronte alla sofferenza, le donne sono la nostra forza, rappresentano la vita, l’amore, la gioia. Nessun uomo è mai completo senza aver accanto una donna, anche se, personalmente il dolore più forte mi è stato inflitto dall’accusa di una donna, urlerò sempre la loro grandiosa bellezza. Le donne danno la vita.

La dichiarazione straziante di un ragazzo che si dichiara innocente e chiede giustizia, quella giustizia in cui non ha mai smesso di credere, quella fede e speranza che lo hanno accompagnato anche dietro le sbarre. Quando veniva massacrato da accuse infondate, non si è arreso perché questo fa un innocente: non si arrende e porta avanti la sua battaglia per la giustizia e contro la violenza sulle donne e sugli uomini, perché la violenza non deve esistere neanche sugli animali, che vanno rispettati come ogni essere vivente. L.T., con i suoi legali Daniele Fabrizi del foro di Roma e Giacomo Iaria del foro di Reggio Calabria, porterà avanti questa battaglia con il sostegno dell’avvocata Maria Domenica Vazzana, esperta in criminologia e scienze investigative, che dichiara apertamente la propria convinzione sull’innocenza del ragazzo, a suo parere vittima di un travisamento dei fatti sui quali si deve fare sempre più luce a sostegno dell’innocenza, sottolineando che anche un dubbio sulla colpevolezza debba portare all’assoluzione, proprio per evitare il rischio che anche un solo innocente sia condannato ingiustamente.

Foto: livornopress.it


Edil Merici

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