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La NASCAR: fenomeno americano alla conquista dell’Europa

Di Giovanni Morabito

La National Association for Stock Car Auto Racing, comunemente chiamata con l’ acronimo NASCAR è lo sport motoristico più seguito in tutto il nord America, seconda solo al Super Bowl. La serie nasce il 21 febbraio del 1948, anche se la prima gara effettiva viene svolta il 13 giugno 1949 sul circuito di Charlotte Speedway, sul quale, in gare separate, corsero e si sfidarono 3 categorie: le stock car, le modificate e le roadster.
Ma prima ancora che la NASCAR nascesse bisogna fare un salto indietro nel tempo di circa 30 anni, quando in America vigeva il proibizionismo e i contrabbandieri s’ingegnavano a nascondere i macchinari per produrre alcolici nei luoghi più disparati: chi nelle proprie cantine, chi nel fitto dei boschi… ma sorgeva il problema di come portare l’alcol distillato ai propri clienti. Qui entrarono in gioco le prime automobili che già negli anni ‘20 cominciavano a circolare sulle strade americane. Per sfuggire ai controlli fatti dalle forze dell’ordine, questi contrabbandieri d’altri tempi ricavavano nelle proprie auto degli scompartimenti segreti sotto i sedili o all’ interno delle portiere. Ma nel momento in cui i controlli si fecero più serrati e i posti di blocco sempre più numerosi, i corrieri, per sfuggire ai controlli cominciarono a modificare le loro auto per renderle più veloci delle volanti della polizia in modo che, anche in caso di inseguimento, si potesse stare tranquilli di portare a termine la consegna. Quasi per scherzo i contrabbandieri, per essere sicuri di possedere l’auto più veloce, cominciarono a sfidarsi su rettilinei asfaltati o non, o persino su dei circuiti improvvisati su strade sterrate. Ma nel 1933 il proibizionismo finì e i contrabbandieri si ritrovarono con auto velocissime senza sapere cosa farne. Nello stesso periodo, in Florida, sulla spiaggia di Daytona, venne istituito un ritrovo di appassionati di automobili truccate durante il quale si correva senza alcun tipo di regolamento, sicurezza e organizzazione.
È a questo punto che entra in scena Bill France. Anch’egli pilota di questo tipo di corse, si rese subito conto dell’importanza di creare un regolamento e un calendario, così che anche gli spettatori potessero sapere quando fosse stato il giorno della gara. Con l’ aiuto di altri piloti e di contribuenti nacque così la NASCAR.
Come detto in precedenza, delle tre categorie quella che ebbe più successo fu quella delle stock car, auto che, prese direttamente dal concessionario, una volta segnato un numero sulla carrozzeria erano pronte per la pista. Il cambiamento più sostanziale avvenne durante gli anni ’60 e ’70, quando le auto cominciarono a essere sempre più modificate perdendo così la peculiarità che le aveva inizialmente caratterizzate, quella appunto di essere auto comprate nei vari concessionari. Di serie, infatti, rimanevano soltanto i freni. A oggi la federazione conta tre campionati chiave, la NASCAR Cup Series, istituita tra 2003 e il 2008, la Xfinity Series e la Camping World Truck Series, con molte altre serie a livello regionale. Da 13 anni, inoltre, la NASCAR è sbarcata anche in Europa mantenendo inalterato lo spirito americano.
Anche nel panorama cinematografico la NASCAR ha trovato il suo spazio con film come: Giorni di tuono, interpretato da Tom Cruise, o nei film di animazione della Pixar Cars.

Foto: gqitalia.it


Edil Merici

Redazione

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