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Attualità

“Non ho mai compiuto alcuna violenza. Che venga fuori la verità!”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un altro dei giovani coinvolti in una presunta violenza sessuale di gruppo, che ribadisce con forza la propria innocenza in una vicenda che presenterebbe troppe contraddizioni.

Di Antonio Verduci

Scrivo questa lettera per rendere chiara, come è giusto, la situazione processuale che sto vivendo da 5 anni… mi viene difficile pensare che davanti alle evidenze scientifiche e processuali si sia potuti arrivare fino a qui. Quanto affermo non è un punto di vista, ma un dato di fatto: una ragazza che cambia versione per ben 8 volte non può essere ritenuta attendibile, cancellare dal proprio computer tutti gli elementi probatori che dimostrano l’estraneità ai fatti contestati cinque giorni prima del suo interrogatorio in Tribunale non può essere cosa giusta. Una ragazza che durante l’interrogatorio, invece di fornire un racconto coerente, viene supportata da 365 domande suggestive e nocive forvianti, non può essere cosa giusta. Quanto emerso è supportato da prove scientifiche ben articolate, e da fatti concreti come la geolocalizzazione dei cellulari che, per chi non lo sapesse, è uno strumento di tecnologia avanzata con il quale atterrano e decollano gli aerei e che ha un margine di errore minimo, si parla di metri e, con il supporto dell’ingegnere Paolo Reale (uno dei migliori esperti nell’ambito informatico) abbiamo analizzato un perimetro ben più ampio, parliamo di centinaia di metri, e ugualmente la mia posizione è mai riconducibile al perimetro dell’abitazione, escludendo la mia presenza sul luogo descritto dalla ragazza. questa è una prova lampante che la ragazza ha mosso l’ennesima falsa accusa. Non dimentichiamoci anche delle due assoluzioni a formula piena di altri due giovani accusati del medesimo mio reato, che hanno subito due anni di carcerazione preventiva sotto l’immenso clamore mediatico che si era creato. Vorrei dire che è molto grave muovere delle accuse di questo calibro a dei ragazzi anche perché, alimentando questi polveroni, si rischia di danneggiare chi realmente subisce violenza, ed è una cosa orribile. Sottolineando che lo stesso Procuratore Generale, in Corte di Appello, aveva chiesto sulla mia posizione l’assoluzione per il reato della violenza sessuale, vorrei solo dire che quanto emerso a livello probatorio è supportato da luminari in materia, esperti forensi come Roberta Bruzzone una delle rappresentanze italiane contro la violenza, che ha palesato la nostra innocenza durante il procedimento e sottolineare che è ora di cominciare a far conoscere a tutti la vera realtà dei fatti, affinché non accadano più ingiustizie come questa. Non mi fermerò mai fino a quando non emergerà la verità, lotterò per salire non sul podio della vittoria, ma della giustizia.


Edil Merici

Redazione

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