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Attualità

Silenzio: parla Lavrov

Il rompiscatole


Edil Merici

Di Francesco Salerno

Come molti di voi sanno, l’altra sera il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha concesso un’intervista alle televisioni italiane e, nello specifico al programma Zona Bianca su Rete 4.
Oggi andremo ad analizzare alcune delle sue dichiarazioni, cercando di comprendere meglio le posizioni del Cremlino. Una delle prime domande è stata inevitabilmente quella inerente a una possibile escalation nucleare. Il Ministro degli Esteri ha innanzitutto chiarito come «i media occidentali spesso travisano le parole delle istituzioni russe», chiarendo in seguito che la Russia non ha mai chiuso le porte ai negoziati per la pace al contrario di quanto starebbe facendo l’Ucraina che, a oggi, per il Ministro russo, sarebbe totalmente propensa a una guerra ad oltranza a causa anche delle pressioni statunitensi.
Tornando al nucleare, Lavrov ha affermato che una guerra nucleare è purtroppo possibile, ma che andrebbe scongiurata per il bene di tutti.
Un altro punto chiarito dal Ministro è stato quello inerente alla strage di Bucha. Senza mezzi termini Lavrov ha difatti sostenuto che quanto avvenuto sarebbe una menzogna orchestrata dagli ucraini stessi per demonizzare e disumanizzare i russi e, a sostegno di ciò, il Ministro ha ricordato come i russi avessero abbandonato Bucha il 30 marzo e, subito dopo, il sindaco della città avesse festeggiato la ritirata russa dichiarando libera la città. I morti, invece, sarebbero stati denunciati solo 3 giorni dopo la ritirata degli invasori, evenienza che, a detta di Lavrov, non sarebbe credibile vista l’impossibilità che i cittadini della città non si fossero accorti prima dei morti per le strade.
Si è parlato anche delle voci in merito a una presunta malattia di Vladimir Putin, una domanda alla quale il Ministro, sorridendo, ha affermato di chiedere ai media occidentali, considerato che sono loro a parlarne.
Ovviamente, non poteva mancare una domanda sull’Italia e su come venga vista in questo momento dal mondo russo. Pur con una diplomatica prudenza, Lavrov non si è sottratto a rispondere, dichiarando che il nostro Paese è «una vera sorpresa per i russi». Il Ministro, infatti, ha chiarito che, prima del conflitto, gli italiani erano considerati diversi dagli altri occidentali, più  propensi all’equità e più abili a distinguere il bianco dal nero. Una condotta, ha proseguito il Ministro, cancellata dal comportamento del nostro Governo in seguito allo scoppio della guerra, complici anche le dichiarazioni di alcuni politici nostrani. Lavrov non ha fatto alcun nome nell’intervista, ma il pensiero di tutti è corso alla frase impudente del nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che a marzo aveva paragonato Putin a un animale in diretta televisiva.
L’intervista è stata molto lunga e ha interessato vari altri argomenti, troppi per elencarli tutti in questo breve articolo, ma possiamo ricapitolare le dichiarazioni russe così: a oggi i russi considerano le loro azioni lecite e atte alla salvaguardia della loro sicurezza nazionale. L’occidente, Stati Uniti e Gran Bretagna in particolar modo, sono visti come i mandanti di una guerra per procura che si sarebbe potuta evitare se si fosse negoziato in buona fede; mentre l’Unione Europea è, agli occhi dei russi, un’organizzazione fallita. Attraverso le parole del Ministro, i russi hanno ribadito di voler fare di tutto per proteggere se stessi e la verità delle loro azioni, sapendo bene di doversi scontrare contro le menzogne e l’imperialismo ingiusto di un occidente a loro dire ipocrita.
Chiaramente, per onestà intellettuale, bisogna ricordare che tutte queste dichiarazioni vengono da una delle due parti interessante nel conflitto ed è lapalissiano sottolineare che sono da prendere con le pinze. Ricordiamo sempre, quando ascoltiamo una notizia o un’opinione, da chi viene e quali interessi difende, sia essa occidentale od orientale. È oggettiva, invece, l’importanza di invitare il Ministro degli Esteri russo a parlare delle ragioni del suo popolo. In un sistema mediatico che vede (per ovvie ragioni) quasi sempre sostenute le tesi pro-americane, non guasta ampliare gli orizzonti e sentire le ragioni altrui, senza dover per questo cambiare la propria morale o gridare al complotto.

Redazione

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