Di Francesco Salerno
Avete letto bene cari lettori, le spie russe sono in Italia!
Ma se state immaginando hackeraggio di informazioni segrete, spionaggio con sofisticati sistemi elettronici, incontri segreti in impermeabile per ricevere dossier scretati, vi sbagliate. Le spie russe ci sono e si trovano nei… talk show!
È questa, infatti, l’ultima trovata di politici e opinionisti del nostro Bel Paese. Alcuni giorni fa, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (in poche parole i nostri 007) ha fatto sapere che indirà degli esami e delle valutazioni per capire se nelle nostre tv ci sono spie del Cremlino.
Ora, al di là dell’iniziativa in sé, che già puzza di censura, giacché vi renderete conto che sarebbe troppo facile in questo modo acquietare ogni voce contraria alla propaganda filoucraina, sul serio i nostri servizi segreti non hanno di meglio da fare? Ragioniamoci insieme.
Per quale motivo una spia russa dovrebbe andare in un talk show? Per sentire cosa dicono gli ospiti? Gli basterebbe accendere la tv per sentirli comodamente da casa. Per difendere l’operato di Putin e della Russia? Ma per farlo non serve una spia, basta semplicemente un ospite filorusso. E se anche venisse invitato tale ospite, cosa avremmo, in definitiva? Semplicemente un dibattito con diversi punti di vista e posizioni, come dovrebbe essere qualsiasi confronto pubblico. Ci sarà chi difende i russi, chi gli ucraini e gli americani e chi, invece, mantiene toni più neutrali e prudenti. Ma questo dovrebbe essere la norma in un paese democratico e libero, o mi sono perso qualcosa e, a furia di parlare di regimi dittatoriali, ci stiamo trasformando in uno di essi?
Gli effetti della paranoia sono già in atto. È il caso di tre opinionisti, Andrea Gilli, Nona Mikhelidze e Nathalie Tocci, che hanno rifiutato di andare in onda su La7 a causa della presenza della famosa giornalista russa Nadana Fridrikhson. Perché, ovviamente, è molto sano e corretto rifiutarsi di parlare e confrontarsi con chi la pensa diversamente da te!
C’è da dire che soprattutto la Tocci non è nuova a questo modus operandi. Basta vedere qualsiasi suo intervento per notare come, quando qualcuno le pone domande scomode, lei si blinda dietro l’atteggiamento assunto quando le è stato chiesto di parlare dei bio-laboratori in Ucraina.
Il mio timore è che si possa finire per bollare come spia chiunque abbia un’opinione diversa da quella filoamericana e ucraina, un tema che mi riguarda in prima persona dato che, come chi mi segue sa bene, ho spesso criticato l’atteggiamento dell’occidente, degli Stati Uniti e del Governo.
Ora scusate, ma ho un incontro con il KGB, devono dettarmi il prossimo pezzo…
Foto: spiare.com